Giuseppe D'Ignoti, 31enne catanese, è in carcere per reati nei confronti della compagna con cui aveva convissuto per circa sei mesi. La donna, innamorata dopo aver chattato sull'app di messaggistica, si era trasferita dalla Lombardia per vivere con lui, che era già stato detenuto per violenza sull'ex moglie
Arrestato per violenza sessuale e riduzione in schiavitù Conosciuti su Whatsapp, con lei si fingeva marocchino
Riduzione in schiavitù, violenza sessuale continuata, sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali gravissime. Sono questi i reati per cui è indagato Giuseppe D’Ignoti, catanese di 31 anni, commessi nei confronti della donna con cui aveva convissuto da aprile a settembre e tutti aggravati dalla crudeltà, dai futili motivi e dall’aver approfittato della maggiore forza fisica.
Questa mattina nei suoi confronti il personale della Digos della questura di Catania ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Catania su richiesta della procura della Repubblica dopo una rapida attività di indagine.
La vittima, di nazionalità russa, era da tempo residente in Italia in un piccolo paese della Lombardia e aveva conosciuto il suo carnefice, alla fine del 2016, su un gruppo aperto su Whatsapp. Nello scorso mese di aprile, la donna invaghita aveva raggiunto a Catania l’uomo che, essendosi convertito alla fede musulmana, si presentava sempre come originario del Marocco con il nome falso di Yussuf.
Dopo un breve periodo di convivenza serena, sarebbero iniziate gravissime violenze a sfondo sessuale, sevizie fisiche e psicologiche, seguite anche da minacce di morte per la giovane donna e per i suoi familiari. Costretta a non uscire di casa e a subire aggressioni nel corso delle quali ha spesso riportato lesioni gravissime, tanto da esser costretta a far ricorso alle cure dei medici, la donna era obbligata da D’Ignoti a fornire versioni non veritiere ai sanitari.
La vittima per mesi sarebbe stata costretta a indossare il velo islamico, a pregare insieme all’uomo e a guardare insieme a lui video in cui erano riprese uccisioni commesse da uomini arabi in divisa nera e verde, ai danni di prigionieri occidentali uccisi perché infedeli. La donna sarebbe stata inoltre obbligata a non andare in giro come le donne occidentali perché la conversione all’Islam di una donna con capelli biondi e occhi chiari gli avrebbe fatto acquisire prestigio nei confronti degli altri islamici.
Dopo l’ennesima aggressione, la vittima è riuscita a fuggire mentre era ricoverata in un ospedale catanese. Da lì ha iniziato un lungo viaggio in treno, passando per Paternò e Napoli per poi giungere a Torino dove, lo scorso 22 settembre, ha sporto una denuncia dettagliata di tutti i fatti subiti al personale della squadra mobile della Questura piemontese.
Mentre la vittima è stata portata in una località protetta, la Digos di Catania ha condotto in carcere Giuseppe D’Ignoti, già noto per precedenti penali per reati di violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti nei confronti dell’ex moglie per i quali aveva scontato la pena in carcere dal 2010 al 2015.