Almaviva, dopo il corteo arriva l’incontro con la Regione Rosso: «Nessuna risposta concreta, protesta continua»

Per i lavoratori Almaviva non c’è più tempo. E così la protesta si fa più fitta di impegni per riuscire a dare speranza alle 1600 famiglie che sono a rischio licenziamento a settembre. Oggi il corteo che da piazza Verdi è arrivato in piazza Indipendenza ha visto la partecipazione di circa 700 persone che hanno aderito alla manifestazione indetta dalla Cgil.  Accanto ai lavoratori anche questa volta sono scesi in piazza il sindaco Leoluca Orlando e l’assessora comunale al Lavoro Giovanna Marano. Palermo è la prima città d’Italia per numero di addetti nei call center. Un capitolo in termini di occupazione che la città non può permettersi di chiudere. 

«Non voglio neanche pensare – ha dichiarato Orlando a cosa possa succedere ed è la ragione per la quale noi oggi siamo qui in piazza, insieme ai lavoratori, per dire che Palermo è una città di riferimento in Italia nel settore dei call center. Non si può consentire, nell’indifferenza degli organi regionali e nazionali, che questo accada. Abbiamo chiesto l’intervento forte da parte del governo nazionale e ci auguriamo che anche la Regione sia accanto a noi nel formulare questa richiesta, perché occorre fare un tavolo nazionale sulla vertenza di Palermo». 

E non è un caso se il corteo si è fermato proprio davanti a Palazzo DìOrleans, sede della Regione. Verso le 13.30 una delegazione è stata ricevuta dal presidente della Regione Nello Musumeci. Per il sindacato però l’incontro non ha avuto esito positivo: «La Regione non ci ha dato risposte concrete né tempi certi di intervento sui temi della vertenza – afferma Maurizio Rosso, coordinatore regionale della Slc Cgil – ci aspettavamo un impegno diverso visto che ormai il 9 settembre è vicino e queste 1600 persone rischiano di restare senza lavoro. Continueremo a protestare per chiedere una soluzione per garantire l’occupazione a queste famiglie. Bisogna pretendere un’azione concreta contro le delocalizzazioni, certezza nei contratti e dell’applicazione delle tariffe contrattuali, controlli sul sommerso nel settore e la creazione di un fondo strutturale».

Da un lato c’è l’esigenza di un impegno delle istituzioni, dall’altro quello dell’azienda. «Se l’azienda vuole fare sul serio, noi faremo sul serio più di loro – ha detto il segretario Cgil Palermo Enzo Campo – Palermo non si può assolutamente permettere di perdere 1.600 posti di lavoro e l’azienda non può permettersi di licenziare 1.600 persone che hanno fatto tanti sacrifici in questi anni e hanno perso parte del loro salario perché hanno investito in questo lavoro. Abbiamo fatto tanti accordi in questi anni, alcuni li abbiamo firmati anche noi come Cgil, altri non li abbiamo firmati. Sono state rispettate tutte le parti nelle quali l’azienda ha preso dai lavoratori. Nel momento in cui l’azienda avrebbe dovuto dare qualcosa, ecco che arrivano le lettere di licenziamento. Noi questo non lo tollereremo».

AGGIORNAMENTO

Grande partecipazione dei lavoratori Almaviva Palermo oggi allo sciopero e al corteo verso Palazzo d”Orleans, con un’adesione di oltre il 75 per cento delle risorse dell’unità produttiva, e il palazzo di via Cordova “vuoto”, e con la presenza alla manifestazione anche del sindaco di Palermo, dell’assessora Marano e dei consiglieri Inzerillo e Chinnici. Le organizzazioni sindacale sono state ricevute dal presidente della Regione Nello Musumeci e dall’assessore allo Sviluppo Economico Mimmo Turano.

Le stesse hanno rappresentato lo stato di crisi e le difficoltà che persistono nel settore dei call center, l’assenza di regole e di trasparenza sui contratti commerciali con i committenti, l’assoluta necessità del rispetto delle tariffe minime stabilite dalla legge, circostanze queste che investono soprattutto i lavoratori di Almaviva Palermo già in una situazione di emergenza, che potrebbe precipitare nella prima decade di Settembre con l’apertura della procedura di licenziamento per 1600 lavoratori palermitani.

Il sindacato ha chiesto al presidente di esercitare tutta la forza politica nei confronti dei committenti, chiamati a garantire volumi di attività utili alla sostenibilità sociale della vertenza. Il presidente della Regione ha dichiarato che già in serata chiederà l’istituzione di un Tavolo Ministeriale per Almaviva, e procederà ad attivare un confronto con i maggiori committenti, Tim e Wind.

Fortemente richiesto da parte sindacale un confronto con l’assessorato alla Formazione, cosa su cui il presidente si è impegnato a verificare la sostenibilità di interventi strutturali per la riconversione professionale, facendo specifico riferimento ad un precedente protocollo d’intesa sottoscritto con Anpal che prevedeva circa 20 milioni di risorse per la riconversione di lavoratori di aziende in crisi, compresa Almaviva.

Inoltre lo staff del presidente ha chiarito che la gestione del CUP regionale riguarderà esclusivamente i lavoratori già sottoposti al percorso di riqualificazione IT in sede aziendale. Il presidente ha sottolineato di non essere in grado di prendere nessun impegno con i lavoratori senza preventivamente aver verificato il percorso sopra rappresentato, aggiornando la riunione a una data successiva a queste verifiche. 


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