«L'Etna è in fase di degassazione». È una delle spiegazioni fornite dall'Ingv, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania, sull'apertura di quattro nuove bocche all'interno del cortile di un'abitazione di via Salso, nel Comune etneo. «Noi ci conviviamo», racconta il proprietario della casa. Guarda le foto
Salinelle a Paternò, in un’ora 40 metri cubi di fango «Un fatto che non si era mai verificato in 60 anni»
È cessata del tutto, poco prima della mezzanotte, l’attività parossistica dei quattro vulcanetti di fango che si sono aperti nel cortile di una palazzina di via Salso 40, a Paternò. I piccoli crateri si sono formati intorno alle 19.45 di ieri, dando vita a una colata fangosa che ha invaso il garage della casa e ha percorso oltre 250 metri lungo la strada, rendendola impraticabile sia per i mezzi a ruote sia per i pedoni. In poco più di un’ora sarebbero stati emessi oltre 40 metri cubi di fango.
Immediati sono scattati i controlli da parte di vigili del fuoco, polizia municipale e tecnici del Comune per verificare che non fosse necessario evacuare la famiglia Sambataro, che abita nell’immobile. Via Salso, però, è stata interdetta al traffico con un’ordinanza del sindaco Mauro Mangano. A una ditta privata, nel frattempo, è stato affidato il compito di rimuovere il fango attraverso un mini-escavatore. L’intervento è proseguito oggi, quando gli operai dell’azienda hanno realizzato una sorta di argine. In modo tale che se dovesse riproporsi lo stesso fenomeno la colata possa dirigersi più a valle, verso il serbatoio naturale delle Salinelle dei Cappuccini. A queste operazioni si sono aggiunte le attività di alcuni volontari che, muniti di pala e secchiello, hanno aiutato a sgomberare il cortile e il garage di casa Sambataro.
«Gli studiosi hanno misurato la temperatura di acqua e fango (undici gradi), per capire se l’attività fosse ancora in corso – spiega il primo cittadino Mangano – e hanno constatato che al momento i fenomeni sono cessati, anche se non è possibile sapere con certezza se ricominceranno. Negli ultimi mesi l’attività delle Salinelle si sta spostando verso est. Un fatto che negli ultimi 50 o 60 anni non si era mai manifestato». E che accade, invece, proprio all’indomani dell’inserimento delle Salinelle tra i geositi di interesse nazionale e mondiale. «Devono rimanere attrazioni turistiche e non dobbiamo rischiare che diventino pericolose per la cittadinanza», aggiunge Mauro Mangano.
Non pare preoccupato, però, Daniele Sambataro. Suo padre e sua sorella abitano nella casa al centro delle cronache. «Erano da poco passate le 20 di ieri sera – racconta – quando mia sorella mi ha chiamato chiedendomi aiuto. Io e mio fratello siamo arrivati sul posto ma non siamo riusciti a intervenire subito. Non ci è sembrato che ci fossero pericoli». Loro, del resto, si definiscono «tranquilli. Conviviamo con le Salinelle», conclude. Ad agosto l’allarme è scattato per l’apertura di tre bocche sempre nella stessa zona, anche se all’esterno dell’abitazione.
Da parte sua Rosa Anna Corsaro dell’Ingv precisa che «l’attività delle Salinelle è da sempre monitorata, trattandosi di un fenomeno di vulcanesimo secondario. L’Etna è in una fase di degassazione». Il geologo Orazio Caruso, uno dei massimi conoscitori delle Salinelle, poi, spiega il perché dell’apertura di queste nuove bocche: «Il gas ha trovato una via d’uscita, trovandosi di fronte alla permeabilità della roccia. È evidente che ha trovato poi una sorta di tappo, che non le ha permesso di manifestarsi come accade al solito. Non credo che allo stato attuale – conclude l’esperto – la presenza dei vulcanetti sotto le case esistenti possa rappresentare un pericolo per la loro stabilità».