La vittima dell'intimidazione è il costruttore Giuseppe Di Giovanna. Sull'episodio indaga la Polizia. Per gli investigatori si tratta di un avvertimento di Cosa nostra. Sanfratello (Ance): «È un'intimidazione che ci ha riportati indietro di un ventennio»
Tornano a colpire uomini del racket Due teste di capretto davanti cantiere edile
Tornano a colpire gli uomini del racket a Palermo. Due teste di capretto e un proiettile sono stati fatti trovare in via del Celso, nel cantiere del costruttore palermitano ed ex presidente dell’Ance, Giuseppe Di Giovanna. L’imprenditore sta ristrutturando con la sua ditta un edificio, destinato a ospitare un ostello. Per gli investigatori il messaggio è chiaro: l’invito da parte di Cosa nostra alla “messa a posto”. A Di Giovanni arriva ora la solidarietà di Fabio Sanfratello, presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori edili di Palermo. «È un’intimidazione che ci ha riportati indietro di un ventennio – dice -. È inaccettabile che ancora oggi, dopo tutte le battaglie portate avanti per la legalità e contro il racket del pizzo, anche dallo stesso Di Giovanna, si debbano fare ancora i conti con azioni criminali di questo genere».
Per Sanfratello azioni come questa «se da un lato ci gettano nello sconforto, dall’altro ci spingono ad alzare il tiro e a continuare ad operare perché a Palermo chi lavora non debba più subire intimidazioni di alcun genere, nel nostro settore come in qualunque altro». Sull’episodio indaga la Polizia.