Un sistema di telecamere sorveglierà oltre 15 piazze della città. L'obiettivo è contrastare il degrado sociale e il vandalismo - Il Grande Fratello arriva a Catania di Andrea Deioma
Telecamere contro il bullismo a Catania
Un impianto di videosorveglianza e telecontrollo sarà installato nei prossimi giorni in almeno quindici tra piazze e giardini pubblici di Catania. Liniziativa che si colloca nellambito del progetto Ambiente e Sicurezza predisposto dallAssessorato allEcologia del Comune in collaborazione con la Prefettura di Catania prevede:
diversi lavori di ripavimentazione, in seguito agli oltre 6000 euro di danni registrati solo nellultimo anno; la realizzazione di spazi per i bambini (con la valorizzazione di aree verdi e parco giochi) e, appunto, linstallazione di un sistema di telecamere per ostacolare lallarmante fenomeno di bullismo e di degrado sociale recentemente accentuato dagli episodi dello Stadio Massimino nello scorso febbraio, degenerati nelluccisione dellIspettore di polizia Filippo Raciti.
Il progetto “Ambiente e Sicurezza” rientra nell’ambito del Pon Sicurezza, Programma Operativo Nazionale coordinato dal Ministero degli Interni per lo sviluppo del sud Italia. Tra i punti fondamentali del PON ci sono
1) La riduzione dei tempi dintervento delle forze dellordine attraverso lo sviluppo di tecnologie per la salvaguardia della sicurezza del territorio e del patrimonio ambientale
2) Migliore gestione dei flussi migratori che garantiscano un impatto meno traumatico per il cittadino straniero e per la popolazione locale
3) La promozione di una cultura della legalità con una serie di campagne informative ed unazione di sensibilizzazione rivolte ai giovani
4) La riduzione dei tempi della Giustizia
Dunque dopo il caso Napoli, prima metropoli italiana ad essere controllata in maniera capillare dal grande fratello, e in scia con la gestione urbana di molte città europee, ora anche Catania sarà sorvegliata dal massiccio utilizzo di occhi elettronici. Le registrazioni saranno trasmesse direttamente ad un centro di controllo della Questura che visionerà le cassette in caso di precise segnalazioni e nel rispetto del diritto di riservatezza dei dati personali regolati dalla legge sulla privacy.
Sembra impossibile non chiedersi se davvero non si sarebbe potuto evitare un intervento così estremo; ma dopo i fatti del Massimino anche il diritto alla privacy dei cittadini pare finito in secondo piano.