Professor Lo Cascio: Il mestiere di fingere

Una gran folla all’Auditorium, trepidante e inaspettata…sarà mica per Lo Cascio?!
Intanto il professor Granozzi apre la conferenza annunciando i pronostici per questo nuovo anno accademico; l’intenzione è quella di chiudere il progetto del cineforum ed iniziarne uno nuovo sui mestieri del cinema: “basta con il cineforum, facciamo i mestieri del cinema e proviamo a discutere con i grandi che il cinema l’hanno fatto davvero…”.

Saranno organizzati cicli d’incontri con personalità provenienti dal mondo del cinema, dell’editoria e del giornalismo che terranno vere e proprie lezioni.
Prima tappa: Luigi Lo Cascio & il mestiere d’attore.
Straordinario attore palermitano colto e preparato, dal fascino misterioso, raggiunge il successo con il film “I cento passi” (per chi non lo dovesse ricordare ^_^) di Marco Tullio Giordana, interpretando Peppino Impastato, eroe siciliano che osò sfidare l’intero mondo mafioso di Cinisi e la mentalità di un piccolo paese solo con la sua intelligenza, l’ironia, la fantasia e la voglia di fare.

Imbarazzato e intimorito dalla folla di studenti, l’ospite inizia a raccontarci del suo avvicinamento al mestiere d’attore, confessandoci il poco amore nei confronti del cinema probabilmente dovuto ai lunghi anni passati in teatro, alla possibilità che questo offre di celarsi dietro una maschera per poi tornare al proprio “Io” calato il sipario, cosa che al cinema risulta molto più complicata. E’ lì che passa e resta tutta la tua persona: “…mi capita che la gente, passeggiando per strada, mi chiami ancora Peppino…”.

Anche i pregiudizi “pseudo-culturali” e le “sventure biografiche” lo spinsero a non amare il cinema un granché…
“Non è un dato ovvio che quello dell’attore sia un mestiere. La gente non vuole che tu finga ma che ti confonda completamente con il personaggio […] e al tempo stesso risultare una persona normale. Ma l’attore è artista vivente…o è artigiano? Di certo è soggetto e oggetto della propria creazione e trasformazione a comando (metodo della mimica, o meglio, mimetica del maestro-teorico Orazio Costa).

Tanti sono i modi d’essere attori, diversi gli sfondi, ma ciò che accomuna le varie forme è l’andare in avanscoperta ponendosi al posto di chi ci guarda per cogliere il senso dell’uomo e sperimentare possibili reazioni”.
Altro punto che Lo Cascio tende sottolineare è la responsabilità di un attore, di un uomo in quanto attore, che non sta esclusivamente nel personaggio di peso, storico o di finzione che si andrà ad interpretare quanto nel dover divulgare quanto fatto.
Dopo averci spiegato chiaramente il suo modo di vedere la figura d’attore, inizia a rispondere ad alcune domande postegli, domande tecniche per lo più, che non stiamo qui ad elencare perché pensiamo sia sottinteso che abbiate seguito la lezione!

Per gli amanti del teatro, potete vedere Lo Cascio la prossima stagione in uno degli ultimi racconti di Kafka: “Nella Tana”.
Noi vi salutiamo e vi diamo appuntamento alla prossima lezione!

Filmografia:
I cento passi, Luce dei miei occhi, Il più bel giorno della mia vita, La meglio gioventù, Buongiorno, notte, Mio cognato, La vita che vorrei.


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