Fare letteralmente la conta degli stranieri. La proposta arriva da Aci Catena dove il consigliere di maggioranza Giuseppe Aleo presenterà in consiglio comunale un’apposita mozione. L’obiettivo è impegnare l’amministrazione comunale a prendere misure concrete per appurare quanti siano i residenti non italiani presenti sul territorio. Un modo per garantire un uguale trattamento in tema di servizi e garanzie a tutti i cittadini, indipendentemente dalla nazionalità, secondo il promotore. Ma in molti vedono già nella proposta l’epressione di una politica che sempre più spesso rischia di solleticare impulsi xenofobi. «Non c’entra nulla – spiega il diretto interessato –. La mia richiesta nasce dal desiderio di vedere rispettate le regole da tutti, stranieri compresi».
Come nel caso della legge che regola la permanenza all’interno di un’abitazione. «La norma parla chiaro – continua Aleo –. Per vivere all’interno di un immobile bisogna poter dimostrare la disponibilità dello stesso, con un contratto d’affitto o con un semplice comodato d’uso gratuito. La mia convinzione è che molti tra gli stranieri presenti ad Aci Catena non godano di queste condizioni». La questione, secondo il consigliere, sarebbe proprio numerica: «Per l’ufficio anagrafe – aggiunge Aleo – gli stranieri sarebbero poco più di duemila, mentre in realtà a stazionare in città sono almeno il doppio, forse di più. Questa situazione crea problemi e disparità di trattamento».
Tra gli episodi che hanno spinto l’esponente di maggioranza a mettere per iscritto la proposta ce n’è uno registratosi a ridosso delle festività natalizie, quando tra i partecipanti all’iniziativa Natale Solidale – 700 voucher per buoni alimentari destinati alle famiglie meno abbienti – si è registrata una cospicua percentuale di stranieri. «Non voglio ghettizzare i non italiani – sottolinea il consigliere – ma è inaccettabile pensare che possa esserci qualcuno che gode delle opportunità offerte dall’amministrazione venendo magari meno ai propri doveri, come quello di pagare le tasse». È per questo, dunque, che la mozione prevede l’istituzione di un tavolo tecnico tra Agenzia delle entrate, carabinieri, polizia municipale e prefettura affinché si creino le condizioni per un vero e proprio censimento degli stranieri. Operazione, questa, che tuttavia sarebbe già di competenza – per qualunque cittadino – degli uffici comunali e dei vigili urbani al momento del cambio di residenza, ma che secondo Aleo non è sufficiente a far emergere i reali dati relativi all’immigrazione. «È evidente che non bastano i classici controlli. Se così fosse infatti all’anagrafe comparirebbero altri numeri. Fare un censimento – prosegue il consigliere – è nell’interesse degli stessi stranieri, bisogna evitare che all’interno di un’abitazione vivano anche dieci persone senza le condizioni igienico-sanitarie previste dalla legge».
Aleo, poi, tiene una volta di più a prendere le distanze da qualsiasi accusa di xenofobia: «Non c’entra nulla – dichiara -, non sarebbe un provvedimento rivolto agli extracomunitari ma a tutti gli stranieri, siano essi francesi, tedeschi o inglesi». E smentisce chi lo vorrebbe vicino al movimento siculo del segretario della Lega nord Matteo Salvini: «Non c’è alcuna trattativa – conclude Aleo –. Guardo a Salvini con interesse, perché dice le stesse cose che diceva un tempo Alleanza nazionale, ma da qui a confermare la volontà di entrare nel suo movimento ne passa…». In attesa che la mozione venga discussa in consiglio – condivisa da altri due consiglieri di maggioranza, Luigi Citraro e Pippo Sciacca – c’è già chi manifesta forti perplessità. È il caso del democratico Gianluca Grancagnolo: «Mi risulta difficile immaginare le modalità concrete con le quali si dovrebbe attuare questo conteggio, se non richiamando il concetto di rastrellamento – commenta il consigliere Pd –. Un Comune inoltre ha già i mezzi per effettuare questi controlli, senza bisogno di pensare all’intervento dei carabinieri, e mi riferisco alle modalità con cui è disciplinato il conseguimento della residenza. Già in quel caso i vigili sono tenuti a controllare l’esistenza delle condizioni necessarie per un’adeguata vivibilità».
«Innanzitutto, un referendum straordinario di solito viene richiesto quando i dati Istat riscontrati e la popolazione anagrafica di un Comune differiscono di molto. Ad Aci Catena la differenza è di sole 334 persone – aggiunge Bartolomeo Tagliavia, portavoce del Movimento 5 stelle locale – Ma la domanda che più si presenta è quali mezzi dovrebbero avere e chi li dovrebbe dare al “presidente del consiglio e all’assessore al bilancio per verificare l’esatta posizione tributaria dei cittadini comunitari ed extracomunitari”». Piuttosto, continua il portavoce grillino, «come M5s speriamo in un futuro immediato che il nostro Comune si preoccupi di attuare un percorso di integrazione per gli stranieri, che parta da corsi di lingua fino ad arrivare a verificare attraverso i servizi sociali se i bambini in età scolastica frequentano le scuole dell’obbligo». Nessun commento, infine, da parte del sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano, il quale afferma di non essere a conoscenza dei contenuti della mozione. «Non ne so nulla – dichiara al telefono il primo cittadino catenoto –. Quando arriverà in consiglio ci penserò».
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