Auditel, chi decide cosa vedremo in tv

Dal 1986, l’Auditel monitora gli ascolti tv. Ma è davvero affidabile? L’abbiamo chiesto a Giulio Gargia, che ha firmato un’importante inchiesta, tuttora in corso anche in sede parlamentare, per svelare tutti i difetti di questo sistema diventato strumento decisivo nella definizione dei palinsesti.

Come funziona il meccanismo dell’Auditel?

Un panel di famiglie, 5100 in tutta Italia, viene scelto e si monta a casa un meter, una sorta di decoder con telecomando con cui si registrano i programmi che ognuno dei familiari vede.
 
Ho letto che inizialmente doveva servire per monitorare le fasce d’orario più seguite per fornire un servizio a chi acquistava gli spazi pubblicitari sulle reti televisive, è vero?

Sì, è vero. Il problema è che ora serve per definire i palinsesti, e questo è del tutto errato, perché l’Auditel non è nato per questo.
 
Chi gestisce il servizio? Sono garantite le condizioni di trasparenza?

L’Auditel è una società privata, composta da RAI, Mediaset, La 7, UPA e Assocomunicazione (pubblicitari), FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali, n.d.r.).
La gestione è affidata ad un CdA designato da queste aziende e associazioni. Direttore, da quasi vent’anni, Walter Pancini.
La gestione tecnica è dell’AGB (la società che gestisce i dati e produce i meter, ndr). Secondo noi, e secondo il CNU, il Consiglio Nazionale degli Utenti, non sono garantite tali condizioni, perchè – ad es. – l’Auditel si rifiuta di mostrare il dato grezzo, cioè prima che venga elaborato dai loro software.
 
 
Perché ritenete che non funzioni? In cosa dovrebbe essere modificato, e come?

Perché le famiglie-campione sono selezionate secondo criteri distorti (lo dice Zuliani, ex-presidente ISTAT – informazioni sui metodi di campionamento qui (http://www.megachip.info/modules.php?name=News&file=article&sid=1911 n.d.r.).
Perché il meter è difficile da usare correttamente, e alla fine nessuno lo usa come dovrebbe (questo l’ho verificato io stesso).
Perché i dati non sono verificabili all’infuori dell’Auditel. Dovrebbe essere affidato all’Authority delle Telecomunicazioni un servizio analogo, che controlli i risultati in maniera comparata, e dovrebbe essere introdotta un’indagine sulla qualità, che non esiste.

 
Quali sono, dunque, le eventuali proposte alternative per il rilevamento dei dati d’ascolto?

Applicare la legge 249, che affida le rilevazioni all’Authority, introdurre una rilevazione di massa sulla qualità (cioè sul merito dei programmi) , controlli indipendenti e a sorpresa sui dati grezzi dell’Auditel, cambiare i criteri di selezione delle famiglie del panel.

 Megachip sta conducendo una battaglia aperta, attraverso il lavoro del “Gruppo Auditel”, da diversi anni. Alcuni parlamentari si sono fatti portavoce dell’istanza da presentare in Parlamento, e un’indagine dell’Authority pare sia ancora in corso. Ma la battaglia prosegue anche su altri fronti. So che date la caccia alle famiglie Auditel per svelarne i segreti. Può parlarmi delle testimonianze raccolte presso le famiglie intervistate che partecipano al rilevamento Auditel?

Riportiamo alcuni brevi stralci di un’intervista ad una delle famiglie campione, che Giulio Gargia ci ha fornito, che rivela chiaramente come si faccia un uso distorto del mezzo di rilevazione, per incapacità d’uso, negligenza o addirittura aperta volontà di falsare i dati.

[…]
Cor. – Bé, per un periodo abbiamo visto tutti “Un posto al sole”, ma perché…
D – Perché?
Cor. – Ci lavoravo io. Facevo un personaggio. Io faccio l’attore, mi hanno preso…e così ce lo siamo guardato. Abbiamo fatto un po’ salire gli indici d’ascolto in quel periodo…
[…]
C – A volte mi diverto la notte…mi invento che c’è un ospite, una donna di 85 anni e poi mi sintonizzo sui canali che mandano gli annunci porno…mi immagino la faccia di quelli che leggono i dati…
[…]
Ada – Ogni tanto vengono a controllare che le sequenze dei canali non siano cambiate…[…]
Ada – Circa una volta all’anno.
D – Vuol dire che se, per caso, la frequenza di una TV locale viene cambiata perché c’è il nuovo piano regionale e capita su quella che era, ad esempio, di Canale 5, il vostro meter continua a dare ascolto a Canale 5…per 2 settimane, 2 mesi o 11 mesi, a seconda del periodo in cui torna il verificatore?

[tratto da Giulio Gargia “L’arbitro è il venduto” Editori Riuniti]

 


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]