Acqua a Palermo e provincia: ragionando su Eas e Amap

UN CITTADINI – ADDETTO AI LAVORI – SCRIVE ALL’ASSESSORE REGIONALE NICOLO’ MARINO

da Giovanni Pizzo
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Le scrivo da cittadino che ammira il suo coraggio nell’affrontare i bubboni maleodoranti che, specie nei settori dell’acqua e dei rifiuti, inquinano la nostra vita quotidiana. Le scrivo anche da cittadino che, per motivi professionali, ha vissuto in prima persona, e dall’inizio, la vicenda della gestione del servizio idrico nella provincia di Palermo, vicenda che in questi giorni vede delinearsi un epilogo disastroso, conseguenza di reiterate azioni ottuse della c.d. “politica”.

La situazione dell’ATO della provincia di Palermo era, sulla carta, un vero e proprio “eldorado”: un territorio con 1,2 milioni di abitanti, dotato di infrastrutture generosamente realizzate dallo Stato, con risorse idriche abbondanti e la presenza di un Gestore “industriale” (l’AMAP) che già serviva più del 50% della popolazione.

In tutti i posti normali al mondo (Acea nel Lazio, a Genova, a Torino, a Firenze), in situazioni come quella di Palermo, la riforma del servizio idrico integrato ha condotto all’aggregazione attorno al Gestore esistente per la creazione di un efficiente ed efficace Soggetto gestore unico. A Palermo si sceglie, con la connivenza degli stessi Amministratori che controllano l’AMAP, di affidare il servizio in concessione a privati, con la liquidazione di AMAP!

Ora sappiamo quali erano gli interessi: mettere le mani non solo sulla gestione ma, soprattutto, sui lucrosi lavori per investimenti di svariate centinaia di miliardi di euro senza gare di appalto. A dispetto dei poteri forti, si fece una battaglia per salvare AMAP e mantenere nelle sue mani (pubbliche) gli ingenti impianti di produzione dell’acqua “all’ingrosso”, che non servono solo Palermo, ma la gran parte (fascia costiera metropolitana) della Provincia.

Se quegli impianti fossero finiti nelle mani del privato, oggi racconteremmo una storia completamente ribaltata. I c.d. “privati” (APS) invece di cercare le sinergie con il Gestore esistente, cercano di “comprare” politicamente il Regolatore, con i metodi di sempre: le assunzioni mirate (qualcosa devono sapere il primo Presidente di APS e i Presidenti e gli Assessori di Provincia che si sono occupati della materia). Risultato la duplicazione di apparati.

Intanto il mondo si evolve, cresce il movimento che porterà al Referendum sull’acqua pubblica, il Regolatore si sfarina, restano i costi e i debiti e APS fallisce. A questo punto la c.d. “politica” invece di cogliere l’occasione per rimediare alla catastrofe azzerando e rimettendo le lancette dell’orologio dieci anni indietro, riesce a complicare ancora di più le cose.

Sono certo che a voi, quella di riesumare l’EAS in liquidazione deve essere apparsa la soluzione di minor male, ma così si va contro ogni logica giuridica ed amministrativa ed economico-industriale e si finirà incontro ad un nuovo capitolo di precariato regionale i cui costi ricadranno su tutti i siciliani, per una cosa che, invece, POTREBBE NON GRAVARE PER NULLA SUI CITTADINI!

La stampa riporta di inviti che avete fatto al Sindaco di Palermo e del rifiuto del suddetto. E’ su questo punto che c’è stato un equivoco: non di invito si deve parlare, ma di un preciso obbligo di intervenire, in ragione del fatto che il Comune di Palermo è stato, ed è tutt’ora, beneficiario di un enorme regalo che i cittadini siciliani tutti gli fanno, perché gli impianti per la produzione dell’acqua all’ingrosso che sono stati realizzati con i soldi di tutti, gli consentono non solo di produrre acqua per i palermitani a costi infinitamente più bassi di quelli che devono sopportare i Comuni utenti di Siciliacque ma, addirittura di trarne incassi vendendo la parte eccedente i bisogni della città ai Comuni (prima) e ad APS fino ad oggi.

Ebbene, se proprio non c’è modo di ripensare una diversa soluzione, se volete ripristinare una giustizia fra tutti i cittadini, allora, nello stesso provvedimento di legge necessario per attivare EAS e salvare 200 posti di lavoro, dovreste revocare l’affidamento ad AMAP della gestione dei sistemi Rosamarina – Scansano – potabilizzatore Risalaimi, Presidiana – Scillato – potabilizzatore Imera, Piana degli Albanesi – Casuzze – potabilizzatore Gabriele, Poma – potabilizzatore Jato, per affidarli al nuovo Soggetto Pubblico Regionale, cosicché il Sindaco di Palermo dovrà acquistare a prezzo regionale l’acqua all’ingrosso come tutti gli altri.

Inoltre poiché da diversi anni viene applicata ai cittadini di Palermo la quota tariffaria per gli investimenti di APS che non sono stati mai fatti, l’AMAP, che l’ha incassata, trasferisca quanto percepito indebitamente al nuovo Soggetto perché possa affrontare gli investimenti a suo carico. Forse, a queste condizioni, il Sindaco di Palermo dovrebbe rivedere i calcoli di convenienza.

 

Redazione

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