Ars, domani in Aula con l’incognita

In un clima un po’ confuso, in attesa della nuova manovra di bilancio che dovrebbe essere presentata dal Governo, l’Ars si accinge ad esaminare a votare il disegno di legge sulla doppia preferenza di genere e, forse, la doppia scheda (una per eleggere il Sindaco, la seconda per le elezioni dei Consigli comunali) e qualche altra cosa ancora.

Di fatto, a ridosso delle elezioni amministrative dei Comuni, Sala d’Ercole si accinge a cambiare la legge elettorale per le elezioni comunali. L’iniziativa è lodevole, anche non se mancano i mal di pancia.

Con l’eventuale introduzione della preferenza di genere gli elettori dovrebbero votare un uomo e una donna. Obbligatoriamente. Non è ancora chiaro – perché questo lo dovrà stabilire la legge – cosa succederebbe se un elettore dovesse votare per due uomini o per due donne. O, ancora, per un solo candidato. Il voto verrebbe annullato? Questo punto è fondamentale per evitare confusone e possibili controlli del voto.

C’è chi vorrebbe inserire altre novità. E’ il caso di Marco Falcone, Pdl, che propone “parità di genere anche nel consiglio di amministrazione di tutti gli enti e le fondazioni come in qualunque società partecipata degli Enti locali”.

Il vice capogruppo del Pdl all’Ars ha depositato un emendamento al disegno di legge (sottoscritto da tutti i suoi colleghi del Pdl) che domani torna al vaglio della prima commissione legislativa dell’Ars (Affari istituzionali) presieduta da Marco Forzese.

“L’approvazione di questo emendamento – sottolinea Falcone – renderà più completa, dunque maggiormente ispirata ai principi di democrazia, la legge che si va ad approvare”.

In realtà, al di là delle posizioni ufficiali, non è da escludere che, sotto la cenere di Sala d’Ercole, covi il fuoco. Tra i parlamentari di opposizione e di maggioranza si registra un po’ di nervosismo. L’argomento relativo alla doppia preferenza di genere, lo ribadiamo, è serio. Ma molti deputati verrebbero capire qualcosa in più sul bilancio. Altri ancora ritengono che la priorità – davanti a una Sicilia in grave affanno – sia l’economia.

Insomma, difficile prevedere quello che succederà domani non tanto in prima commissione, quanto in Aula. In ogni caso, il Pd – o quanto meno una parte di questo Partito – ha già fatto sapere che si opporrà a ‘blitz’:per esempio a cambiamenti radicali della legge elettorale. Passi la preferenza di genere. Ma non oltre.

La posizione del Pd non è un’impuntatura. Presso la prima Commissione legislativa ci sono da esaminare oltre 40 emendamenti. Poi, in Aula, si sa, può succedere di tutto. Anche la presentazioni di emendamenti. Magari con l richiesta di voto segreto. E allora… 

Positivo il commento di Nello Musumeci: “Siamo soddisfatti – dice – che il Governo regionale abbia condiviso come prioritaria l’introduzione della doppia preferenza di genere. Crediamo di essere stati fra i primi, il 19 dicembre dello scorso anno, ad avere posto il tema con un apposito disegno di legge”.

Il parlamentare dell’opposizione sottolinea, però, l’inopportunità della convocazione di una seduta d’Aula straordinaria: “Francamente – spiega – non condividiamo l’urgenza di un’apposita seduta d’Aula, perché si poteva benissimo aprire una finestra nell’avvio della sessione di bilancio”.

A dicembre i parlamentari del Gruppo Lista Musumeci (primo firmatario Gino Ioppolo) hanno presentato un disegno di legge proprio per consentire agli elettori di esprimere due voti di preferenza, “uno per un candidato di genere maschile ed uno di genere femminile”, allo scopo di garantire alle donne non soltanto un numero pari tra i candidati, ma una presenza numericamente paritaria anche fra gli eletti.

Ad esprimere dubbi è il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, Giancarlo Cancelleri: “Doppia preferenza di genere sì, ma con i nostri correttivi per evitare il controllo del voto”, afferma. E aggiunge: “C’è certamente bisogno di una partecipazione più numerosa alla vita della politica del Paese da parte delle donne, ma le controindicazioni potrebbero essere devastanti se il provvedimento non fosse accompagnato da opportuni correttivi”.

Cancelleri si riferisce al pericolo del ricorso ad accoppiate con alcuni nomi “civetta”, che potrebbero consentire ai ras del voto di controllare l’operato degli elettori nel segreto delle cabine elettorali.

“Il nostro correttivo – spiega Cancelleri- si chiama spoglio unificato, il vero argine al voto di scambio. Lo abbiamo inserito in un emendamento alla legge e prevede, a chiusura delle urne, il trasferimento, tramite forze di Polizia, delle schede dalle varie sezioni in cui si è votato presso un’unica sezione unificata per i Comuni con meno di 10 mila abitanti e in sezioni unificate di 15 mila cittadini aventi diritto al voto per città più grandi. Qui avverrebbe lo spoglio delle schede, alla presenza dei presidenti di seggio”.

Mescolando tutte le schede e, di fatto, impedendo l’analisi del voto, sezione per sezione, si dovrebbe scongiurare il controllo dei voti.

Il Movimento Cinque Stelle mira a portare a casa anche un altro risultato sul fronte trasparenza in sede di elezioni: l’abolizione delle tendine dalla cabine. “Si deve votare – dice il deputato Giorgio Ciaccio – senza le tendine nelle cabine, come avviene in tantissimi Paesi, come, ad esempio, negli Usa. La privacy sarà comunque garantita e si scongiurerà l’uso di telefonini o apparecchi telefonici, eccezionali strumenti di prova nelle mani dei burattinai del voto”.

I deputati del Movimento Cinque Stelle sono fiduciosi nel benevolo accoglimento degli emendamenti da parte dell’Aula.

“Non vediamo – afferma Cancelleri – chi potrebbe bocciarli. Un voto contrario, infatti, sarebbe spiegabile solo con interessi che viaggiano in direzione diametralmente opposta a quella della trasparenza e della democrazia”.

 


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