Antonio Longo, Gaetano Vezzi e Cristian Cusimano sono stati arrestati perché accusati del colpo al negozio di via Garibaldi, avvenuto la sera dell'8 marzo. Assieme a loro è stato fermato anche Salvatore Scafidi che li avrebbe aiutati, la settimana dopo, a rubare una Mini Cooper da un garage di Biancavilla
Adrano, arresti per violenta rapina al Compro oro Un dipendente colpito alla testa con una pistola
In quattro erano entrati nel Compro oro di via Garibaldi, ad Adrano, con il volto coperto e una pistola in pugno. Con il calcio dell’arma hanno ferito alla testa un dipendente del negozio, poi sono scappati con mille euro in contanti, alcuni oggetti in oro e beni personali della vittima. Era la sera dell’8 marzo e adesso tre dei rapinatori sarebbero stati individuati e arrestati. Si tratta di Antonio Longo (classe 1998, pregiudicato), Gaetano Vezzi (classe 1997, pregiudicato) e Cristian Cusimano (classe 1999). Assieme a loro è stato arrestato anche Salvatore Scafidi (classe 1997, con piccoli precedenti), perché accusato di essere stato complice del gruppo nel furto di una Mini Cooper avvenuto la notte del 14 marzo da un garage di Biancavilla.
Nel corso di una conversazione intercettata dalle cimici delle forze dell’ordine, due degli arrestati avrebbero descritto un itinerario relativo ad alcune strade di Adrano da percorrere per arrivare dal centro adranita a una zona isolata di campagna. Nelle immagini di videosorveglianza delle vie limitrofe a quelle del Compro oro rapinato, poi, si sarebbe visto Gaetano Vezzi correre, seguito da Antonio Longo, Cristian Cusimano e un’altra persona non identificata mentre indossano un passamontagna. Un’altra telecamera li inquadrerebbe poi mentre imboccano una stradina che li porta davanti al Compro oro.
L’arresto è scattato in questi giorni dopo che, nel corso di un’altra intercettazione ambientale, si sentono Scafidi e Longo affermare: «Ora ci saliamo e glielo andiamo a dire, ce ne dobbiamo andare, guarda che c’è qua, questo lo sai che significa…». Frasi che, per gli inquirenti, supportano l’idea che ci fosse un concreto pericolo di fuga degli indagati. Nel corso delle perquisizioni, dentro casa di Vezzi sono stati trovati e sequestrati 200 grammi di marijuana, motivo per il quale il ragazzo è stato accusato anche di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Tutt’e quattro sono stati portati nel carcere di piazza Lanza e il fermo è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania.