Amt, domani gli autobus fermi per lo sciopero «Vertici aziendali dichiarino il loro fallimento»

È tutto pronto per la giornata di sciopero del trasporto pubblico locale. Dalle 10 di domani  incroceranno le braccia e spegneranno i motori degli autobus i lavoratori delle sigle sindacali Faisa-Cisal e Fast-Confsal. Al centro della mobilitazione c’è la crisi che ormai da mesi inghiotte l’Azienda metropolitana trasporti, tra debiti milionari, tagli alle corse, ritardi, finanziamenti dimezzati e un management che secondo i sindacalisti Giovanni Lo Schiavo e Romualdo Moschella «arranca vivendo alla giornata». L’astensione al lavoro inizierà con un momento di aggregazione davanti la sede della partecipata in via Sant’Euplio, da qui prenderà il via un corteo che si snoderà da piazza Roma, passando per via Etnea fino a raggiungere la sede della prefettura. A palazzo Minoriti lavoratori e sindacati chiederanno un faccia a faccia con la prefetta Maria Guia Federico. «L’azienda è al tracollo e non ci sono iniziative serie per risolvere la situazione – spiega a MeridioNews Moschella -. Ecco perché chiediamo la partecipazione dei cittadini».

La via d’uscita sembra ancora lontana e subito dopo l’estate gli autisti potrebbero decidere di fermarsi nuovamente: «Lo faremo se non emergeranno elementi rilevanti per risolvere questa crisi», precisa il sindacalista. Sul tavolo c’è sopratutto il nodo dei debiti. Sull’azienda, che conta quasi 800 dipendenti, pesano le pretese dell’Inps per undici milioni di euro, ma anche quelle dei fornitori. Ci sono poi i tanti mezzi che, secondo i lavoratori, sono ormai datati e in alcuni casi pronti alla rottamazione «senza macchinette per obliterare i biglietti e sprovvisti pure dei climatizzatori». 

Ad avere il dito puntato contro è il presidente Carlo Lungaro e il direttore generale Antonio Barbarino. Quest’ultimo ha annunciato il pagamento degli stipendi di giugno parlando, attraverso La Sicilia, di una «situazione migliorata rispetto al passato». «Con ogni probabilità è abituato a campare alla giornata – replicano all’unisono i sindacalisti – Lui si vede un altro film rispetto a quello che invece siamo costretti a vedere noi stando a contatto giornalmente con lavoratori e utenza, esasperati da una condizione lavorativa da terzo mondo e da un servizio pubblico scadente, al minimo della decenza». Per Barbarino la vicenda Amt potrebbe trovare una boccata d’ossigeno con lo sblocco della transazione con la Regione per quanto riguarda i chilometri.

Il riferimento è al il doppio taglio voluto da Palermo nel 2012 e che ha causato all’azienda una decurtazione di 18 milioni di euro nei fondi. Cioè il contributo annuale che l’azienda percepisce dalla Regione e dal Comune per la strada percorsa dagli autobus. «Per tutti questi motivi, riteniamo che un minimo di buon senso e di onestà intellettuale, dovrebbero spingere il presidente Lungaro e il direttore Barbarino a dimettersi dai propri ruoli e passare la mano e dichiarando il loro totale e personale fallimento a seguito di obiettivi mai raggiunti».


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