La decisione che boccia il provvedimento adottato dal sindaco Nino Naso è arrivata oggi pomeriggio. Per i magistrati non c'è motivo per il Comune «non debba allinearsi alle decisioni nazionali in materia di istruzione», come si legge nel decreto
A Paternò per il Tar le scuole non dovevano chiudere Sospesa l’ordinanza. «Sono aperte pure in zona rossa»
Le scuole dell’infanzia, elementari e medie a Paternò erano state chiuse fino al 3 dicembre con una ordinanza del sindaco Nino Naso per contenere la diffusione del nuovo coronavirus. Il provvedimento è stato bocciato dal Tar di Catania a cui si erano rivolti una dozzina di genitori, tramite gli avvocati Rosaria Anna Borzì, Giuseppe Lo Presti e Maria Grazia Pannitteri.
La decisione di sospendere con effetto immediato l’ordinanza sindacale è arrivata nel pomeriggio di oggi. Per i magistrati del tribunale amministrativo regionale di Catania l’ordinanza sindacale andrebbe a interferire con «l’organizzazione differenziata dei servizi scolastici, disposta dal Dpcm del 3 novembre che colloca la Sicilia tra le aree a media criticità (zona arancione), anche tenuto conto che persino per le aree ad alta criticità (zone rosse) è prevista la didattica in presenza nelle scuole elementari».
Insomma, per il Tar non ci sarebbero particolari condizioni per cui il Comune di Paternò «non debba allinearsi alle decisioni nazionali in materia di istruzione – si legge nel decreto di sospensione – anche tenuto conto che l’esecuzione del provvedimento impugnato può tradursi, almeno per una parte dell’utenza, in una sostanziale interruzione delle attività didattiche e dei servizi». La terza sezione del Tar etneo, presieduta da Daniele Burzichell, entrerà nel merito della questione il 16 dicembre. L’assessore comunale Luigi Gulisano intanto ha specificato che «il Comune non ha ancora ricevuto nulla. Quando avremo tra le mani il decreto di sospensione, lo invieremo alle scuole».