Accadde in Sicilia il 24 maggio

da Giuseppe Scianò
leader del Fronte nazionale siciliana
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu ricordano che, proprio in questi giorni, ricorre il 98° anniversario dell’intervento del REGNO D’ITALIA nella “prima” GUERRA MONDIALE.

Guerra, – a quella data, – già in corso e nella quale l’Italia si inseriva nell’ambito della “ALLEANZA” promossa dalla Francia, dalla Gran Bretagna e dall’Impero Russo, contro l’Impero Austro-Ungarico e contro l’Impero Germanico.

Ovviamente, erano scesi in campo anche non pochi, fra gli Stati, piccoli e grandi, rispettivamente alleati con l’una o con l’altra potenza in lizza. E sarebbero intervenuti, – in un secondo tempo ma in modo decisivo, – persino gli STATI UNITI d’AMERICA.

Non a caso ed a lungo, quella guerra (iniziata nel 1914 e terminata nel 1918) fu chiamata “LA GRANDE GUERRA”. Si pensava, infatti, (purtroppo erroneamente) che non vi sarebbe stata più un’altra guerra di tali dimensioni, con milioni di morti.

Il Governo italiano, guidato da Vittorio Emanuele Orlando (siciliano), potè – alla fine dei combattimenti – partecipare alla Conferenza di Pace dei Paesi vincitori proprio grazie all’impressionante numero dei Caduti delle Forze Armate del Regno d’Italia: 600.000.

Non fu evidenziato un altro “fatto” altrettanto “impressionante”. E cioè che i Siciliani Caduti furono ben 65.000. La Sicilia, cioè, fu fra le Regioni italiane, quella che ebbe, in assoluto ed in proporzione, il maggior numero di morti in guerra.

Nonostante fosse la “Regione” più lontana dal “FRONTE” e dalla pur vasta area nella quale erano avvenute le maggiori operazioni belliche. E ciò vale anche per le battaglie navali. La Sicilia non ne era stata affatto coinvolta.

In poche parole: la Sicilia, in quella circostanza, non fu, come territorio, investita dagli eventi bellici veri e propri, se non per le conseguenze negative dei disagi e dei costi della Guerra. Ma fu condannata a dare un altissimo contributo in termini di sangue e di soldati caduti, perché mandati spesso incontro a sicura morte.

Si usava, allora, un’espressione orribile: come CARNE DI CANNONE. Come numero di morti, i Siciliani erano seguiti dai Sardi e dai Meridionali. (a destra, foto tratta da impariamoascrivere.it)

Non aggiungiamo altri dettagli perché i numeri parlano da soli.

Le “COLONIE INTERNE” del Regno d’Italia – che dalle conseguenze negative della Guerra sarebbero state ulteriormente danneggiate – avevano subìto le più grosse perdite di vite umane. Le Regioni del Nord, invece, pur avendo avuto i loro disagi, uscivano dalle vicende belliche ulteriormente avvantaggiate. Ed anche ulteriormente arricchite ….. in tutti i sensi. Soprattutto in termini di industrie, di produttività e delle forniture di guerra effettuate.

Detto questo, va puntualizzato che – come Siciliani – siamo orgogliosi del comportamento, spesso eroico, dei nostri soldati. Ma come Siciliani abbiamo il dovere ed il diritto di pretendere GIUSTIZIA e VERITA’ sul perché di tanti morti “Siciliani” ed anche “Napoletani” e Sardi. Sull’esistenza o meno di vere e proprie discriminazioni etnico-politiche che non sono state, probabilmente, affatto casuali. Sospetto il “motto” del Primo Ministro Vittorio Emanuele Orlando: “RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE”.

L’FNS “Sicilia Indipendente”, da parte sua, promuoverà iniziative di studio, di ricerca e di approfondimento.

 

A N T U D U !

 

Redazione

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