Era gennaio dello scorso anno quando, dopo un'operazione con più di 40 arresti, era stata sgominata la rete del traffico di stupefacenti in via Capo Passero, nel quartiere periferico di Catania. In questi giorni arrivano le sentenze: condanne a vent'anni per i vertici dell'organizzazione, accusati di associazione mafiosa
S.G. Galermo, condanne per la via dello spaccio Proventi della droga per «gli scopi del clan Nizza»
Sono arrivate nei giorni scorsi le prime condanne, a seguito del processo con il rito abbreviato, per gli uomini arrestati nel corso dell’operazione Leo 121. Eseguita all’inizio dello scorso anno, era servita a sgominare la rete dello spaccio in via Capo Passero, a San Giovanni Galermo. «Un intero quartiere asservito a un gruppo criminale», lo avevano definito gli investigatori. Con l’accusa di essere «capi e promotori di un’associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti» sono stati condannati a vent’anni di reclusione Angelo Alessi, Cosimo Massimo Ponzo, Danilo Viola e Daniel Salvatore Leonardi. A tutti è stata contestata l’aggravante mafiosa. Secondo i magistrati, lo scopo dell’intera organizzazione era di «agevolare la realizzazione degli scopi dell’associazione mafiosa riferibile al clan Nizza», che aveva il controllo della piazza di spaccio.
Era gennaio 2014 quando l’indagine Leo 121 aveva portato all’arresto di 40 persone, tra le quali quelle condannate questa settimana. Al centro dell’organizzazione, dicevano gli inquirenti, c’era la figura di Alessandro Ponzo, ucciso nella strada del quartiere periferico di Catania il 5 maggio 2012. E sostituito al vertice dal fratello Cosimo e da Alessandro Viola e Angelo Alessi. Lo schema del traffico di droga era rigido: turni che andavano dalle 15 alle 3 di notte durante la settimana e fino al mattino successivo nel week end. E in caso di arresto di uno dei componenti, la sua sostituzione avveniva in massimo 15 minuti. Grazie al traffico redditizio, che generava entrate di minimo 15mila euro al giorno, era possibile non solo permettere paghe allettanti ai disoccupati e ai minorenni della zona (70 euro per le vedette, 150 per i pusher), ma anche sostenere economicamente le famiglie degli appartenenti al clan rinchiusi in carcere.
Nello stesso procedimento sono state condannate – ma senza l’aggravante dell’associazione mafiosa – altre 22 persone. Sono accusati di spaccio, detenzione e vendita di cocaina e marijuana. Si tratta di Gaetano Bellia (18 anni e otto mesi di reclusione), Bruno Grillo (16 anni di reclusione), Salvatore Calogero (15 anni e quattro mesi), Giovanni Di Mauro, Andrea Musumeci, Gaetano Guarnera, Roberto Spampinato e Concetto Varoncelli (13 anni e quattro mesi ciascuno), Vito Leonardi (11 anni e quattro mesi), Gianluca Di Bella, Marco Marino, Giovanni Cavallaro, Mirko Scardaci (dieci anni), Vincenzo Tomaselli (nove anni e quattro mesi), Antonino Ponzo e Nunzio Parisi (otto anni e otto mesi), Agatino Anastasi, Alfio e Massimiliano Bonaccorsi, Alfio Lo Faro e Sebastiano Gabriele Vecchietti (otto anni di reclusione ciascuno). La pena inferiore è stata applicata nei confronti di Nunzio Clari, che dovrà scontare in carcere solo due anni e otto mesi.