Fa passi avanti l'iter degli accertamenti su ciò che per anni è stato portato avanti all'interno del terreno ricadente nella frazione di Santa Caterina e di proprietà dell'impresa Dras Costruzioni. A marzo un tentativo di sopralluogo si era concluso con un nulla di fatto
Acireale, vigili controllano allevamento abusivo nella riserva Capi di bestiame sono stati macellati su disposizione dall’Asp
Potrebbero esserci a breve novità sul caso dell’abusivismo all’interno della riserva Gazzena, ad Acireale. Poche settimane fa, i vigili urbani hanno compiuto il sopralluogo all’interno dell’area dove per anni è stato allestito un allevamento di ovini e caprini, con la presenza di cavalli, e a ridosso del quale venivano lavorati prodotti caseari. Gli agenti della polizia municipale e i tecnici dell’ufficio Urbanistica hanno preso visione dei luoghi e adesso si attende il deposito della relazione. Il sopralluogo è arrivato a distanza di quattro mesi dal precedente tentativo che si era concluso invece con un nulla di fatto per la ferma opposizione della donna che, insieme al marito, ha gestito l’allevamento. In quell’occasione era stato anche l’avvocato dei coniugi ad avallare tale volontà e l’incontro si era concluso senza che la donna fornisse la chiave necessaria ad aprire il lucchetto apposto all’ingresso. A giugno erano stati i proprietari del terreno – la Gazzena, infatti, pur essendo una riserva naturale non è pubblica, anche se il Comune punta ad acquisirla al proprio patrimonio sfruttando i fondi del Pnrr – a chiedere all’ente locale aggiornamenti. «Stante la difficoltà a entrare all’interno del terreno, è stato chiesta all’autorità giudiziaria l’autorizzazione a poter accedere sui luoghi», era stata la risposta della polizia municipale. Nel giro di due settimane, però, le cose sono cambiate.
La querelle fra Dras Costruzioni, la società proprietaria, e i pastori va avanti da tempo. I riflettori sull’allevamento abusivo si sono accesero a gennaio 2021, quando, in seguito a un esposto, il personale dell’Asp sequestrò i capi di bestiame e una ventina di chilogrammi di formaggi. Con il trascorrere dei mesi, a chiedere l’intervento dell’autorità e lo sgombero dell’area era stata la stessa impresa senza però ottenere risultati. Sul finire dell’anno scorso, il titolare della Dras aveva denunciato anche al Comune il prosieguo delle attività da parte della coppia di allevatori sostenendo che l’insediamento si fosse anche esteso. Ne era seguito un paio di tentativi di accertamento, tutti andati a vuoto. In un primo caso era stato proprio il cambio di lucchetto ad avere impedito di varcare la soglia della riserva ai vigili, infine a marzo il rifiuto della donna. «Attendiamo fiduciosi i nuovi sviluppi e speriamo in una risoluzione celere della vicenda dal punto di vista penale», è il commento che arriva dai legali della Dras. Intanto, la disputa tra le parti prosegue anche sul piano della giustizia civile: gli allevatori, infatti, reclamano un diritto di usucapione sostenendo di essere presenti sui luoghi da oltre vent’anni, mentre la tesi della ditta, che si è opposta, è diversa.
Al momento dell’ingresso nel terreno della Gazzena, i vigili non hanno trovato animali. Il motivo di ciò è contenuto in un documento del dipartimento di Prevenzione veterinaria dell’Asp di Catania di cui MeridioNews ha preso visione. «I luoghi sono stati oggetto di apposito provvedimento che ha adottato l’ordinanza con la quale è stata disposta la macellazione di tutti gli ovicaprini presenti e lo spostamento degli equidi detenuti – si legge nella nota inviata alla Dras Costruzioni -. Tali adempimenti, a seguito di ricorso al Tar e al Cga, sono stati attuati in data 21 febbraio e in data 16 aprile». Un ulteriore controllo è stato effettuato dal personale dell’Azienda sanitaria anche a inizio del mese scurso. «In data 6 luglio personale della Uos Veterinaria di Acireale ha effettuato un intervento ispettivo sui luoghi ove insiste lo stabilimento di allevamento abusivo, riscontrando l’assenza di animali». Nella missiva viene anche specificato di non aver trovato tracce di recente passaggio di capi di bestiame né di attività di caseificazione, mentre è stata riscontrata la «presenza di rigogliosa vegetazione».