L'1 dicembre il sindaco Enzo Bianco inaugurava «uno dei più bei centri direzionali d'Italia». Dove sono stati trasferiti cinque uffici, tra cui il servizio anagrafico. Eppure le linee telefoniche non sono ancora attive e a chi ha problemi motori ed è nato prima del 1950 non resta che pagare un centro disbrigo pratiche privato
Anagrafe, l’odissea di un cittadino per un certificato Uffici senza telefono e servizio a domicilio sospeso
«Era una delle grandi incompiute. Ci sono voluti quindici anni, ma adesso Catania ha uno dei più bei centri direzionali d’Italia». Era il 1 dicembre 2015 e il sindaco Enzo Bianco presentava la nuova sede di alcuni servizi pubblici, tra cui l’anagrafe etnea spostata dalla zona del castello Ursino a via La Marmora. Un totale di cinque uffici, 12mila metri quadrati e 150 stalli per il parcheggio gratuito. Eppure, a un mese e mezzo dal trasferimento, i locali sono ancora senza linea telefonica. E i numeri che si trovano online, sul sito del Comune, «sono rimasti legati alla vecchia sede», spiegano dall’ufficio relazioni con il pubblico (Urp) ai cittadini che in questi giorni provano a ottenere un certificato. E non è l’unica sorpresa. A non funzionare è anche il servizio per ricevere a domicilio i documenti, annunciato dal primo cittadino a metà novembre.
Trascorsi più di trenta giorni dal trasferimento dell’Anagrafe, sul sito del Comune di Catania è stato aggiornato l’indirizzo della sede – da via Transito a via La Marmora – e la descrizione del nuovo centro direzionale, compresa la foto del sindaco all’inaugurazione. Ma non i contatti telefonici, gli stessi di sempre, che squillano a vuoto. «Ho provato a chiamare l’Urp del Comune e mi hanno dato dei nuovi recapiti», racconta Carmelo, 67 anni e un’operazione recente all’anca che rende preferibile evitare il viaggio verso i nuovi uffici per ottenere un certificato di nascita. «Ho provato a chiamare i nuovi numeri, ma anche in questo caso sono rimasto senza risposta». Così il cittadino richiama gli addetti comunali e la conversazione assume una piega da commedia: «Guardi, provi a chiamare l’ufficio matrimoni», «Ma io non mi devo sposare», «Eh, ma magari loro rispondono». «Ma allora le linee funzionano o no?», si chiede Carmelo, che intanto è rimasto senza certificato. «Mi hanno detto di provare alla municipalità, ma lì rilasciano i documenti solo ai nati dopo il 1965».
E sempre a chi ha meno di 50 anni è rivolto il nuovo servizio online Comune amico per stampare i certificati da casa. Questo sì funzionante. «Ma io di anni ne ho 67 e allora, cercando sull’elenco telefonico, ho pensato di chiamare il numero verde del Comune per la consegna a domicilio dei documenti». Il riferimento è al servizio Pronto anagrafe, «lanciato nella mia precedente sindacatura per ricevere comodamente a casa, pagando una piccola somma, qualunque certificato – spiegava il sindaco Bianco a metà novembre – Si tratta di un segno di attenzione nei confronti dei nostri concittadini ai quali cerchiamo di rendere la vita meno difficile». «Ma al numero verde non risponde nessuno e l’Urp del Comune mi ha detto che il servizio è stato sospeso». Così a Carmelo non resta che andare di persona all’anagrafe, nonostante l’anca fresca di operazione. Oppure rivolgersi ai privati. «Ho contattato un centro privato per il disbrigo pratiche di cui avevo il volantino – conclude il cittadino – Per recapitare a casa un certificato di nascita chiedono 15 euro. Non sono affatto pochi, ma l’alternativa è combattere con il Comune».