Val di Noto, il ventennale del riconoscimento Unesco «C’è cambio di passo. Necessaria sinergia tra i siti»

Sostenibilità e protezione. Sono le due parole che hanno segnato la celebrazione del ventennale dal riconoscimento come Città Tardo Barocche del Val di Noto a Patrimonio dell’Umanità. Un anniversario celebrato in grande stile nel Comune capofila di Noto che, per l’occasione, ha svelato una targa commemorativa accanto l’ingresso di palazzo Ducezio. L’appuntamento, alla presenza dei sindaci dei territori interessati ma anche di altre autorità regionali e nazionali, tecnici ed esperti di settore, è servito per fare il punto della situazione, per avviare un ragionamento sul tessuto sociale, economico, culturale e ambientale dell’area ma soprattutto per presentare i piani di gestione. Un grande lavoro che vede coinvolti tutti i Comuni, con i primi cittadini in testa, e il grande impegno di Paolo Patanè, direttore tecnico Distretto Sud-Est. 

«Sicuramente c’è un cambio di passo – ha dichiarato il sindaco di Noto, Corrado Figura – rispetto al passato. Adesso è necessario mettere in sinergia tutti i siti Unesco, le città tardo barocche del Val di Noto attraverso un progetto comune che è quello dei piani di gestione Unesco. Ė importante, anche, che ci sia una strategia che metta insieme cittadini, amministrazioni e operatori economici del settore per rilanciare questo territorio che ha un immenso valore culturale, paesaggistico, architettonico». E sulla stessa linea è pure Fabio Roccuzzo, sindaco di Caltagirone e Presidente Unità Operativa Unesco: «Abbiamo ricostruito una dimensione di autentica collaborazione tra tutti i sindaci del sito e anche una articolazione delle competenze in modo da corresponsabilizzare tutti. Ora serve mettere in campo una adeguata iniziativa progettuale che intercetti alcune misure specifiche del Pnrr e del ministero per il Turismo, in modo da drenare e utilizzare fondi europei da destinare all’implementazione della fruizione del sito Unesco». Ecco perché, ribadiscono a gran voce, la sostenibilità deve essere centrale come la «protezione di questo immenso patrimonio», ha sottolineato Paolo Andrea Bartorelli, della direzione generale Diplomazia Pubblica e Culturale del Maeci. Sulla stessa linea il magnifico rettore dell’Università di Enna Kore, Giovanni Puglisi: «Si tratta di esemplarità uniche. Ho l’orgoglio di essere parte di questa terra ma bisogna conservarla e consegnarla alle giovani generazioni. Bisogna dare il senso del futuro e della responsabilità». 

Ed è qui che sono arrivate le note dolenti. Non tanto per la consapevolezza, ormai diffusa, di una necessità nell’allargare l’orizzonte, con un progetto che coinvolga le comunità e di ampliamento ad altri Comuni, quanto alla mancanza di un brand per la Sicilia come la via del barocco e la tutela del paesaggio. A richiamare l’attenzione su questi aspetti con un riferimento alle Istituzioni regionali, ci ha pensato Aurelio Angelini, direttore del progetto Piano di Gestione Città Tardo Barocche del Val di Noto. «Bisogna ridurre – ha specificato – la quantità di consumo del territorio per piazzare i pannelli fotovoltaici. La Regione deve individuare le aree idonee. Non è accettabile che siano i privati a scegliere». Intanto si lavora per allargare l’area di interesse. Non solo, quindi, le otto città di Caltagirone, Catania, Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli. Non a caso all’evento erano presenti anche altri sindaci. «Già da prima della pandemia da Covid19 – ha detto l’onorevole Angela Foti, vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana – è stato avviato un lavoro di scrittura di un nuovo dossier Val di Noto che ricomprenda anche altri territori che presentano delle testimonianze peculiari e uniche di ricostruzioni del Tardo Barocco. Parliamo di Mazzarino, Acireale, Ispica, Avola, Grammichele, Comiso, Vizzini e Ferla. Questi Comuni sono stati già monitorati, c’è stato un primo studio apprezzato favorevolmente dal ministero. Adesso siamo nella fase di completamento del secondo step cioè di verifica scientifica per includere questi territori con le loro particolari caratteristiche architettoniche e urbanistiche»


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