Tre settimane per eleggere il presidente dellars, i vice presidenti e i presidenti delle commissioni legislative sono tante. Forse troppe. Chi perde e chi vince, alla fine?
Ars, vincitori & vinti: Udc in testa ma con Monti tutto in salita
Tre settimane per eleggere il presidente dellArs, i vice presidenti e i presidenti delle commissioni legislative sono tante. Forse troppe. Chi perde e chi vince, alla fine?
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, al di là delle apparenze, esce un po ridimensionato dalla maratona dAula. Ha provato, senza riuscirci, a mandare allaria la ricomposizione di un grande centro. La rinascita di un Partito moderato, in corso a Roma, trova in Sicilia basi molto salde. In parte negli equilibri di Sala dErcole e, soprattutto, negli equilibri politici isolani.
Il vincitore di questo sofferto passaggio parlamentare e politico è lUdc di Pierferdinando Casini e Giampiero DAlia. Non tanto e non soltanto, lo ripetiamo, per gli equilibri dAula, ma per il progetto politico che fino ad oggi, piaccia o no, è vincente, almeno in Sicilia.
A Sala dErcole lUdc vince su tutta la linea. Si prende la presidenza dellArs con Giovanni Ardizzone, E bissa la vittoria piazzando Nino Dina al vertice della più importante commissione legislativa di Sala dErcole: la commissione Bilancio e Finanze. Poi, tanto per gradire, mette nel carniere anche la presidenza della prima commissione (Affari istituzionali) con Marco Forzese.
Per il presidente Crocetta, un paradosso e un problema. Il paradosso è rappresentato da un Partito – il Pd – che dovrebbe essere suo alleato, ma che ha dimostrato di essere solo rissoso e inconcludente. A parte Giuseppe Lumia, che ha giocato la sua partita con straordinaria abilità (e anche con un po di cinismo, comunque ammesso in politica), tutti gli altri dirigenti di questo Partito hanno creato solo problemi al presidente della Regione. Un presidente, Crocetta, che si ritrova a tenere la barra del timone del suo Governo a sinistra con un Pd che, invece di aiutarlo, lo ostacola per questioni di bottega.
Al paradosso si somma il problema. Che è rappresentato da un centro in crescita che si muove in modo ordinato e determinato. Il vero avversario interno del presidente Crocetta non è il Pd, ma lUdc di Giampiero dAlia che, fino ad ora, non ha sbagliato una mossa. Certo, il delfino di Casini è stato anche un po fortunato (lelezione di Ardizzone, appena per un voto, è stata soffertissima), ma tutto il resto, dal Governo agli equilibri di Sala dErcole, è filato liscio.
Ora, però, per lUdc la strada si annuncia in salita. Gli ostacoli, adesso, non stanno nel Governo dellIsola e a Sala dErcole, ma nello scenario politico nazionale. LUdc, a quanto sembra, potrebbe accodarsi dietro la candidatura di Mario Monti alla Presidenza del Consiglio (oggi solo il Corriere della Sera non dà Monti candidato premier certo). Unavventura non facile, perché Monti è stato un pessimo capo del Governo. Ha riempito gli italiani di tasse e ha portato a 2 mila miliardi di euro il debito pubblico del nostro Paese, condannando lItalia a una depressione economica simile, per certi versi a quella del 1929. Sua la responsabilità della disoccupazione e della povertà. Un disastro.
Oggi, lItalia, lungi dallessere libera, sembra un Paese prigioniero di una fallimentare Unione Europea controllata dalla solita Germania che, da quando si è riunificata (in buona parte a spese dei Paesi europei con alto debito pubblico, con il gioco dello spread), ha riesumato dalle sinistre ombre del Secolo breve il vecchio spirito di egemonia.
Insomma: Monti è un personaggio indifendibile, disastroso come economista, pessimo come governante e, per giunta, esponente di quella Massoneria finanziaria sulla quale, fino ad oggi, anche la Chiesa cattolica, per mera questione di convenienza, ha chiuso gli occhi (leggere gli sconti sullImu). Occhi che Santa Romana Chiesa dovrà adesso aprire, perché Casini, alleato di Monti, non ha nulla, ma proprio nulla a che spartire con la tradizione del Cattolicesimo sociale del nostro Paese (sul presunto cattolicesimo del PPE non ci pronunciamo perché non ne conosciamo le degenerazioni massoniche).
E il resto? I grillini hanno deciso di entrare nel grande gioco delle poltrone. Per fare che? Per partecipare al grande gioco della politica siciliana, tra affari, appalti, incarichi e via continuando? O per cambiare la Sicilia? La risposta comincerà ad arrivare nelle prossime settimane. Di fatto, per ora, si sono avvicinati al Governo Crocetta. Di fatto hanno le mani meno libere. Vedremo cosa combineranno. In ogni caso, hanno cominciato male, con giochi che ricordano il vecchio ‘consociativismo’ del vecchio Pci. Speriamo di sbagliarci.
Infine la vecchia alleanza tra Cracolici, il partito dei Siciliani di Raffaele Lombardo e Grande Sud di Gianfranco Miccichè. Che esce massacrata. Con Lombardo e Miccichè che, nei prossimi mesi, potrebbero perdere deputati a favore di Udc e Lista Crocetta. (sopra, Casini e Monti, foto tratta da diariodelweb.it)
Hanno fatto bene Lombardo e Miccichè ad affossare la candidatura di Nello Musumeci? In politica, si sa, non si piange mai sul latte versato. Però, a giudicare da quello che sta succedendo, forse