Da un lato le dichiarazioni dell'attuale presidente del consiglio di amministrazione, che denuncia la riduzione dei bus in esercizio e nessun utile. Dall'altro quelle del vecchio cda, che oggi annuncia di volersi rivolgere al tribunale per difendersi
Amt, uno scontro sui numeri tra La Rosa e Bellavia Botta e risposta sui bilanci della società partecipata
Puccio La Rosa scansa, aggira o scavalca ogni domanda che la butti in politica. L’ex presidente del cda di Amt è convinto di avere ragione sui numeri, e non intende divagare. Ieri il suo successore Giacomo Bellavia ha convocato i giornalisti per tratteggiare una situazione dell’azienda non particolarmente confortante, soprattutto in prospettiva. Nessun utile di bilancio, assenza di numerose figure apicali tra i dipendenti, riduzione dei bus «in esercizio» (ovvero su strada) e dei passeggeri. Dichiarazioni che hanno fatto saltare dalla sedia La Rosa. Che adesso, «in assenza di una smentita», non esclude di rivolgersi a un tribunale per difendere l’operato suo e degli altri membri del Consiglio uscente, le ingegnere Raffaella Mandarano e Stefania Di Serio.
Sono La Rosa e Mandarano ad accogliere i giornalisti, bagnaticci per la pioggia, nello studio legale dell’ex presidente. E il primo tema che viene sviluppato è il bilancio dell’Amt, il suo stato di salute. «Bellavia parla di un dato previsionale, aggiornato al 30 settembre, che prefigura un sostanziale pareggio, se non una leggera perdita», spiega La Rosa mentre scartoffia tabelle numeriche. «Ecco i dati – continua – il bilancio di verifica al 30 settembre 2018 attesta un attivo di oltre 280mila euro». A parte questo, i due illustrano un pacchetto di voci attive e interventi che potrebbero contribuire a chiudere con segno positivo la stagione 2018. Quanto all’indebitamento dell’azienda, i grafici di La Rosa e Mandarano indicano che a partire dall’uno settembre 2017 si sarebbe ridotto di circa 21 milioni di euro, ovvero del 40 per cento. «In un solo anno di mandato, anziché tre», ripete più volte l’avvocato.
Se poi si passa al numero medio giornaliero di autobus a disposizione dei cittadini («circa 70», a detta di Bellavia), tra gennaio e giugno 2018 La Rosa calcola 97,6 mezzi. Con un incremento del 9,5 per cento rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente. «L’incremento – si legge nel fascicolo consegnato ai cronisti – si mantiene quasi inalterato anche per il periodo che va da luglio alla fine di settembre». Senza dimenticare i 42 nuovi vettori acquistati lo scorso anno con fondi Pon Metro.
Un ultimo tema di rilievo è la pianta organica di Amt Catania spa. Qui le versioni quasi combaciano. Bellavia aveva lamentato ieri come, tra i dipendenti, manchino figure burocratiche intermedie e apicali, e quanto questo rischi di far perdere incisività all’azione amministrativa a tutti i livelli. La Rosa e Bordonaro abbozzano, ma sorridono. «Proprio questo ci ha costretti più volte a presentarci in autoparco alle cinque del mattino – commenta Mandarano – e se il presidente aveva in effetti un suo appannaggio, io e Stefania Di Serio no».
Per altro, aggiunge Mandarano, «nessuno di noi è stato ringraziato, né a voce, né per iscritto, dal Comune di Catania». Leggasi: dal sindaco Salvo Pogliese. Il quale, inoltre, secondo La Rosa avrebbe in parte forzato le forme previste per la convocazione della seduta in cui il cda è stato revocato. «Ex lege – precisa – il socio può richiedere una convocazione, non convocare direttamente come è stato fatto. Ma sono sfumature che ho lasciato cadere. Io ho convocato più volte l’assemblea anche in estate, e avevo segnato una seduta al 12 ottobre proprio per parlare di revoca». Quando le domande si fanno più politiche, La Rosa non smentisce la sua vicinanza a Luca Sammartino «e soprattutto a Valeria Sudano», pur non avendo mai preso la tessera del Pd. E ricorda il suo legame con Gianfranco Fini. Ma evita polemiche con Diventerà bellissima, movimento a cui appartiene Bellavia. «Se la ragione di quelle dichiarazioni è politica – ribadisce – non mi riguarda. Avessi potuto candidarmi al Consiglio comunale, suppongo che sarei stato capolista. Ma non era mia intenzione».