Amap si dichiara disponibile a gestire il servizio idrico nei 52 comuni del palermitano. Ma non vuole assumere i dipendenti di acque potabili siciliane. La denuncia del movimento 5 stelle. Una storia che dimostra che le future citta' metropolitane non servirebbero a fornire servizi ai cittadini, ma a rapinare i piccoli comuni per risanare i bilanci di del capoluogo dell'isola, di catania e di messina
Acqua, ‘caso’ APS: il Comune di Palermo vuole le reti, ma non il personale
AMAP SI DICHIARA DISPONIBILE A GESTIRE IL SERVIZIO IDRICO NEI 52 COMUNI DEL PALERMITANO. MA NON VUOLE ASSUMERE I DIPENDENTI DI ACQUE POTABILI SICILIANE. LA DENUNCIA DEL MOVIMENTO 5 STELLE. UNA STORIA CHE DIMOSTRA CHE LE FUTURE CITTA’ METROPOLITANE NON SERVIREBBERO A FORNIRE SERVIZI AI CITTADINI, MA A RAPINARE I PICCOLI COMUNI PER RISANARE I BILANCI DI DEL CAPOLUOGO DELL’ISOLA, DI CATANIA E DI MESSINA
Tra il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, è in atto solo un gioco delle parti, mentre cittadini e Comuni rischiano di affogare.
Il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle allArs è durissimo sulla questione del servizio idrico integrato, che rischia di creare il caos in 52 Comuni del Palermitano e di lasciare senza lavoro oltre 200 famiglie.
Per evitare questo – dice la deputata regionale grillina, Valentina Palmeri – auspichiamo, nel periodo transitorio, la gestione in capo all’Ato che salvaguardi l’efficienza della gestione attuale e i livelli occupazionali di Acque Potabili Siciliane. Chiediamo inoltre al presidente dellArs, Giovanni Ardizzone, che il disegno di legge attualmente in seconda Commissione (Commissione Bilancio e Finanze) sia velocemente portato in aula, al fine di salvaguardare la gestione con enti di diritto pubblico, la partecipazione popolare e la tariffa unica regionale.
Per la cronaca, Acque Potabili Siciliane (APS) è la società privata che, fino a poco tempo fa, ha gestito il servizio idrico in 52 Comuni dl Palermitano. La società è fallita e si sta cercando di capire cosa fare.
L’assessore regionale all’Energia, Nicolò Marino, dopo aver vagliato varie ipotesi, ha individuato nell’Amap – la società controllata dal Comune di Palermo – il possibile ente gestore di questo servizio. La situazione, però, si è arenata perché il Comune di Palermo, attraverso Amap, non avrebbe difficoltà a prendere in gestione le reti di questi 52 Comuni. Ma non vuole il personale.
La politica siciliana e specialmente quella palermitana – affermano i deputati Cinquestelle – si stanno distinguendo per l’ambiguità delle scelte. Se i Sindaci e il presidente della Regione si dichiarano per l’acqua in gestione pubblica, nei fatti, quando hanno l’opportunità di realizzare un ente di diritto pubblico che gestisca in efficacia, efficienza ed economicità il servizio idrico integrato, si tirano indietro”.
“Infatti – prosegue la nota dei grillini – nonostante il tentativo di far gestire ad Amap il servizio idrico integrato per tutta la provincia di Palermo, la stessa municipalizzata e il Sindaco di Palermo oppongono la questione economica dei costi per non assumersi la responsabilità della gestione.
Sorgono spontanee due domande – proseguono i deputati del Movimento 5 Stelle dell’Ars – . Prima domanda: il Sindaco di Palermo ha sempre parlato di area metropolitana, ma con quali finanze e con quali criteri la vuole gestire se, quando ha l’opportunità di gestire il servizio idrico integrato della provincia di Palermo, si tira indietro? Seconda domanda: il surplus di entrate di cui ha beneficiato Amap per l’applicazione del piano tariffario provinciale è stato utilizzato per fare investimenti, o è stato stornato per altre necessità?.
Una domanda è posta dai parlamentari M5S anche al presidente della Regione: A Crocetta chiediamo: perché si ostina a cercare una soluzione di gestione comunale, quando gli stessi Sindaci non vogliono riprendersi le reti e cercano una gestione di ambito ottimale dell’acqua? Il caso di Palermo ne è la prova.