L'iter burocratico procede in maniera regolare, presto i lavori potranno iniziare, intanto però il costo per i rifiuti portati in altre discariche grava sulle casse comunali e ricadrà sulla Tari. Randazzo: «Inaccettabile che a pagare debbano essere i cittadini»
Bellolampo, va avanti la gara per la settima vasca M5s: «Un ritardo costato oltre 26 milioni nel 2020»
Cinque giorni fa, il sette aprile, alle 9.40 del mattino, si è riunita la commissione giudicatrice per espletare la gara per l’assegnazione dei lavori della settima vasca a Bellolampo. Quattordici le aziende in corsa al momento dell’apertura delle buste, con un primo e un secondo classificato, che adesso però devono giustificare alcune anomalie riscontrate nei punteggi. Piccoli ritardi burocratici che sembrano poca cosa in confronto a quanto atteso dal Comune di Palermo e da Rap, con la sesta vasca già satura da tempo, i rifiuti abbancati sul piazzale della discarica per evitare di lasciarli per strada e i tanti viaggi verso siti di smaltimento fuori provincia.
Un ritardo, quello nella costruzione della vasca numero sette, che costa tanto in termini economici e pesa non soltanto sulle casse comunali, ma anche sulla partecipata che si occupa della gestione dei rifiuti, frenata dalla mancanza strutturale. E non ultimi anche sui cittadini. «26.493.935,46 euro è la differenza di costo del servizio rispetto alle tariffe 2019 applicate per l’anno 2020 legata agli oneri per il trasferimento e conferimento presso le discariche di Catania» denuncia il consigliere del Movimento 5 Stelle Antonino Randazzo, che aggiunge: «Tali aumenti saranno computati nella Tari, quindi pagati dai cittadini palermitani, dal 2021-2023, con le seguenti quote: 8.831.311,82 euro per l’anno 2021; 8.831.311,82 euro per l’anno 2022 e 8.831.311,82 euro per l’anno 2023».
«È inaccettabile che a causa dei ritardi nella realizzazione della settima vasca a Bellolampo da parte della Regione a pagare il conto debbano essere i cittadini – prosegue Randazzo – con il rischio di ulteriori aumenti addiritura anche per il 2021, non solo per i palermitani, ma per tutti i siciliani, considerato che delle opere e gli impianti strategici per la gestione dell’umido e del residuale si è fatto ancora pochissimo. Non è più tollerabile un sistema che colpisce direttamente le tasche dei cittadini quando le inefficienze e le responsabilità di chi amministra, di chi deve pianificare e programmare, sono palesi ed evidenti».