In occasione del tavolo tecnico tra sindacati, proprietà e prefetta, i lavoratori dell'azienda hanno dato vita a una manifestazione davanti al palazzo della prefettura di Catania. «È stato un incontro negativo e decisamente deludente», dichiara il referente della Cgil Davide Foti
Call center Qè, continua protesta dei dipendenti «Non ci pagheranno gli stipendi arretrati e i tfr»
Amarezza e delusione ma anche rabbia e insulti, soprattutto nei confronti di Mauro De Angelis, l’amministratore unico del Qè, da parte degli ex lavoratori del call-center che dinanzi alla prefettura di Catania – dove nella tarda mattinata di oggi si è svolto un tavolo tecnico – hanno dato vita ad un sit-in di protesta.
Insulti volati all’indirizzo del manager lombardo nel momento in cui De Angelis ha fatto il suo ingresso nel palazzo del governo. All’incontro, durato oltre due ore durante il quale non sono mancati momenti di forte tensione tra le parti, hanno presenziato i sindacati di categoria, la prefetta Maria Guia Federico, il sindaco Mauro Mangano. «Non hanno nessuno tipo di liquidità, gli hanno chiuso i fidi, non hanno soldi per pagare gli stipendi, non hanno fondi per liquidare i trattamenti di fine rapporto. Hanno proceduto al licenziamento collettivo – ha detto Gianluca Patanè della Cgil al termine dell’incontro – ma non vogliono dichiarare fallimento e lavorano per procedere alla cessione dell’attività».
La direzione del Qè nei giorni scorsi aveva avviato la procedura del licenziamento collettivo per i dipendenti part-time e full-time in forza al call-center. Sono quindi partite le lettere di licenziamento per 233 dipendenti. «Un incontro decisamente negativo e deludente – ha precisato Davide Foti, segretario Cgil – Non accetteremo la procedura di licenziamento collettivo e svincoleremo tutti i lavoratori da Qè, dando così la possibilità di poter essere messi in mobilità».
Nel frattempo per recuperare cinque mesi di stipendi arretrati sono partiti da parte degli ex dipendenti oltre 250 decreti ingiuntivi. I sindacati stanno attendendo con ansia l’incontro al ministero dello Sviluppo economico, da cui potrebbe uscire fuori qualcosa di positivo. Amareggiato il sindaco Mauro Mangano: «Siamo dinanzi a una vicenda davvero surreale a causa della quale ne stanno pagando le spese padri e madri di famiglie che dall’oggi al domani si sono ritrovati in mezzo alla strada. Lancio un invito agli imprenditori che verranno a investire a Paternò: tenete conto della professionalità dei nostri ragazzi».
Molto duro il commento di Valentina Borzi della Cgil. «Siamo dinanzi alla morte del Qè. L’amministratore se n’è andato, fregandoci per l’ennesima volta dal momento che ha dichiarato in prefettura che licenzierà i lavoratori del Qè senza pagare gli arretrati e i tfr». Secondo Borzi in Italia servono «leggi serie perché lo schifo che abbiamo subito oggi purtroppo è all’ordine del giorno, con l’aggravante che noi lavoravamo per commesse pubbliche. Che le istituzioni si rendano conto una volta per tutte che se le cose non cambiano continueranno a esserci milioni e milioni di disoccupati», conclude.