«Voglio sapere dall’amministrazione comunale come intende rilanciare il percorso della regolarizzazione del mercato dell’usato all’Albergheria. È naturale e scontato che io anche tra cento denunce continuerò questo processo. Si è trattato di un incidente, e scatteranno le contro denunce, sono scioccato». Sono amare le parole del presidente della prima Circoscrizione, Massimo Castiglia, appresa la notizia della denuncia a suo carico fatta da un agente della polizia municipale in occasione di un workshop sul mercato dell’usato in piazza Napoleone Colajanni.
E non si è fatto attendere il sostegno a Castiglia espresso da Sinistra Comune, per bocca del capogruppo Giusto Catania: «Esprimo solidarietà al presidente della prima Circoscrizione, a nome del gruppo consiliare di Sinistra Comune. È evidente che siamo davanti ad un eccesso di zelo da parte di un agente della polizia municipale di Palermo che, paradossalmente, avanza una denuncia nei confronti di un rappresentante istituzionale del Comune, reo di aver costruito un percorso di fiducia e di collaborazione tra le istituzioni e i cittadini. Conosciamo il rigore morale e la passione politica del presidente Castiglia e siamo certi che qualsiasi ipotesi di reato sia destituita di fondamento».
Alla base della vicenda un momento di tensione durante una manifestazione tappa di un percorso lungo che da anni vede Castiglia impegnato in prima persona per cercare di risolvere un problema annoso nel quartiere, che tocca le fasce più deboli della popolazione. «L’azione virtuosa svolta, in questi anni, dalla Circoscrizione – aggiunge Catania – non può essere derubricata dentro una questione giudiziaria: verrebbero meno i presupposti per attuare un percorso di cooperazione tra i residenti di Ballarò, gli operatori del mercato storico e l’amministrazione comunale per giungere, nel più breve tempo possibile, alla regolamentazione e al riconoscimento del mercato dell’usato all’Albergheria».
Il comandante della polizia municipale Gabriele Marchese smorza i toni: «Sono convinto che sia tutto frutto di uno spiacevole equivoco e che ci siano i presupposti perché ci sia comprensione da parte di tutti. Probabilmente c’è stato un momento di concitazione. Sto cercando di capire quali sono le motivazioni, ma ritengo che la vicenda si possa chiudere in maniera civile ed evitare ogni conflitto».
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