Alberghi: registro clienti collegato a centrale di polizia «Sempre gli stessi controlli, ma ora è tutto immediato»

Criminali e soprattutto latitanti dovranno rivedere i propri personali piani di fuga. Da oggi, infatti, ci penseranno due volte prima di decidere di sostare in un albergo. A incastrarli ci pensa un nuovo sistema informatico collegato direttamente con la centrale operativa della polizia, che permette di fare delle verifiche immediate su ogni cliente che si registra. È così che la scorsa notte è stato arrestato un latitante di origine tunisina in un albergo nei pressi della stazione centrale, Rafik Dhaou, accusato di traffico di droga e ricercato dalla Procura catanese. Sceglie però il nascondiglio sbagliato e viene beccato dalla polizia poco dopo aver messo piede nella camera appena prenotata. Prima di lui, un altro clamoroso arresto: quello del cinquantaduenne Mario Strano, boss catanese pizzicato anche lui dagli agenti palermitani alla vigilia di Ferragosto, mentre trascorreva le vacanze con i parenti in un resort sul mare ad Altavilla Milicia e che ha reagito opponendo resistenza e tentando la fuga.

Sono solo due casi che, avvenuti a distanza di poche settimane, hanno suscitato sorpresa e apprezzamento per il nuovo sistema che ne ha permesso l’individuazione e l’arresto. Sistema che, però, di nuovo in realtà ha solo il fatto di essere digitale e quindi più tempestivo. «I controlli fatti sui dati delle persone che si registrano in una struttura alberghiera, prima appuntati manualmente, adesso si informatizzano, venendo smistati in tempo reale alla centrale operativa», spiegano gli agenti, che sottolineano che «si tratta dei normali controlli ai quali qualsiasi viaggiatore si sottopone abitualmente recandosi in aeroporto, niente più niente meno». Un sistema, inoltre, che esiste già da tempo in tutte le strutture ricettive e che adesso sta iniziando a dare i suoi frutti. Un metodo vecchio quindi che veste adesso panni più moderni e che permette di «snellire notevolmente e velocizzare» controlli che prima richiedevano un impiego di tempo decisamente maggiore, una volta ottenute le schede di registrazione di ogni cliente da parte delle strutture.

Ecco, invece, spuntare adesso tutto in sovrimpressione su un monitor della centrale presidiato 24 ore su 24 dagli agenti di turno, che leggeranno tutto di ogni cliente registrato. E la privacy? «Si tratta di normalissime verifiche, quelle a cui ci si sottopone quando si viaggia ad esempio, non sono indagini per così dire invasive – spiegano ancora – In questa maniera ci viene segnalato un nome già attenzionato di qualcuno ricercato, e dopo le verifiche necessarie con il 113, partono gli agenti o si mobilitano le volanti già in strada». A un dato nome e cognome, dunque, è possibile sapere subito se corrispondono reati e pendenze con la giustizia. Basta segnarsi l’indirizzo dell’albergo, e il gioco è fatto.

Silvia Buffa

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