Sono arrivati ieri sera a bordo della nave Sirio della marina militare. Del gruppo fanno parte anche 106 donne. Molti i minori non accompagnati per cui adesso si pone il problema di trovare una struttura idonea ad ospitarli. Una parte è stata trasferita al Cara di Mineo, mentre circa 350 persone sono state trasferite al Palaspedini
Al porto 524 migranti, di cui 142 minori E’ lo sbarco più numeroso a Catania
E’ tra gli sbarchi più numerosi registrati a Catania in questi anni. Ieri sera, intorno alle 20:40, la nave Sirio della Marina militare ha portato nel porto etneo 524 migranti, salvati a largo mentre viaggiavano verso la Sicilia su più imbarcazioni.
Il gruppo è formato da 276 uomini, 106 donne e 142 minori provenienti da diversi Paesi: Siria, Palestina, India, Pakistan, Tunisia, Nigeria, Bangladesh. Secondo quanto riferito dalla capitaneria di porto, tutti si trovano in buona condizioni e nessuno ha avuto bisogno di cure mediche in ospedale. Lunghe le operazioni di prima accoglienza che hanno impegnato per tutta la notte forze dell’ordine e operatori della Croce Rossa.
L’intervento fa parte dell’operazione Mare Nostrum. Due le destinazioni scelte dalla Prefettura: una parte dei migranti sarebbe stata trasferita al Cara di Mineo questa mattina, mentre ancora circa 350 persone rimangono al Palaspedini, l’impianto sportivo vicino allo stadio Massimino, dove già si trovavano 22 minori non accompagnati arrivati a Catania lo scorso 12 settembre e in attesa di una sistemazione idonea.
Nella mattinata di oggi sono stati arrestati due uomini di origine egiziana, ritenuti gli scafisti dello sbarco avvenuto ieri mattina. Si tratta di Ali Seif Gomaa Elsayed, 25 anni, e Galal Elsayed Eldharty, 33 anni, accusati di favoreggiamento dellimmigrazione clandestina. Avrebbero condotto il peschereccio di 15 metri privo di bandiera su cui viaggiavano 169 migranti soccorso dal pattugliatore Fiorillo e giunti ieri mattina a Catania. Le forze dell’ordine hanno anche sequestrato un telefono satellitare noto con il termine Thuraya da cui gli scafisti avrebbero lanciato l’allarme non appena giunti in acque internazionali.