Uno psichiatra e una psicologa. Saranno loro a dovere giudicare lo stato mentale di Luca Priolo, il 26enne che il 6 ottobre 2015 ha ucciso l'ex compagna Giordana Di Stefano con 42 coltellate. Il ragazzo sarà processato con rito abbreviato, condizionato alla consegna della relazione da parte dei professionisti
Femminicidio Di Stefano, perizia psichiatrica per Priolo Nominati due specialisti, i risultati degli esami a marzo
Luca Priolo, il ragazzo di 26 anni che ha ammazzato il 6 ottobre del 2015 la ex compagna Giordana Di Stefano con 42 coltellate, sarà processato con rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica. Lo ha deciso la giudice Rosa Alba Recupido, che ha proceduto alla nomina dei periti, conferendo loro l’incarico: si tratta di uno psichiatra e una psicologa che esamineranno Priolo a partire dal prossimo 14 gennaio. I due professionisti dovranno consegnare i risultati del loro lavoro entro e non oltre il prossimo 15 marzo.
La giudice delle udienze preliminari ha fissato quindi per il prossimo 28 marzo l’udienza nel corso della quale sarà presa in considerazione la relazione medica prodotta dagli specialisti incaricati dalla magistrata. Rosa Alba Recupido aveva già tra le mani la perizia di parte presentata dal legale di Luca Priolo, l’avvocato Dario Riccioli, il quale aveva nominato come perito lo psichiatra Eugenio Aguglia. Nel corso dell’udienza sono state ammesse come parti civili i genitori, la sorella e la figlia di Giordana Di Stefano, assistiti dall’avvocato Ignazio Danzuso, e il centro antiviolenza Galatea, rappresentato dall’avvocata Mirella Viscuso.
Priolo, che ha confessato il delitto, dopo l’omicidio era fuggito riuscendo ad arrivare a Milano dove, grazie a indagini dei carabinieri della compagnia di Paternò, era stato individuato e arrestato da militari dell’Arma alla stazione ferroviaria mentre stava per salire su un treno diretto in Svizzera. Le indagini sono state coordinate dai procuratori Michelangelo Patanè e Marisa Scavo e dal sostituto Alessandro Sorrentino. Il giovane continua a negare la premeditazione, ribadendo che il movente è da collegare a «un raptus del momento» dovuto alla «volontà di lei di non revocare la denuncia per stalking» nei suoi confronti. Per quest’ultima accusa il giorno del delitto si sarebbe dovuta svolgere la prima udienza davanti al gip di Catania.