L'ex presidente dell'Ars è accusato di corruzione. I fatti risalgono a quando era assessore al Turismo, sotto il governo di Totò Cuffaro. Lui si difende: «Sono sereno e pronto a chiarire tutto». Insieme a lui, raggiunti dagli avvisi di garanzia anche gli imprenditori Lapis e due ex dirigenti regionali
Indagato Cascio, una casa in cambio di fondi Ue La difesa: «Pagata interamente di tasca mia»
Si dice «sereno e fiducioso nel lavoro della magistratura», Francesco Cascio, coordinatore regionale di Ncd in Sicilia, indagato per corruzione dalla Procura di Palermo. L’ex vice presidente della Regione siciliana ed ex numero uno di Sala d’Ercole avrebbe ottenuto una villetta a Collesano, in provincia di Palermo, da Giuseppe e Gianluigi Lapis, rispettivamente padre e figlio, titolari della Ecotecna srl, società oggi fallita che costruì Il Golf Club Le Madonie.
Un omaggio che, secondo la Procura, gli imprenditori gli avrebbero fatto per aver ottenuto un finanziamento di oltre 6 milioni di fondi europei. Assieme ai Lapis e a Cascio, indagato nella qualità di ex assessore regionale al Turismo del governo Cuffaro, sono coinvolti nell’indagine anche due ex dirigenti regionali, Agostino Porretto e Aldo Greco.
«Sono pronto a dare tutti i chiarimenti che serviranno – aggiunge Cascio -. La casa comunque l’ho pagata interamente di tasca mia e ho tutti i documenti che lo dimostrano. Non aggiungo altro per rispetto all’autorità inquirente». Intanto ai cinque indagati sono stati notificati gli avvisi di garanzia e saranno sentiti nei prossimi giorni. I Lapis rispondono anche di truffa aggravata e rischiano anche di finire nei guai per la bancarotta della loro società.