L'avviso pubblico per la concessione gratuita di 50 immobili sottratti alla mafia è stato pubblicato lo scorso 4 novembre sull’albo pretorio ma, fin da subito, non sono mancate le polemiche. A non convincere «numerose anomalie»
«Beni confiscati, il bando è illegittimo» La denuncia del consigliere Occhipinti
Il bando del Comune per l’assegnazione di 50 beni confiscati alla mafia presenterebbe «profili di illegittimità e anomalie». A sostenerlo è il consigliere del Gruppo Misto a Sala delle Lapidi, Filippo Occhipinti che ha affidato i suoi dubbi e interrogativi a una lettera inviata al segretario generale per chiedere le opportune verifiche. L’avviso pubblico per la concessione gratuita degli immobili confiscati alla criminalità organizzata, da assegnare tramite un bando per creare nuovi spazi per attività sociali, è stato pubblicato lo scorso 4 novembre sull’albo pretorio e, fin da subito, non sono mancate le polemiche.
«Il bando per l’assegnazione di 50 beni confiscati – ha chiarito Occhipinti – presenta profili di illegittimità e anomalie rispetto alla normativa nazionale e al regolamento comunale sui beni confiscati. Per questo ho scritto una lettera perché faccia tutte le verifiche del caso e adotti i provvedimenti conseguenti». Secondo Occhipinti, infatti, la legge prevede la pubblicazione dell’elenco di tutti i beni confiscati e il suo continuo aggiornamento, «una operazione che non sarebbe avvenuta». Inoltre il bando, che scadrà l’11 dicembre, non richiederebbe tra i requisiti preliminari l’autocertificazione antimafia, prevedendola soltanto a iter concluso e rischiando così di vanificare il lavoro degli uffici. «Sorgono dubbi sull’eccessiva arbitrarietà nell’assegnazione dei punteggi -ha aggiunto- visto che la commissione peraltro non possiede nemmeno specifiche competenze per valutare la sostenibilità finanziaria dei progetti».
La graduatoria, infine, durerà due anni, nonostante il regolamento comunale preveda bandi annuali. Per Occhipinti, alcuni indicatori principali sembrano per di più prevedere alcune spese per i soggetti vincitori del bando, rendendo questo affidamento non esattamente gratuito. «Insomma – ha aggiunto – l’ennesimo pasticcio di questa amministrazione che rischia di vanificare le speranze e i progetti di chi vuole investire e rivalutare i beni confiscati. Il sindaco – ha concluso – ne tragga le conseguenze e mandi a casa assessori incapaci e inconcludenti».