Il progetto, che sarà finanziato con fondi Pon Metro, è ancora in embrione: è in corso lo studio di fattibilità. Previsto anche un tratto sul litorale, ma alla nuova struttura aspetterà lo stesso destino delle ultime piste realizzate? Molte di loro non godono di ottima salute e continuano a nascondere insidie per i ciclisti. Guarda le foto
Una pista Ciclabile illuminata al led per la Costa Sud Costerà sette milioni, ma in città la bici è ancora rischio
Il progetto per la nuova e supertecnologica pista ciclabile per la Costa Sud è ancora sul tavolo dei tecnici per lo studio di fattibilità, mentre dall’altra parte della città, alla Favorita, da poco sono stati sostituiti i dissuasori per delimitare l’area riservata alle biciclette, ma quello delle piste ciclabili resta un tema ancora tutto da discutere a Palermo. Sebbene si estendano infatti per chilometri, con una lunghezza degna di una capitale europea, non sempre rappresentano la soluzione più veloce, pratica e soprattutto sicura per chi vive la città a bordo di una bicicletta.
La nuova pista ciclabile, che dovrebbe partire da via Archirafi, sarebbe l’ideale continuazione di quella di cammaratiana memoria che costeggia via Lincoln, via Archirafi, appunto, Foro italico e porto da un lato e Sant’Erasmo dall’altro. Una pista, quella già esistente, che non ha mai reso davvero a pieno per quelle che sono le sue funzioni: alberi che talvolta si piegano sulla carreggiata, abusivi con le loro bancarelle lungo tutto il tragitto di via Lincoln, per non parlare delle auto che spesso hanno visto nella grande ampiezza del marciapiede una buona soluzione di parcheggio, con buona pace della corsia delimitata dai mattoncini rossi. Mattoncini che con tutta probabilità mancheranno nella nuova pista, sostituiti da «una miscela realizzata a caldo costituita da aggregati lapidei di primo impiego, filler e legante». Ma questa sarà solo una parte del tragitto, che di notte sarà persino illuminato con luci a led e che si dovrebbe estendere anche su un tratto della Costa sud, dove dovrebbe essere affiancata da un’area riservata ai pedoni. Il tutto per un costo che si aggira attorno ai sette milioni di fondi ricavati dal Pon Metro.
E ci saranno anche parti su strada, un po’ come già accade in via Dante, dove tuttavia la pista ciclabile nata per collegare i due punti di bike sharing in piazza Castelnuovo e in piazza Principe di Camporeale sembra ancora non volere trovare pace. Nata con la delimitazione della semplice segnaletica orizzontale, la pista in centro ha subito richiesto l’installazione dei dissuasori: troppa gente ancora abituata a quella che era l’area del parcheggio prima del restringimento della carreggiata. Le cose sono migliorate appena qualche mese fa, con l’installazione dei dissuasori più grandi, come quelli rimossi dalla pista di viale del Fante (in quel caso i blocchetti di cemento che li componevano potevano essere minaccia per la sicurezza pubblica in caso di scontri durante le partite nel vicino Renzo Barbera). I nuovi dissuasori, infatti, poiché molto più larghi, mettono al sicuro il ciclista dal rischio di sportellate da parte dei passeggeri delle auto in sosta a bordo tracciato. Un risultato non da poco. Peccato che a mantenere alta la pericolosità della pista di via Dante rimangano l’incuria con cui molte auto si insediano nelle aree non delimitate dai dissuasori, chiudendo di fatto il percorso e costringendo il ciclista a manovre eversive sui marciapiede, l’immondizia – culminata durante il passaggio del quartiere alla differenziata con l’invasione di tutta la corsia da parte di sacchetti e rifiuti di ogni tipo e invasioni di ogni genere da parte non solo di cittadini indisciplinati, ma anche di mezzi comunali e delle forze dell’ordine (Come si vede nelle foto nella gallery).
E se le piste ciclabili di via Maqueda e del Cassaro alto sono da dividere in coabitazione con i pedoni, così come quelle disegnate sui marciapiedi di via Libertà, che iniziano e terminano nel nulla, le auto sono il pericolo principale di quelle già citate in Favorita. Insomma, con o senza interventi smart, Palermo ci prova, ma non sempre una buona idea si rivela essere tale, da una parte per la reticenza dei cittadini ad abituarsi alle novità, specie a quelle che riguardano l’utilizzo dei mezzi di trasporto, dall’altro per le dimenticanze di chi, una volta portato a compimento un progetto dovrebbe prendersene cura tutti i giorni.