Ars, la solita pagliacciata: rinviata ancora la mozione di censura a Nelli Scilabra

SALA D’ERCOLE TORNERA’ A RIUNIRSI DOMANI. ALL’ORDINE DEL GIORNO C’E’ L’ELEZIONE DEL VICE PRESIDENTE DEL PARLAMENTO. SOLO DOPO SI POTRA’ ‘CENSURARE’ L’OPERATO DELL’ASSESSORE ALLA FORMAZIONE PROFESSIONALE. A MENO CHE PD E CROCETTA NON TROVINO UN IMPROBABILE ACCORDO. PERCHE’, ADESSO, A RISCHIARE LA FACCIA E’ FAUSTO RACITI SE NON DOVESSE MANTENERE LA RICHIESTA DI AZZERAMENTO DELLA GIUNTA

Come abbiamo scritto stamattina – e la nostra è stata una previsione esatta – la seduta di Sala d’Ercole di oggi si è risolta in una pagliacciata parlamentare. I protagonisti, in assoluto, sono stati il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, e il capogruppo della Lista Musumeci, Santi Formica. Il primo, tutto sommato, ha salvato la faccia. Mentre Formica, per la seconda volta, ha fatto saltare la possibilità di far votare la mozione di censura all’assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra.

E’ stata, quella di oggi, una giornata parlamentare farsesca e inutile. All’ordine del giorno c’è l’elezione del vice presidente dell’Ars e la mozione di censura all’assessore Scilabra.

Il centrodestra, con Francesco Cascio (Nuovo centrodestra democratico), chiede la convocazione della conferenza dei capigruppo. Siccome non c’è accordo tra le forze politiche, Cascio propone di cambiare il calendario dei lavori d’Aula. Mettere da parte l’elezione del vice presidente dell’Ars e votare la mozione di censura all’assessore Scilabra.

La proposta si vota. Indovinate chi è che impedisce alla conferenza dei capigruppo di cambiare il calendario dei lavori d’Aula e di votare subito la mozione di censura alla Scilabra? Il solito Santi Formica. Che replica a distanza di otto giorni il medesimo copione.

I maligni dicono che, ancora una volta, oltre a salvare l’assessore Scilabra, Formica pensa di intercettare i voti almeno di una parte del centrosinistra per farsi eleggere domani vice presidente dell’Ars.

Nel frattempo sono in corso le trattative tra il PD e Crocetta. Il segretario regionale del Partito Democratico, Fausto Raciti, chiede quello che chiede da mesi: l’azzeramento della Giunta. Crocetta risponde che è disposto a cedere ai cuperliani del PD due assessorati.

E’ una commedia degli equivoci: Raciti parla a nome di tutto il Partito, mentre Crocetta lo tratta come il ‘capo’ dei cuperliani siciliani. Raciti chiede l’azzeramento della Giunta e il cambio di linea politica. Crocetta non vuole azzerare nulla e, facendo capire che non sta trattando con tutto il PD siciliano – perché una parte del PD è con lui – si dice disposto a mollare due assessorati.

Insomma: il PD siciliano chiede di ridiscutere tutto l’assetto del Governo – compreso il ruolo di Confindustria Sicilia – e Crocetta non solo pretende di salvare dalle mozioni di censura le ‘assessore’ Scilabra e Linda Vancheri, ma le vuole continuare a mantenere in Giunta, vuole tenersi i suoi assessori e, forse – ma non è detto – concederebbe ai cuperliani l’assessorato al Territorio e Ambiente e l’assessorato all’Energia (o, in alternativa, il Turismo).

Di fatto, Crocetta non vuole cambiare nulla. Ribadiamo: è una commedia degli equivoci. Tant’è vero che, a un certo punto, Raciti rilascia una dichiarazione all’Ansa (che potete leggere in altra parte del giornale) dove dice che non c’è alcun accordo con Crocetta.

Il rischio, adesso, è che il giovane segretario regionale del PD siciliano si arrenda, accettando due assessorati invece che un radicale cambio di passo del Governo, a partire dall’azzeramento della Giunta. Raciti, ci informano, dovrebbe tenere. Ma in politica, si sa, tutto può succedere.

Di fatto è una partita giocata sulla pelle delle istituzioni, con un Parlamento bloccato che, da quando ha riaperto i battenti dopo la pausa estiva, non ha prodotto nulla.

In tutto questo, è andata in scena una breve seduta d’Aula, della quale riferiremo tra un po’. Con il presidente Ardizzone che ha deciso di rinviare tutto a domani.

Intanto la Commissione Bilancio e Finanze dà la copertura finanziaria allo scippo di circa 20 milioni di euro alla Crias. E’ un provvedimento contestato dagli artigiani e dagli agricoltori (questi 20 milioni di euro costituiscono un fondo di rotazione che serve alle imprese artigiane e agricole).

Con questi soldi il Governo conta di pagare i forestali rimasti scoperti (circa 19 milioni di euro) e il Ciapi di Priolo (un milione di euro).

L’incognita – come ha fatto notare il parlamentare Giuseppe Milazzo (Forza Italia) – è che il provvedimento venga impugnato dall’Ufficio del Commissario dello Stato. Non ci sarebbe da restare stupiti: il Governo e l’Ars stanno togliendo soldi agli investimenti produttivi in agricoltura e nell’artigianato per pagare spesa corrente: e questo non si dovrebbe porter fare.

Vedremo.

Appuntamento a domani. Con l’elezione del vice presidente dell’Ars. E, dopo, con la discussione della mozione di censura all’assessore Scilabra. Che verrà votata solo se salterà l’accordo tra il PD e Crocetta (e, ovviamente, i soliti ‘pupari’ del Governo regionale, che sono i convitati di pietra).

Lo scenario è il solito: Raciti che chiede l’azzeramento della Giunta. Crocetta che risponde proponendo due assessorati ai cuperliani.

Ci dicono che il presidente della Regione non vorrebbe tirare troppo la corda. Perché se domani l’Aula dovesse eleggere il vice presidente del Parlamento poi nessuno potrebbe fermare l’esame della mozione di censura da parte dell’Aula.

Dicono che il governatore vorrebbe cedere azzerando la Giunta. Ma i ‘pupari’ lo ‘tranquillizzano’: “Rosario, non ti preoccupare, tanto la mozione di censura non passerà, i voti in Aula li troviamo. E’ Raciti che deve calare la testa e accettare due assessorati. E’ lui che deve perdere la faccia, non noi. Noi ci dobbiamo tenere Nelli, Linda, l’assessorato all’Economia che non possiamo togliere a Giuseppe. Resistiamo, Rosario. Resistiamo, resistiamo, resistiamo…”.    

 

Giulio Ambrosetti

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