Gela, gli insospettabili oppositori dell’Eni Dal Rotary all’ex confessore di Crocetta

Il più brillante dispensatore di aforismi dell’era moderna, Oscar Wilde, scriveva: «Quando gli altri sono d’accordo con me ho la sensazione di avere torto». Parafrasandolo: gli operai di Gela hanno tutti dalla loro parte, ci deve essere qualcosa che non va. La solidarietà nei confronti dei lavoratori si fa sempre più estesa. Specie dopo la notizia dell’ennesimo tavolo risolutivo per la vertenza della Raffineria di Gela, fissato il 6 novembre, e di nuovo rinviato a data da destinarsi in seguito ad un’indisponibilità non meglio precisata da parte dell’Eni. Con alcune prese di posizione piuttosto inusuali. 

Come quella del Rotary Club, da sempre il salotto buono della città. In riferimento all’ultimo accordo sottoscritto il 21 ottobre il presidente Giuseppe Morselli sottolinea che «il verbale di incontro appare, seppur ricco di propositi interessanti, alquanto generico e privo di contenuti specifici, per consentirne una valutazione compiuta e ponderata». Per questo motivo «il Rotary club di Gela, nell’ambito della propria attività di servizio pubblico e, sopra ogni interesse personale, intende attivare una costruttiva cooperazione istituzionale con le autorità locali». Non sono di certo gli interlocutori a mancare al tavolo delle trattative. 

Anche don Luigi Petralia, parroco della chiesa di Scavone ed ex confessore di Rosario Crocetta (al momento tra i due non corre buon sangue), dà il proprio contributo. Attraverso una lettera inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi. «I politici della nostra Regione – scrive il prete gelese – non sono stati all’altezza della situazione e non hanno posto la questione della Raffineria di Gela in modo appropriato e convincente. La scelta dell’Eni di trasformare l’impianto in una bio raffineria escludendo la raffinazione del petrolio, è senz’altro un passo indietro». 

Poi l’attacco mirato all’intera classe politica attuale. «Almeno speriamo che l’Eni abbia l’accortezza e la delicatezza che a trattare sulla questione della Raffineria – è l’auspicio sarcastico – non siano gli stessi personaggi che hanno distrutto la raffinazione e preso in giro i cittadini gelesi». Intanto sono gli stessi operai, soprattutto quelli dell’indotto, a cercare nuovi interlocutori. Lo testimonia il consiglio comunale monotematico di ieri sera, convocato dal presidente Giuseppe Fava per far sì che anche i 30 consiglieri comunali potessero attivamente esprimersi. 

Di fronte a un altro sit-in pacifico ma foriero di tensioni di una cinquantina di lavoratori, al grido di «ci avete venduto per poco» e «bloccheremo i pozzi», il presidente Fava ha concesso l’intervento di due operai. «Niatri un na firammu a parrari», è stato il grido di risposta. Così hanno delegato l’avvocato Lucio Greco, che da tempo rappresenta molti di loro in sede giudiziaria. Greco è allo stesso tempo esponente di punta del Nuovo Centrodestra e probabile candidato a sindaco alle amministrative che si svolgeranno a maggio. Alfaniani ed operai insieme. 

Mentre i sindacati e le istituzioni (e Crocetta in primis) hanno perso credibilità tra gli operai, nella serata di ieri hanno provato a farsi spazio esponenti di Forza Nuova e del partito liberale italiano. C’erano anche gli attivisti del M5S, che però hanno scelto di assistere senza farsi notare. «La presenza di queste forze politiche – afferma Emanuele Ferrara, grillino della prima ora – testimonia come la strumentalizzazione a danno degli operai, in vista delle elezioni, sia perennemente dietro l’angolo».


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