Lettera a Veronica L. in B.. Ed un Kleenex

Cara Veronica,

avrei voluto parlarti privatamente, ma cerco di essere umana indi mi rivolgo a te in pubblico, seguendo il tuo esempio.

Il mio nome è Fata, e se non posso parlarti da donna a donna, lo faccio da femmina a femmina, mi spiego meglio: sono una gatta, più precisamente la gatta che vive con la persona di cui carpirò la firma che comparirà alla fine di questa lettera.

Non stupirti se riesco a scrivere, osservando il mio umano ho imparato a pigiare correttamente sulla tastiera ed essendo spesso sola a casa (quando lui lavora, è fuori casa o in viaggio) ho dovuto per forza imparare a leggere per non annoiarmi, e ne ho approfittato per imparare pure a scrivere.

Ti scrivo, cara Veronica, da femmina a femmina, mentre è in corso la tua beatificazione in televisione. Lo faccio per chiederti consiglio ed avere lumi su cosa fare nel caso il mio umano un giorno manifestasse il desiderio di prendere in casa un’altra gatta: so che mi capirai.

Scrivi nella tua lettera:                 

 

– “ Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità, affermazioni che per l´età, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare (due figli da un primo matrimonio e tre figli dal secondo) della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose esternazioni “

 

Sono certa che parli con cognizione cara Veronica, tu che hai sentito quest’uomo in presenza di operai affermare di essere un presidente operaio, in presenza di imprenditori di essere un presidente imprenditore, in presenza di casalinghe di essere stato casalinga. E silenziosa non battevi ciglio, ritenendo fossero affermazioni che non possono essere ridotte a scherzose esternazioni.

E, checchè ne dicano le malelingue, di certo nulla potevi quando con generosità il tuo coniuge sorridendo diceva in pubblico che ti avrebbe presentato il Primo Ministro d’uno stato estero (non per una briscola, sembrava) o vantava doti di playboy che seduceva un Primo Ministro donna. Non potevi, cara Veronica, perché presa nel tuo ruolo di madre vestivi, nutrivi, cucinavi e lavavi per i vostri tre figli, li educavi giungendo poi esausta al termine della giornata, senza neanche più la forza di leggere un giornale o vedere un TG, rimanendo quindi all’oscuro di tutto.

Sappi che sono con te, cara Veronica, quando scrivi:

 

–          “ la mia dignità di donna che deve costituire anche un esempio per i propri figli, diverso in ragione della loro età e del loro sesso. Oggi nei confronti delle mie figlie femmine, ormai adulte, l´esempio di donna capace di tutelare la propria dignità nei rapporti con gli uomini assume un´importanza particolarmente pregnante, almeno tanto quanto l´esempio di madre capace di amore materno che mi dicono rappresento per loro; la difesa della mia dignità di donna ritengo possa aiutare mio figlio maschio a non dimenticare mai di porre tra i suoi valori fondamentali il rispetto per le donne, così che egli possa instaurare con loro rapporti sempre sani ed equilibrati “

 

Sono certa che tu, che giustamente parli di dignità, educazione e valori da trasmettere ai figli, nei rari momenti di svago eri accecata dal sole nel giardino d’una delle vostre ville in Sardegna mentre era vostro ospite Putin, il quale in Cecenia faceva massacrare donne e bambini.

O era il riflesso del sole sulla neve Svizzera, mentre distesa ti rilassavi nel giardino della villa miliardaria che il tuo consorte stava intestando a tua madre, era quel riflesso ad impedirti di sentire le barzellette che il tuo amato sposo raccontava sui malati di A.I.D.S.***( vedi nota in calce)

E di certo, nella villa di Arcore, il riflesso d’un lampadario sui tuoi preziosi gioielli non ti permetteva di vedere come non venisse rispettata la dignità (cosa a te cara) di quella truffata giovane donna da cui, tramite un amico incaricato della vendita, tuo marito acquistava la villa ed il parco per un “ soldo di cacio “. Sono certa cara Veronica che non sei a conoscenza di ciò, altrimenti già al tempo saresti insorta, ma il lavare, cucinare ed altro (so che l’ho già scritto, ma è bene ribadire il tuo faticoso ruolo) per i figli t’hanno impedito, tu angelo del focolare, d’aver tempo per venirne a conoscenza.

Dato che l’esperienza insegna, dimmi dunque tu cara Veronica cosa fare per non rimanere ignara come te, nel caso il mio umano si esibisse in atti o parole che a me paiono nefandezze.

Sono certa che come io ho capito te e la tua buona fede, altrettanto farai tu con me.

 

Permettimi due ultime domande, tu che sai:

1)     fra un po’ è  il compleanno del mio umano e sto salvando un po’ di crocchette da barattare per poi fargli una sorpresa. Se ci riesco vorrei regalargli una bottiglia di champagne: quale marca mi consigli ?

     (vorrei anche donargli del caviale, ma non c’arrivo, per quello spero di        chiederti consiglio fra un anno )

2)     se il mio umano vince al SuperEnalotto, può andare bene Cartier in Place Vendomme a Parigi come luogo dove trovare un collarino di diamanti ?

          O meglio da Tiffany a New York ?

3)     una signora che abita nel mio condominio torna a casa la sera visibilmente stanca, e il marito non la tratta per nulla bene. Seguendo il tuo esempio, credi sarebbe buona cosa se lei mettesse in ogni buca della posta una lettera con pretesa di scuse da parte del marito ?

         (mi sa che se scrive ai giornali nessuno se la fila)

 

Ora ti saluto, non prima di raccomandarti di tener duro: le anime candide non possono esimersi da ciò.

 

Con piena solidarietà

Micia Fata

 

Allegato: un fazzoletto Kleenex.

 

P.S.

Nel caso abbia scritto qualche inesattezza me ne scuso, e farò pubblica ammenda.

Per richiedere eventuali scuse non è necessario scrivere ai giornali, basta all’indirizzo mail allegato (non temete, anche dovesse accadere il mio umano non mi ridurrà la dose di crocchette per punizione, né cambierà marca delle stesse)

 

****

Un malato di A.I.D.S. va dal medico e questi gli consiglia delle sabbiature che gli coprano tutto il corpo.

Stupito, l’uomo chiede al sanitario se è cosa che gli servirà per guarire, ed il medico risponde: “No, ma intanto si abituerà“


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