«La mafia teme la scuola più della giustizia, l’istruzione taglia l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa». Lo diceva il magistrato Antonio Caponnetto diversi anni fa, lo ripete chi è giunto nella sede della fondazione la Città invisibile, nel quartiere di San Cristoforo, per inaugurare la libreria, libera e gratuita, dedicata al giornalista Giuseppe Fava, ucciso per mano della mafia il 5 gennaio 1984.
Una libreria inizialmente «itinerante e sfortunata», come ricorda la presidente della fondazione Alfia Milazzo, che oggi grazie alla collaborazione di diverse realtà locali è stata munita di scaffali e poltroncine. «Chiediamo ai catanesi di non buttare i libri, ma di donarli alla città per poter creare un flusso di conoscenza», dice subito dopo il taglio del nastro, toccato a Francesca Andreozzi, vice presidente della fondazione Fava e nipote del giornalista. «Questo tipo di iniziativa è da lodare e divulgare – commenta con emozione – perché è attraverso la lettura che ho conosciuto mio nonno e per questo voglio donare ai bambini una copia del I Siciliani».
A rispondere per primi alla chiamata di Milazzo l’editore Maimone, che ha donato libri di storia e musica, e i volontari dell’associazione Atlas, che hanno raccolto in varie piazze della città circa 900 testi. «Quando abbiamo cominciato la raccolta sapevamo che sarebbero stati utili -spiega il presidente Simone Grasso, accompagnato dal collega Loris Spampinato – ma solo venendo qui ci rendiamo veramente conto dell’importanza del nostro gesto».
Anche il vignettista Filippo Frago contribuito ad arricchire la collezione, non solo donando fumetti ma impegnandosi per la realizzazione di un’esposizione permanente di vignette che raccontano la lotta contro Cosa nostra. Presente anche l’attore Nicola Costa – direttore artistico del centro studi Teatro e legalità – che ha letto alcuni passi tratti da un testo di Fava.
Un argomento che ai bambini viene raccontato spesso anche dal venticinquenne Alfio Platania, studente di Scienze politiche che frequenta la Città invisibile e incontra i ragazzi nelle scuole catanesi per promuovere la legalità. Partire dai piccoli gesti e soprattutto dai giovani è il suo segreto. Si contano più di duemila volumi tra gli scaffali, da quelli di storia a quelli di letteratura, da quelli scolastici ai fumetti, fino alle enciclopedie e ai testi sulla mafia. E se qualcuno li hai già prenotati e portati a casa, altri devono ancora lasciarsi conquistare dalla magia della carta. «Leggere fa bene alla mente», dice la piccola Francesca che apprezza l’iniziativa, mentre il compagnetto Michael è meno convinto, ma promette di fare almeno un tentativo.
«Tra i libri mi trovo benissimo», spiega Mario Strano, direttore della biblioteca, convinto che la cultura sia l’arma più potente per aiutare questi ragazzini. «Abbiamo la possibilità di farli innamorare dei libri non leggendoli passivamente, ma ragionandoci insieme e facendo impersonare ai giovani lettori vari episodi, per renderli cittadini liberi e felici».
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