L’idrogeno dal vento, il progetto di Enel per la Sicilia «Energia pulita che potrà viaggiare nelle reti del gas»

Una sperimentazione che lancia, per una volta, un raggio di speranza sulla Sicilia e sulla capacità dell’isola di diventare centrale nel percorso verso la transizione energetica. Sono questi i tratti del progetto portato avanti da Enel Green Power tra Sortino e Carlentini, nel Siracusano, per avviare la produzione di idrogeno. Al momento in attesa di essere valutato dalla commissione tecnico-specialistica della Regione, il progetto riguarda un impianto di potenza di quattro megawatt, pari a circa 260 tonnellate all’anno. Elemento simbolo di quella rivoluzione energetica diventata ormai centrale nell’agenda politica di buona parte del pianeta, l’idrogeno prodotto dall’impianto immaginato da Enel Green Power avrebbe la caratteristica di essere verde. Ovvero di sfruttare energie pulite e rinnovabili per il processo di produzione. Nello specifico Enel Green Power punta a sfruttare il vento. «L’impianto sarà interconnesso alla stazione di media e alta tensione di proprietà per prelevare l’energia elettrica prodotta dall’impianto eolico Carlentini 2 e alimentare gli elettrolizzatori», si legge in una delle relazioni presentate all’assessorato regionale Territorio e Ambiente. 

La proposta dell’azienda del gruppo Enel prevede inoltre l’installazione di unità di stoccaggio dell’energia ma ancheuna struttura per «studiare diverse tecnologie di produzione, accumulo, test e misure di idrogeno». La scommessa di Enel Green Power, che in Italia gestisce attualmente tecnologie rinnovabili in campo idroelettrico, eolico, fotovoltaico e geotermico per una capacità di oltre 14 gigawatt, è quello di riuscire ad avviare un percorso virtuoso in campo energetico, capace di non fare ricorso a fonti fossili. L’idrogeno, infatti, lo si può produrre anche sfruttando il gas naturale. In quel caso si parla di idrogeno blu. «Parliamo di idrogeno verde perché per la sua produzione vengono usate le energie rinnovabili – spiega Marco Beccali, docente di Fondamenti di energie rinnovabili all’Università di Palermo, intervenuto nella trasmissione Direttora d’Aria in onda su Radio Fantastica e Sestarete Tv -. Nell’immediatezza può essere usato nell’industria chimica, ma in futuro l’idrogeno potrà trovare applicazione anche all’interno delle nostre abitazioni. Sono tecnologie che oggi hanno un costo, ma ciò non deve preoccupare perché è normale quando si compiono i primi passi. Accadde così anche con il fotovoltaico».

Il professore si sofferma sulla possibilità di distribuzione dell’idrogeno, una volta che la sua produzione raggiungerà livelli adeguati per contribuire a soddisfare il bisogno della collettività. «Potranno essere usate le attuali reti che servono a trasportare il metano – continua Beccali -. Serviranno accorgimento e qualche ammodernamento ma torneranno senz’altro utili. Con la differenza che ci ritroveremo ad avere un combustibile pulito, perché qundo lo bruciamo produciamo vapore acqueo». Il docente di Unipa giudica positivamente l’iniziativa di Enel Green Power. «Mi piace perché è un progetto con un’impronta legata al campo della ricerca e anche perché segna un rientro di Enel ini Sicilia per quanto riguarda lo sviluppo delle rinnovabili».

Dal canto suo, il governo regionale guidato da Nello Musumeci già da tempo ha più volte sottolineato la disponibilità e l’interesse a ospitare l’hub nazionale per la produzione dell’idrogeno. Con la possibilità di attingere ai più che ricchi finanziamenti – circa due miliardi di euro – destinati dal Pnrr alla filiera dell’idrogeno, si tratterebbe di realizzare nell’isola il principale polo di sviluppo delle tecnologie che dovranno essere utilizzate per fare di questo elemento una soluzione concreta ai problemi collegati all’approvvigionamento energetico. Una questione sia ambientale, per la necessità di raggiungere al più presto il traguardo della decarbonizzazione, ma anche geopolitica, per i risvolti ancora per buona parte da scoprire determinati dalla guerra russo-ucraina. In tal senso è bene ricordare che l’Ue, ancor prima dell’invasione decisa da Vladimir Putin, ha fissato al 40 per cento la riduzione delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030, vedendo nel settore dei trasporti – a partire da camioni e treni – uno dei potenziali impieghi dell’idrogeno. Guardando soltanto all’idrogeno verde, la Commissione europea si è data come obiettivo la produzione di un milione di tonnellate all’anno entro il 2024 e di dieci milioni di tonnellate entro il 2030.

Il progetto di Enel Green Power prevede che l’idrogeno venga utilizzato per l’alimentazione di industrie locali ma punta, come detto, a testare le tecnologie in ottica futura. «Sarà realizzato un nuovo pozzo per prelevare dalla falda l’acqua che alimenterà la produzione di idrogeno, per una portata di progetto di circa dieci metri cubi all’ora – si legge nella relazione -. L’acqua prelevata e trattata che non sarà utilizzata dall’impianto sarà scaricata, tramite condotta di nuova realizzazione, nel limitrofo torrente Carrubba». Tale previsione sarà uno dei tanti punti che verranno esaminati dalla Cts della Regione per valutare l’impatto sul territorio di un impianto presentato come una importante risposta in chiave ambientale. Tecnologie che agli occhi dei più sembrano ancora avveniristiche. «L’anno scorso abbiamo ricevuto la visita dei responsabili dell’azienda – ha commentato Giuseppe Stefio, il sindaco di Carlentini, a Direttora d’Aria -. Ci rendiamo conto che nel campo delle rinnovabili può rappresentare un passo importante per l’intero Paese, ma dal canto nostro, quando vedremo il progetto, valuteremo anche gli eventuali effetti negativi».


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