Acireale in attesa di nuove misure per smaltire l’amianto «Esiste un piano comunale ma deve essere aggiornato»

Quella della rimozione dell’eternit nei Comuni è una criticità ancora lontana dall’essere risolta. A 30 anni dalla legge nazionale che ha messo al bando l’amianto, le cui fibre una volta liberate nell’aria risultano nocive e sono causa di tumori e di diverse patologie all’apparato respiratorio, sono ancora molte le località della Sicilia a doversi adeguare con i piani di smaltimento. A pesare sono gli ingenti costi di bonifica e le difficoltà a individuare la presenza del materiale tossico nei territori: sia per quanto riguarda gli edifici pubblici – con coperture e manufatti di grandi dimensioni – sia per i privati, con vasche e tubature vecchie di oltre 40 anni che attendono ancora di essere eliminate. A questi si aggiungono le microdiscariche disseminate sul territorio, dove l’amianto viene abbandonato abusivamente. Acireale è uno dei Comuni che dopo la legge regionale del 2014 che disciplinava le norme per la mappatura e lo smaltimento dell’amianto, ha stilato un piano comunale per l’individuazione e l’eliminazione del materiale sul territorio. I piani stilati dagli enti locali, tra l’altro, sono necessari per potere successivamente accedere alle somme per le bonifiche disposte dalla Regione. Nella città dei cento campanili, l’iter è iniziato nel 2016. Il piano comunale di smaltimento amianto è stato stilato da Giuseppe Torrisi – oggi componente del settore Urbanistiche – che nel 2016 faceva parte del settore di Protezione civile negli uffici del Comune acese.

«Nel piano abbiamo mappato le strutture pubbliche e contiene anche le segnalazioni dei privati, oltre 90 siti da mettere in sicurezza di elevata pericolosità – afferma Torrisi a MeridioNews – Sia in relazione allo stato di esposizione e di conservazione. Abbiamo confrontato i siti mappati anche con le segnalazioni dei privati. Negli anni successivi al 2016 l’Ufficio ecologia ha ricevuto soltanto 40 segnalazioni, successivamente ne abbiamo riscontrate altre 70, questo significa che il privato non denuncia. E non stiamo parlando di piccoli elementi, come singole vasche o tubature, ma di coperture di grandi dimensioni». 

«Adesso – prosegue Torrisi – il piano andrebbe aggiornato e adeguato, perché ci potrebbero essere nuove segnalazioni dei privati. Ad Acireale, così come in altri Comuni, la presenza di eternit di grandi dimensioni è presente in maniera importante. Tuttavia è impossibile, soltanto con le casse degli enti, poter bonificare i territori». A essere chiamata in causa è la Regione, che nel frattempo, lo scorso 15 aprile ha annunciato un finanziamento «per la rimozione e lo smaltimento dei materiali contenenti amianto nelle abitazioni civili attraverso i fondi Poc 2014-2020 per incentivare i privati a bonificare le unità immobiliari». 

Un passaggio, in attesa che vengano date disposizioni per accedere alle somme, che fa il paio con il piano regionale amianto che il governo regionale ha pubblicato lo scorso anno con l’obiettivo di sostenere anche gli enti locali con le mappature, anche tramite foto satellitari, la presenza di eternit. Il documento contiene informazioni epidemiologiche e i criteri di localizzazione. Il prossimo passo, secondo l’agenda della Regione, è quello di creare gli impianti per lo smaltimento. Ma davanti a quanto delineato dal governo siciliano, sarebbero ancora tante le azioni concrete da intraprendere. Fino a pochi mesi fa, secondo quanto denunciato da Legambiente a questa testata, a mancare da parte della Regione era ancora una mappatura approfondita dei luoghi, una campagna informativa e, inoltre, bisogna ancora individuare i siti di smaltimento. Nel frattempo, all’interno della finanziaria che dev’essere approvata, è contenuto un emendamento che riguarda la proroga dei termini per la presentazione delle domande dei privati. 

Ad Acireale la questione amianto è tornata al centro del dibattito dopo la mozione in Consiglio che vede come firmatario il consigliere Ugo Trovato. Attraverso il documento, Trovato aveva proposto un capitolo di bilancio comunale «per incentivare i cittadini che fanno richiesta di bonifica e rimozione dell’amianto dai propri edifici». L’intenzione era di destinare le somme ai residenti, con priorità per quelle abitazioni confinanti con luoghi sensibili, quali asili, scuole, parchi giochi. Al momento della discussione in aula, la mozione non è stata votata per la mancanza di numero legale dei consiglieri. 

«L’iniziativa è lodevole, ma dare l’incentivo senza sapere in quale misura e con quali criteri darlo ai privati, non è fattibile – sottolinea l’assessore alla Protezione civile Salvo Grasso – Non siamo contrari, ma anche dal punto di vista delle disponibilità economiche non sarebbe possibile. Stiamo predisponendo un aggiornamento con il nuovo dirigente – conclude l’assessore – È in corso la programmazione di tutte le attività da svolgere dopo la rotazione dirigenziale di inizio aprile». Nella città dei cento campanili è ancora in fase di completamento la bonifica dall’amianto dell’ex stabilimento delle Acque Pozzillo, nell’omonima frazione acese. Un’operazione da circa 250mila euro, appaltata nel 2017, per eliminare quella che è stata considerata una vera e propria bomba ecologica. Dopo il contenzioso con il privato, finora è stato eliminato il 70 per cento dell’eternit dallo stabilimento.


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