Le esequie della madre dell'esponente della famiglia mafiosa di Brancaccio si sono svolte in forma privata, così come disposto dal questore di Palermo, Guido Nicolò Longo. Condannato all'ergastolo, si tratta di un personaggio di notevole caratura criminale che ha rivestito un importante ruolo nella strage di Capaci
Mafia, funerali pubblici negati per madre boss Barranca «Poteva rappresentare un problema per ordine pubblico»
Vietati i funerali pubblici per la madre di Giuseppe Barranca, noto esponente di Cosa nostra, condannato all’ergastolo per aver avuto un ruolo importante nella strage di Capaci. Previsti stamane nel cimitero si S. Orsola, la cerimonia della madre del boss appartenente alla famiglia mafiosa di Brancaccio, si è svolta in forma privata, così come disposto dal questore di Palermo, Guido Nicolò Longo. La salma, infatti, è stata trasferita direttamente dall’abitazione al cimitero e senza alcun corteo.
La scelta è stata adottata per evitare che la cerimonia «potesse rappresentare pretesto per manifestazioni estranee al sentimento di pietà verso i defunti e, dunque, pregiudizievoli per l’ordine e la sicurezza pubblica». A tale scopo, sono stati assicurati dalla Questura discreti e oculati servizi di vigilanza, ordine e sicurezza pubblica, svolti anche da personale in abiti civili della squadra mobile, sia durante il trasferimento del feretro, sia durante la funzione religiosa.
Attualmente recluso in un carcere italiano ove sta scontando la pena dell’ergastolo, Barranca è un personaggio di notevole caratura criminale e ha alle sue spalle una lunga serie di condanne per i delitti di strage, omicidio aggravato ed in concorso, associazione a delinquere di tipo mafioso e detenzione illegale di armi e, così come accertato i più processi, ha rivestito un importante ruolo nella strage di Capaci.
Grazie alle rivelazioni del pentito Giovanni Spatuzza, ex fedelissimo del clan Graviano, gli inquirenti sono riusciti ad aggiungere numerosi tasselli alla complicata ricostruzione della verità sulle stragi di Capaci e Via D’Amelio. Barranca, infatti, avrebbe partecipato assieme ad altri alla fase preparatoria dell’eccidio costato la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Franesca Morvillo e alla sua scorta. Dichiarazioni che hanno permesso ai giudici di far luce sulle responsabilità dei killer della cosca di Brancaccio, per 20 anni rimasti impuniti.