Nello Oliveri, attuale segretario cittadino de La Destra, ha guidato il centro dell'Acese dal '95 al '99. Anni in cui l'attuale primo cittadino, fermato perché accusato di avere preso una tangente, era presidente del consiglio comunale. «Se sono stupito dell'arresto? Relativamente», commenta
Aci Catena, la città dopo l’arresto di Maesano Ex sindaco: «Governare con trasparenza si può»
A quattro giorni dal fermo di Ascenzio Maesano, il sindaco di Aci Catena accusato di aver preso una tangente da un imprenditore interessato a un appalto, nel Comune dell’Acese l’atmosfera rimane impalpabile. Passeggiando per le strade del centro si percepisce che qualcosa di importante è successo, ma i commenti rimangono ai margini della vita pubblica. A parlare dell’arresto – convalidato giovedì mattina, con la giudice per le indagini preliminari che ha rigettato la richiesta di domiciliari avanzata dalla dfesa del primo cittadino – sono infatti in pochi. Tra loro di certo non i politici. Al momento, infatti, nessuna reazione ufficiale è arrivata dalla maggioranza consiliare né dalla sparuta opposizione e né tantomeno dai membri della giunta. Chi invece accetta di commentare quanto accaduto è Nello Oliveri, sindaco di Aci Catena dal 1995 al 1999, nella legislatura che ha preceduto la prima volta di Maesano a guida della città. «Se sono stupito? Relativamente – commenta -. Perlopiù spiace per la città».
Nel ’95, Oliveri è diventato sindaco dopo il commissariamento del Comune, seguito allo scioglimento per mafia del ’93, quando a indossare la fascia tricolore era l’attuale deputato regionale Raffaele Pippo Nicotra. «Fare il sindaco dopo uno scioglimento per mafia non è una passeggiata – ricorda l’ex primo cittadino -. L’atmosfera era pesantissima, eravamo sotto i riflettori di tutti. Ma nonostante ciò ogni atto emesso dalla mia amministrazione fu trasparente e non mi fu mai contestato nulla dalle autorità». Sono stati due i processi in cui è stato coinvolto: uno per il presunto demansionamento di un dipendente e l’altro sull’affidamento dell’incarico per la progettazione di un marciapiede. Circostanze per le quali «sono sempre stato assolto», precisa l’ex primo cittadino.
Oliveri, attuale segretario cittadino de La Destra e all’epoca dell’elezione nelle file di Alleanza nazionale, sedeva sullo scranno più alto del municipio negli anni in cui Maesano rivestiva il ruolo di presidente del consiglio comunale. «Apparteneva all’opposizione e di quell’opposizione, che in consiglio aveva la maggioranza, ne era il leader – specifica -. Un ruolo che faceva pesare anche nelle funzioni di presidente del civico consesso».
A distanza di quasi vent’anni da quell’esperienza, Oliveri è convinto che anche ad Aci Catena sia possibile amministrare in maniera trasparente, lontano da pressioni indebite. «Ne ho dato la prova, non è stato facile ma ce l’ho fatta – sottolinea l’ex sindaco -. I primi sei mesi furono difficili, ho subito diverse minacce. Dalle teste di capretto alle ghirlande funebri, passando per le telefonate minatorie. Devo dire grazie alle forze dell’ordine, ma anche alla mia capacità di resistere». Tutto starebbe, quindi, nello scegliere che strada intraprendere. «La mia è stata chiara fin da subito – aggiunge Oliveri – ovvero cercare soltanto di amministrare la città. Non dando spazio a nient’altro. Se ci si rende avvicinabili poi è naturale che qualcuno pensi di poter disporre di te».
Tra le principali difficoltà vissute da primo cittadino, l’ex sindaco individua una certa resistenza da parte dei dipendenti comunali. «Su 230, un terzo era legato in un modo o nell’altro a ex amministratori», spiega. Passando al recente passato, in molti ricordano come nel 2012 – anno in cui Maesano viene eletto sindaco di Aci Catena per la terza volta – Oliveri sia stato protagonista di un’alleanza alla vigilia del ballottaggio. Accordo che avrebbe dovuto portarlo alla vicesindacatura e che invece si è tramutato in una rottura definitiva con l’attuale sindaco, oltre che attirargli le critiche di chi aveva visto in quell’appoggio una rinuncia a certi principi. «Quattro anni fa a essere infedele fu Maesano, che non rispettò gli accordi – ribatte -. Se penso che si potesse amministrare bene in quella giunta? Io credo di sì, e comunque mi sarei dimesso al primo atto non trasparente».
Quattro anni dopo e a una manciata di mesi dalla naturale scadenza dell’amministrazione Maesano – sempre che non sopraggiungano novità ad anticiparne la fine – Oliveri, che non ha ancora annunciato se ritornerà a candidarsi, è convinto che la città meriti di più. «Io non so se ad Aci Catena le persone per bene siano ancora la maggioranza, ma sono certo che – conclude l’ex sindaco – ci siano ancora tantissime persone che desiderano una buona politica».