Nella capitale dell'accoglienza la comunità alloggio de La Rosa dei Venti, composta da otto migranti, non riesce a trovare un appartamento da due mesi. La responsabile Paola Grasso: «C'è un pregiudizio quasi insuperabile per cui la provenienza da certi luoghi viene associata a un pericolo quasi certo»
Non si affitta agli africani, la denuncia di un’operatrice Agenzia: «Noi favorevoli, sono i proprietari a dire di no»
Nella capitale dell’accoglienza non si affitta agli extracomunitari: è la denuncia di Paola Grasso, responsabile della comunità alloggio Rosa dei Venti che è gestita dalla cooperativa Sicilia Ambiente. Da ieri circola su Facebook un suo post in che a prima vista è una ricerca comune di un appartamento: «dai 160 metri quadrati in su, con due o più bagni e almeno cinque vani e, soprattutto, con un proprietario intelligente. Preferiremmo zona Malaspina, ma le valutiamo (per ovvie ragioni) tutte». E quali sarebbero le ovvie ragioni? Il fatto che «appena diciamo che i ragazzi sono africani, o comunque extracomunitari, il rifiuto è netto».
La comunità alloggio è composta da un palermitano e da otto giovani africani, giunti in Italia senza i genitori dopo la lunga traversata del canale di Sicilia sui barconi. La casa in cui fino a questo momento hanno vissuto è troppo piccola. Per questo da due mesi ne cercano una nuova, più spaziosa e più adatta alle esigenze di tutti. Grasso racconta di aver «selezionato gli annunci che accettano locazioni anche per uso comunità e li ho chiamati (agenzie e privati). Tutti disponibilissimi – continua – fino a quando arriva puntuale la domanda: “Che minori sono?” ed io rispondo: “Adolescenti, fascia di età 14/21”. Sento silenzio imbarazzato e poi “Sono extracomunitari?” o “Sono quelli che vengono con i barconi?” e frasi simili. Alla mia risposta: “Accogliamo adolescenti, e questo, in primis, i ragazzi sono. Che siano di differenti nazionalità non so perché sia importante, ma sì, lo sono”, giunge puntuale: “Mi dispiace, questo immobile non si affitta per ragazzi così“. Vorrei averli davanti per urlargli “Esattamente così come?”, ma comprendo che davanti all’idiozia non ho strumenti. Posso solo respirare e sognare che un giorno le cose saranno differenti».
È una storia di ordinario razzismo e non sarebbe la sola, a sentire altri operatori che raccontano di case negate anche in quel centro storico già pieno di persone di varie etnie e che nella narrazione orlandiana è il simbolo dell’accoglienza palermitana. Grasso è consapevole del meccanismo che si instaura. «C’è purtroppo – spiega – un pregiudizio quasi insuperabile per cui la provenienza da certi luoghi viene associata quasi a un pericolo certo. E’ vero che certe comunità alloggio presentano problemi ma la causa non è la nazionalità di chi ci vive, piuttosto le condizioni in cui i ragazzi vengono tenuti o il disagio che si portano dietro». Al momento la comunità ospita un adolescente palermitano e otto ragazzi stranieri non accompagnati tra i 16 e 20 anni che provengono dal Gambia, dal Ghana, dalla Costa d’Avorio e dal Mali. Rosa dei Venti riceve dalla Regione 45 euro ad ospite al giorno per tutte le spese: dall’affitto, al vitto, alla paghetta, agli stipendi del personale e alle utenze. A lavorarci sono una responsabile, cinque operatori e un’ausiliaria. I ragazzi fanno un corso di italiano all’università, poi generalmente proseguono gli studi. «Cercano di costruirsi un futuro – spiega Paola Grasso – e hanno bisogno di aiuto».
A sentire poi alcune agenzie immobiliari il rifiuto sarebbe tutto dei proprietari. «Capita di frequente che siano degli stranieri a chiamare per degli appartamenti – spiega un agente – E molte volte sono costretto a dire di no. Ma non perché siamo contrari o razzisti, ma perché quando presentiamo la proposta ai proprietari si tirano spesso indietro. E succede anche di fronte a offerte di denaro concrete».