Cassonetti non distribuiti a tutti, immondizia non rimossa, complice anche il guasto a Bellolampo: per la differenziata nei quartieri Massimo e Politeama è un avvio con handicap. Intanto Orlando difende il proprio operato e provoca la Regione: «Starà a Musumeci decidere se continuare o meno a mortificare la città»
Differenzia 2 parte male, rifiuti in strada e disservizi C’è chi corre ai ripari: «Se sporcate vi fotografiamo»
A Palermo l’emergenza rifiuti non ha risparmiato il secondo step della raccolta differenziata, partita martedì nei quartieri Massimo e Politeama dopo una lunga attesa. Il servizio nei primi due giorni è stato regolare, ma si incastra in una situazione ai limiti della sostenibilità. È il caso, per fare un esempio, di via Dante, dove il cassonetto già traboccante all’altezza di piazza Lolli, in cui i rifiuti avevano invaso la pista ciclabile, è stato sì rimosso, ma l’immondizia è rimasta sulla sede stradale, inghiottendo definitivamente sia lo spazio riservato ai ciclisti che parte del grande marciapiede (Nella foto di copertina via Dante prima e dopo la rimozione dei cassonetti). Disagi anche in diversi condomini su tutta l’area interessata dal nuovo servizio: non a tutti infatti sono stati consegnati i contenitori da mettere fuori agli orari prestabiliti per la raccolta porta a porta. E per evitare che la sede dei vecchi cassonetti venga invasa nuovamente di rifiuti c’è chi si è inventato dei deterrenti curiosi. È il caso di via Filippo Parlatore, dove al posto dei vecchi bidoni, dove sono rimasti solo dei rifiuti ingombranti, sono spuntati dei cartelli con su scritto: «Non buttate l’immondizia! Vi fotografiamo».
E il guasto dell’impianto di trattamento di biomasse alla discarica di Bellolampo ha fatto precipitare la situazione della raccolta in strada un po’ in tutta la città, dando vita al rituale incendio dei cassonetti e dei sacchetti nelle loro vicinanze. I vigili del fuoco sono impegnati da diverse notti a spegnere decine di roghi in molti quartieri. Solo ieri interventi in piazza Magione, via Messina Marine e via Vincenzo Barone. Dopo le frecciate di Salvo Cocina, funzionario regionale e incaricato braccio destro di Musumeci per la gestione dell’emergenza, che ha bacchettato la Rap sulla gestione della differenziata, Il sindaco, Leoluca Orlando promette battaglia anche sul piano legale: «Stiamo predisponendo una denuncia alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica in cui puntualmente indichiamo le responsabilità». E sul piano politico: «Speriamo che non si segua la linea intrapresa in questi anni dal governo Crocetta, ma questo dipende dal presidente Musumeci, che è anche commissario e che quindi dovrà decidere se continuare con un’impostazione che ha mortificato la città dei Palermo, scaricando sull’unica struttura pubblica della Sicilia tutti i problemi di 50 Comuni in una regione che non ha impiantistica, in una regione che non ha piano regionale dei rifiuti, che non ha una situazione di trasparenza. Se qualcuno intende babbiare per avvantaggiare qualche privato deve sapere che qui troverà un muro perché la Rap è pubblica e resterà pubblica fintanto che Orlando sarà sindaco di Palermo».
Intanto oggi vengono premiati dalla Regione oltre cento Comuni siciliani che «rappresentano un modello di riferimento per la raccolta differenziata, anche nella speranza che possa essere da stimolo per tutte le altre amministrazioni che fanno precipitare l’Isola all’ultimo posto in Italia». Una mappa «a macchia di leopardo che deve essere colmata con l’impegno di tutti, a cominciare delle grandi città capoluogo», Palermo in testa. E al primo posto della classifica regionale degli enti che hanno toccato quote anche molto elevate di raccolta differenziata sulla base di dati aggiornati a marzo del 2018 c’è Giardinello, centro nel Palermitano di 2150 abitanti. Un Comune che, neanche a farlo apposta, ha deciso di affidarsi a un’azienda privata per gestire la propria differenziata.
La media qui tocca il 79, 6 per cento. «Abbiamo avuto picchi anche di 82 e 83 per cento – afferma il sindaco Antonio De Luca – questo risultato è stato raggiunto anche grazie alla sensibilizzazione dei cittadini al tema dell’ambiente e spiegando loro che più si incrementa questa quota meno tasse sui rifiuti si pagano». La tecnica utilizzata è quella del porta a porta «grazie a venti operatori» ma, aggiunge De Luca, «il servizio funziona bene anche perché è privato. L’azienda controlla meglio i suoi operatori rispetto a quando c’era l’Ato rifiuti. Chi deve fare le verifiche sul corretto smaltimento dei rifiuti da parte del cittadino deve essere proprio l’operatore. In questo modo lui lavora in modo eccellente e il cittadino è servito a dovere».
Dopo i primi giorni di iniziale difficoltà poi per i cittadini di Giardinello è filato tutto liscio: «Quando si distribuisce l’elenco dei diversi giorni di raccolta, si forniscono i servizi adeguati e i cassonetti penso che non ci voglia molto: chi gestisce una casa può facilmente abituarsi al nuovo modo di smaltire i rifiuti». E poi il sindaco conclude: «Ormai siamo su questo treno e non abbiamo intenzione di scendere, penso che potremmo arrivare anche al 90 per cento». Tra gli altri, secondo i dati della Regione, nel Palermitano hanno superato quota 65 per cento di differenziata anche i Comuni di Camporeale, Montelepre e Cinisi. oltre il 50 per cento invece troviamo anche Piana degli Albanesi, Marineo, San Giuseppe Jato e Terrasini. Menzione speciale anche per Belmonte Mezzagno, San Cipirello, Roccamena e Isola delle Femmine per aver toccato quote mensili elevate, oltre il 50 per cento.