I carabinieri della tenenza di Misterbianco hanno fermato un 17enne del posto poiché ritenuto responsabile di tentato omicidio, detenzione e porto illegale di arma da fuoco. In un giorno le forze dell’ordine hanno chiuso il cerchio intorno all’agguato dello scorso 18 giugno. Un 46enne, in via Firenze nella frazione Monte Palma, era stato ferito a una spalla. Mentre infatti si trovava davanti la Onlus per cui lavora, era stato raggiunto da tre colpi di pistola. Fondamentali le testimonianze acquisite nell’immediato e l’analisi delle immagini registrate dalle telecamere attive nel raggio di qualche km. Dai filmati è stata individuata una Nissan Micra di colore azzurro con a bordo un giovane. Attraverso il numero di targa dell’auto si è giunti al proprietario, fratello del fermato, il quale, estraneo totalmente ai fatti, asseriva di non trovare le chiavi dell’auto che qualcuno, a sua insaputa, aveva portato via.
Mancando all’appello proprio il 17enne, per il quale nessuno dei familiari sapeva dare indicazione di dove si trovasse, è iniziata una vera e propria caccia all’uomo in tutta la provincia etnea. Terminata nel tardo pomeriggio di ieri, quando il minorenne, sentitosi accerchiato, in compagnia di un legale di fiducia si è costituito ai carabinieri di Misterbianco. Posto di fronte ad un quadro accusatorio inconfutabile, ha prima condotto gli investigatori nel luogo dove aveva occultato l’arma utilizzata nell’agguato, per poi confessare. Il 17enne avrebbe agito in difesa della propria madre che, da circa un anno, non riceveva il denaro equivalente all’affitto mensile dovuto dalla vittima per la locazione di una abitazione. Per sparare, il ragazzo ha utilizzato un revolver calibro 38 Smith & Wesson, ritrovato – con ancora nel tamburo i tre colpi esplosi e due carichi – nascosto nelle tubature dell’acqua nei garage sotto casa.
Il fermato, assolte le formalità di rito, è stato associato al centro di prima accoglienza per minorenni di Catania. L’arma, risultata clandestina, nei prossimi giorni sarà inviata agli esperti del Ris di Messina per gli opportuni esami tecno-balistici che ne potrebbero stabilire l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.
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