Questa mattina artigiani e residenti della zona si sono messi in gioco, confrontandosi sui problemi della zona Papireto e sulle idee per riqualificare uno dei luoghi storici di Palermo. «Qui c'è tutto, dall'arte alla storia, è un museo che non si può non visitare»
Il rilancio del Mercato delle Pulci passa dai suoi artigiani «Ci hanno dimenticati tutti, ma noi siamo qui da 70 anni»
Botteghe in alcuni casi fatiscenti, nessun arredo urbano, poca pulizia e un’isola pedonale pensata nella maniera sbagliata. Sono questi i principali temi affrontati nel decimo consiglio di strada di circoscrizione, che questa mattina si è tenuto al Mercato delle Pulci. Un tempo cuore pulsante della città, con ben 70 anni di storia sulle spalle. Ma verso il quale l’interesse oggi sembra scemato. E gli artigiani che in quella viuzza ci lavorano da sempre non vogliono continuare a piegarsi all’indifferenza di una Palermo che gli passa accanto senza più vederli. «Facciamo questo lavoro da generazione, dentro a questo mercato ci siamo nati, questo è un pezzo di storia di Palermo. Che oggi è dimenticato, vogliamo ricordare alle persone che noi siamo sempre qua, in molti pensavano che non ci fossimo più», racconta Santi Bova, artigiano del mercato e tra i sette animatori del direttivo che costituisce la neonata associazione Mercato delle Pulci Palermo, istituita dai mercatari stessi per tentare il rilancio del luogo e delle loro attività.
«La gente sembra averci dimenticato, dai palermitani della città a chi un tempo scendeva appositamente dai paesi per venirci a trovare – osserva -. Siamo qua da 70 anni, ma non vogliamo andare in pensione. Per questo noi giovani, che abbiamo raccolto il testimone lasciato dalle nostre famiglie che ci hanno preceduto». Si sono rimboccati tutti le maniche organizzando un evento per sabato 30 marzo, in cui il mercato si aprirà alla città, che potrà godere di buona musica, spettacoli, laboratori dedicati ai più piccoli e ovviamente degli artigiani che esporranno, tra quelli di Alab e quelli storici con le loro botteghe. «Qui si trova di tutto, dai mobili d’epoca alla ceramica, dai libri ai quadri, siamo arte, storia, siamo un po’ un museo che non si può non visitare – aggiunge con orgoglio Santi Bova -. E poi nessuno qui è improvvisato, questo è un mestiere che si tramanda da generazione. Io tra vent’anni mi vedo ancora qua, con la mia bottega, nel mio mercato».
È convinto, lui come anche i suoi colleghi, che unendo le forze non potrà non avverarsi il tanto sperato rilancio di uno dei luoghi simbolo di Palermo. Partendo proprio da chi lo vive quotidianamente, tra mercatari e residenti, che hanno messo osservazione e idee a confronto. «Il mercato delle pulci è congelato, nessuno si interessa più, i palermitani non sanno nemmeno che esiste ancora – esordisce anche Giuseppe Bova -. La prima proposta della nostra associazione è un evento fatto di musica, laboratori e ovviamente di noi. Questo è il primo passo. Da lunedì l’associazione avvia il tesseramento a tutti i soci, perché noi il prossimo evento vogliamo organizzarlo con le idee di tutti. Partiamo da una festa, ci aspettiamo tanta gente, oggi è venuto anche il vice sindaco Fabio Giambrone, che si è impegnato a far portare qui nei prossimi giorni nuove piante». A dare una mano anche l’associazione turistica Terradamare, perché «la questione è tutta lì, preparare un luogo che sia interessante per gli operatori turistici, creare l’ambiente. Facendo gli eventi, pulendo le baracche, garantendo l’apertura in certi orari. Tutto questo può invogliare».
Ma il rilancio deve passare anche dalle segnalazioni di chi lì, chiuse le botteghe a fine giornata, ci vive da sempre. Come il signor Fiolo, che sottolinea come uno dei problemi più sentiti dai residenti della zona del Papireto sia quello dei parcheggi. Mentre il signor Pavoniti pone l’accento su un altro aspetto, quello dell’area pedonale, verso la quale nutre non poche perplessità: «A chi sierbe? – dice provocatorio -. È inutile, persone non ne passano e nemmeno macchine. Forse andrebbe strutturata meglio. Questa pedonalizzazione è riuscita male, c’è poca igiene, troppa spazzatura. Le persone non vengono più. Bisogna aprire la strada e fare molta pubblicità. Per portare le persone basterebbe creare un percorso obbligatorio che parte dalla Cattedrale e arrivi qui, almeno vedrebbero qualcosa. Un ci vole nienti». E sono in molti a suggerire all’amministrazione cittadina di puntare un po’ di più sulla pubblicizzazione dello storico mercato, un po’ come avviene già in altre città.
«Senza un piano di inserimento del mercato stesso nelle dinamiche commerciali e turistiche per ora molto presenti in città rischia di diventare un luogo a sé stante – spiega anche Massimo Castiglia, presidente della prima circoscrizione -. Abbiamo da poco un cantiere che sta riprendendo piazza Papireto, che permetterà di recuperare quello spazio che per molti anni è stato una discarica a cielo aperto mentre così diventerà qualcosa di molto più bello rispetto a prima. Questo luogo in questo momento ha un arredo mancante rispetto alla pianificazione partita all’epoca con l’assessore Catania ma che non si è mai completata, quindi questo è un ulteriore tema da affrontare. Come anche quello delle aree pedonali di collegamento col Cassaro Alto». E proprio come mercatari e residenti, anche lui è convinto che occorra ragionare su un circuito che abbracci il Mercato delle Pulci, accompagnandovi dentro la gente. Puntando su un tema oggi centrale, quello del riuso. «Questo è il decimo consiglio di strada che facciamo e la cosa bella è che questa assemblea è stata richiesta dagli stessi operatori del mercato, hanno anche formato un’associazione, un protagonismo che parte dal basso insomma, per rilanciare il loro mestiere. Sono felice quando il privato supera il pubblico, per anni abbiamo subito la situazione opposta, ora non è più così. Si discute di ogni cosa insieme, magari si litiga qualche volta, ma almeno ci si confronta, possono venire fuori degli spunti interessanti».