I pentiti fanno luce su un omicidio di mafia: tre provvedimenti «Bartolomeo Spatola ucciso perché tradì i boss Lo Piccolo»

Ucciso e poi vurricato dalla mafia per volere dei boss Sandro e Salvatore Lo Piccolo. Questa la sorte toccata a Bartolomeo Spatola, morto il 18 settembre 2006 nelle campagne di Montelepre e poi seppellito in un terreno di Villagrazia di Carini, sempre nel Palermitano. A portare i carabinieri a questa conclusione sono state le parole di Antonino Pipitone, nuovo collaboratore di giustizia della famiglia mafiosa di Carini, e Gaspare Pulizzi, che hanno puntato il dito sui due boss di San Lorenzo, attualmente in carcere, e su Andrea Adamo

I militari del Nucleo investigativo di Palermo hanno verificato le loro dichiarazioni, consentendo di ricostruire il delitto. Nei confronti dei tre è stato eseguito un provvedimento restrittivo emesso dal Gip di Palermo su richiesta della Procura distrettuale antimafia. La decisione di uccidere Spatola era stata adottata dal mandamento mafioso di San Lorenzo, retto da Sandro e Salvatore Lo Piccolo, che ritenevano l’uomo, affiliato alla famiglia mafiosa di Tommaso Natale, un traditore per essersi avvicinato al loro rivale, Antonino Rotolo, reggente del mandamento mafioso di Pagliarelli. 

Tra le due fazioni esistevano contrasti a causa del rientro dagli Usa dei cosiddetti scappati, cioè coloro che avevano perso la seconda guerra di mafia e, per avere salva la vita, erano stati costretti ad allontanarsi dalla Sicilia. L’uomo era stato convocato per partecipare a un summit di mafia, tanto da aver portato con sé anche alcuni doni: carne di coniglio ed una bottiglia di whisky. Spatola è stato strangolato con una corda da Adamo in presenza di Pipitone, che nel 2008 ha consentito agli investigatori di ritrovare il corpo. «Non aveva la forza di stare neanche in piedi… era malato, aveva problemi di asma… aveva sempre il fiatone con l’asma… oltre l’età pure…».


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