«E' passato un anno e mezzo da quando è stato lanciato, il progetto per il bacino da 80 mila tonnellate - dicono la segretaria della Fiom Cgil, Angela Biondi, e Francesco Foti, Rsu Fiom del Cantiere Navale - e non è ancora accaduto nulla. Con questa scusa Fincantieri ha avviato la cassa integrazione a Palermo. E in questi ultimi anni ha continuato a destinare al sito solo pezzi di tronconi di navi da assemblare al Nord»
Cantieri navali, ultime ore per firmare l’accordo quadro Fiom Cgil: «Il rilancio produttivo è a rischio»
«A fine dicembre scadono i fondi stanziati dalla Regione per la realizzazione del bacino da 80 mila tonnellate dei Cantieri Navali. Restano le ultime ore per firmare l’accordo quadro a Roma». A lanciare l’allarme è la Fiom Cgil di Palermo, «preoccupata – si legge in una nota – dal mancato intervento delle istituzioni rispetto alla firma dell’accordo quadro che dovrebbe garantire il rilancio produttivo del Cantiere Navali».
Se entro il 31 dicembre Regione e Fincantieri non metteranno la firma finale sull’accordo, si perderanno i 50 milioni già stanziati dalla Regione, ai quali doveva fare seguito il cofinanziamento di 30 milioni da parte di Fincantieri. «Tutte le istituzioni sono informate – dichiarano la segretaria della Fiom Cgil, Angela Biondi, e Francesco Foti, Rsu Fiom del Cantiere Navale -, dal Mise, alla presidenza della Regione al sindaco Orlando. Rimangono ormai pochi giorni per evitare di consegnare questo stabilimento a un triste destino. Troppi i ritardi – secondo i due sindacalisti – che hanno bloccato la realizzazione del mega bacino. Ritardi che svelano un disimpegno evidente di Fincantieri. Una storia lunga, che risale al 2010, quando Fincantieri sostenne che servivano due bacini per dare un futuro allo stabilimento di Palermo, da 19 mila tonnellate e da 52 mila tonnellate, per poi cambiare idea e puntare nel luglio 2013 su un unico bacino da 80 mila tonnellate, sostitutivo dei primi due». Dal luglio 2013, da quando cioè è stato lanciato, il progetto per il bacino da 80 mila tonnellate è fermo. «E’ passato un anno e mezzo – concludono – e non è ancora accaduto nulla. Con questa scusa Fincantieri ha avviato la cassa integrazione a Palermo. E in questi ultimi anni ha continuato a destinare al sito solo pezzi di tronconi di navi da assemblare al Nord. Un lavoro povero, che non dà ragione delle potenzialità e delle professionalità esistenti nel cantiere»