Ars: a grandi passi verso lo scioglimento anticipato?

GOVERNO A PARLAMENTO DELL’ISOLA SONO SEMPRE PIU’ IN DIFFICOLTA’. IL NUOVO PRELIEVO FORZOSO IMPOSTO DAL GOVERNO RENZI PER FINANZIARE LA SCENEGGIATA DEGLI 80 EURO AL MESE HA RIDOTTO LA MANOVRA A 136 MILIONI DI EURO. DA GIUGNO IN POI LA SITUAZIONE DELLA SICILIA POTREBBE NON ESSERE PIU’ GOVERNABILE

Ormai è ufficiale: Governo e Ars non ce la fanno. L’ultima ‘botta’, quella assestata dal Governo nazionale di Matteo Renzi è andata a segno. La Regione dovrà tirare fuori i 200 milioni di euro per i ‘famigerati’ 80 euro al mese per i redditi inferiori a mille e 500 euro. I soldi, per forza di cose, dovranno essere presi in parte dalle regolazioni contabili, in parte dei fondi di riserva e, in parte, dal fondo rischi del Bilancio regionale.

Il nuovo prelievo ‘forzoso’ da parte del Governo nazionale (che quest’anno ha scippato alla Sicilia un miliardo e 50 milioni di euro che, con i 200, fanno un miliardo e 250 milioni di euro!) ha fatto saltare, forse definitivamente, i conti della Regione.

Com’era prevedibile, il ‘tavolo’ sta saltando. Al Governo di Rosario Crocetta e a un’Assemblea regionale sempre più in difficoltà sono rimasti solo 80 milioni di euro circa di ‘Patto di stabilità’, 52 milioni di euro all’allegato 1 della Finanziaria impugnata dall’Ufficio del Commissario dello Stato e un altro po’ di milioni di euro dei fondi globali. Nel complesso, 136 milioni di euro circa. Poco o nulla rispetto ai bisogni dell’Amministrazione regionale e, soprattutto, dei siciliani.

La manovra è stata presentata ieri in Commissione Bilancio e Finanze. I soldi, a quanto pare, basteranno fino a giugno. Poi il Governo Crocetta si potrebbe ritrovare in uno scenario simile a quello della Francia prima della presa della Bastiglia…

Vediamo, per grandi linee, questa spartizione.

Circa 17 milioni per i Forestali, circa 20 ai Consorzi di bonifica. Il resto servirà per pagare gli stipendi a migliaia di soggetti.

E poi? Oltre 5 milioni per gli enti Azasi, Espi, Ems, gli enti economici della Regione in liquidazione eterna (a proposito: ma è vero che si spendono 500 mila euro all’anno per queste liqudazioni che non finiscono mai?). Altri 4 milioni e mezzo di euro per gli ex dipendenti dell’Ente minerariosiciliano. Quindi 3,4 milioni per cooperative sociali e consorzi agrari.

Poi interventi per l’Eas (Ente acquedotti siciliani).  E 1,2 milioni al Ciapi. 1,8 milioni all’Istituto Vite e vino. Circa milione al Corfilac di Ragusa. Idem per l’Istituto di incremento ippico e per l’Istituto zootecnico. Meno di 2 milioni di euro per le Riserve naturali.

E alla cultura? Molti rimarranno senza soldi. E’ il caso dell’Istituto nazionale per il dramma antico (Inda). E’ questo il ‘regalo’ della Regione siciliana all’Inda che quest’anno compie cento anni!

Va un po’ meglio per il Teatro Bellini di Catania (7 milioni di euro), per il Teatro Massimo di Palermo (3,7 milioni), per il Teatro di Messina (2,3 milioni) e per il Teatro Stabile Biondo di Palermo (un milione e mezzo).

Il ‘boccone’ più grosso se lo becca la Fondazione orchestra sinfonica, forse per ripianare i debiti delle passate quanto allegre gestioni.

Nel complesso, una manovra al ribasso. Una legge di variazioni di bilancio che variano poco o nulla e lasciano mezza Regione a ‘secco’. Con il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che in Sicilia fa il ‘galletto’. Ma che non si azzarda a protestare con Roma, per paura che il Governo Renzi lo mandi a casa.

Ma l’eventualità che il Governo Crocetta e l’Assemblea regionale vengano mandati a casa è ormai dietro l’angolo. Perché anche se dovesse passare questa manovra il Governo non avrà vita facile. Perché i problemi finanziari, ormai, sono enormi.

Quasi tutti i Comuni siciliani sono in ‘bolletta’. E mezza Sicilia, ormai, è in rivolta. Dopo giugno la situazione sociale potrebbe non essere più sotto controllo.

 

 

Redazione

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