Il signore del pianoforte

Krystian Zimerman – pianista di origini polacche e di fama mondiale – si è esibito lo scorso mercoledì 2 aprile al teatro Sangiorgi, ospite dell’Associazione Musicale Etnea, conquistando letteralmente il foltissimo pubblico presente, tra i quali vi erano molti membri della comunità polacca locale e un gran numero di giovani.
Di lui si sa molto: bambino prodigio, vincitore del Premio Chopin a 18 anni, amico di Leonard Bernstein, profondo conoscitore della tecnica pianistica e del funzionamento dello strumento (collabora con la nota casa produttrice Steinway); e Catania lo ha accolto con entusiasmo, lo stesso che ha trasmesso lui con i brani che ha interpretato.
Prima dell’inizio il pianista ha chiesto un minuto di raccoglimento per ricordare Giovanni Paolo II nel giorno dell’anniversario della sua morte e a lui ha dedicato la serata.

Il concerto prende il via quasi improvvisamente con la Seconda Partita di Bach (in do minore, Bwv 826). Le prime note, lente e solenni, s’impadroniscono immediatamente del pubblico. Zimerman impone a modo suo il silenzio, sposta immediatamente l’attenzione sulla musica e le sei parti di cui si compone la suite sembrano volare, anche se le note faticano ad abbandonare la sala e rimangono a lungo impresse nella mente.
Gli accordi gravi e inconfondibili della Sonata in do minore (op.13, la cosiddetta “Patetica”) di Beethoven travolgono con la loro forza. Attesa, dolcezza, solennità si susseguono rapide, mentre le dita del pianista polacco ora accarezzano ora frustano i tasti lasciando senza fiato la sala che esplode in un applauso entusiasta sull’ultimo accordo.

La seconda parte del concerto – con una modifica dell’ultima ora sul programma – è dedicata totalmente a Chopin, di cui Zimerman è considerato uno dei più autorevoli interpreti a livello mondiale. I primi brani sono due delle quattro mazurche op. 24, ma è la Sonata n. 3 in si minore (op. 58) che conquista definitivamente il pubblico. Una cascata di suoni riempie la sala; il pianista polacco si cimenta senza esitazione nei quattro movimenti, che si susseguono veloci e impetuosi, di una delle più complesse partiture create dal compositore romantico. Alla fine del concerto, sembra che l’intero teatro non voglia lasciare andar via Zimerman e lui – sebbene si dica non ami molto concedere bis – accontenta il pubblico eseguendo tre brani, tutti di compositori polacchi. La delicata Mazurca in do diesis minore (op. 6, n. 2) di Chopin, già eseguita dal pianista durante un concerto privato in Vaticano nel 1976, la settima variazione dalle Variazioni in si minore su un tema popolare polacco (op. 10) di Szymanowski e infine la travolgente Sonata n. 2 della compositrice Grażyna Bacewicz.

Alla fine del concerto una cinquantina di ragazzi si è accalcata in via Di Sangiuliano per incontrare da vicino il pianista, il quale non si è sottratto e ha continuato a firmare autografi anche dopo la chiusura del Teatro.


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