Il ‘documento del 27 giugno’

Documento del Coordinamento dei ricercatori, docenti, precari e studenti dell’ Università di Catania.

A seguito dell’incontro aperto tenutosi giorno 27-6-2005, dedicato ad analizzare il testo del Disegno di Legge sul Riordino dello stato giuridico dei docenti universitari (approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati il 15-6-2005) sono emersi i seguenti punti di gravissima preoccupazione e critica riguardo ai contenuti del provvedimento governativo in questione.

1) Accesso al lavoro universitario per le nuove generazioni.

La questione dell’accesso nel mondo universitario per le nuove generazioni ci pare una delle questioni fondamentali e cruciali per una vera e profonda riforma dell’Università italiana.

Tale accesso, secondo l’intento dell’attuale governo, è permesso unicamente attraverso un precariato senza limiti di tempo, secondo la vecchia abitudine tutta italiana – e di manzoniana memoria – per cui le istituzioni sono forti, anzi fortissime, proprio con i più deboli, tanto quanto sono deboli e remissive con i “forti”. 

L’ art. 4, comma 3, prevede infatti l’istituzione – senz’altro conveniente per i bilanci delle Università – di tipologie contrattuali di professori incaricati a tempo determinato, malpagati (“secondo le disponibilità finanziarie degli atenei”) e non coperti sul piano previdenziale (come tutti i rapporti di lavoro subordinato e occasionale). La legge non indica limite alcuno di durata e rinnovabilità di tali contratti, prefigurando quindi un massiccio utilizzo negli anni a venire di questa figura: insomma, secondo la Moratti si può rimanere professori incaricati – e dunque precari – “a vita”.

L’art. 4, comma 6, prevede poi – quale ulteriore “gradino” della carriera –  dei contratti di ricerca ed insegnamento (equiparati nell’emolumento agli attuali ricercatori, ma privi di copertura pensionistica) di durata triennale ma rinnovabili senza limiti di tempo; insomma, niente paura: se si sfugge al pericolo dell’incarico a vita si può sempre rimanere ricercatori precari “a vita”! Tale figura richiede, ovviamente, il titolo di dottore di ricerca (i primi 3-4 anni di ingresso obbligato alla carriera!).

Tale quadro normativo, ben lungi dal produrre la auspicata – e tanto propagandata – semplificazione del precariato universitario, ottiene piuttosto lo scopo di creare una struttura piramidale al cui vertice stazioneranno pochissimi docenti stabilizzati ed alla base una grande massa di docenti e ricercatori precari (con tempi di ingresso di non meno di 12 anni), con conseguente distruzione del senso di “comunità del sapere” che dovrebbe essere dell’ Università. Attualmente il rapporto tra docenti precari e stabilizzati (ricercatori inclusi) nell’Università italiana è grosso modo 1:1. Se tale riforma entrasse a regime, dopo circa 5-7 anni l’Università italiana avrebbe due docenti precari per ogni stabilizzato. E’ questa la “macchina da guerra” del sapere avanzato del futuro di cui parla il Governo?

2)      Novità riguardanti le figure già inserite stabilmente nel sistema universitario.

Anche il riordino dell’esistente, ovvero delle attuali figure stabilizzate, riserva alcune gradite sorprese.

L’art. 4, comma 11, prevede che i ricercatori siano messi ad esaurimento. Essi potranno – “a domanda”, come dei vassalli medioevali – vedersi attribuito il titolo di professore aggregato, con aumento degli obblighi (il tempo pieno) e dei vincoli (didattica ma non solo) a parità di stipendio. Il titolo stesso di professore aggregato per come si configura nella legge ci appare meno dignitoso del vecchio ruolo di ricercatore universitario. Tale titolo si svende, un po’ a tutti, “senza ulteriori oneri per la finanza pubblica”. Un modo davvero onorevole di riconoscere e premiare la professionalità e la qualità!

L’art 4, comma 1, muove invece decisamente verso l’abolizione di uno stato giuridico nazionale della docenza: i singoli atenei infatti “disciplinano con propri regolamenti” le procedure per il reclutamento dei professori. Ciò si presenta fra l’altro in conflitto con quanto previsto nell’ articolo 3, comma 1 a) della stessa legge in cui si fa riferimento ad un’ idoneità nazionale. Sembra vi saranno due livelli di reclutamento: uno nazionale ed uno locale. Potrà funzionare?

L’art. 2 della legge rivede il sistema di valutazione dei docenti (ovvero di quei pochi che riusciranno a farsi assumere daquel castello gotico che diventerebbe l’Università italiana secondo la Moratti). In tale articolo si crea una confusione assurda fra il sistema di valutazione, la cui necessità è riconosciuta da tutti e che dovrebbe essere legato a meccanismi premiali, ed il diritto agli scatti stipendiali legati all’anzianità.

L’articolo 3, comma 1 c) si occupa invece dei nuovi “concorsi nazionali”. In essi si riserva la quota del 25 % dei nuovi posti di ordinario ad associati anziani ed il 15 % dei posti di associato per ricercatori “anziani”. E per i giovani, cui il Ministro ha più volte dichiarato di voler “aprire l’università” anche grazie a questa legge? Il precariato a vita di cui sopra!

In conclusione, riteniamo che l’università immaginata da questo governo sia palesemente incapace di competere nel processo globale del sapere avanzato.
Soprattutto essa è e sarà sempre meno capace di formare i nostri studenti alle sfide del mercato del lavoro e della ricerca.
Noi non ci rassegniamo all’idea che il nostro paese diventi un luogo marginale sottosviluppato.

Per tutti questi motivi chiediamo con forza il ritiro di questo disegno di legge, ed invitiamo i Presidi di tutte le Facoltà del nostro Ateneo a riunire gli organi collegiali prima della prossima discussione al Senato. Ci pare necessario rendere ufficiale, ancora una volta,  la posizione delle Facoltà  in merito a tale scempio legislativo.

Sosteniamo l’ intenzione del Rettore di indire una assemblea d’Ateneo prima della votazione in Senato del suddetto disegno di legge, in modo da aggiungere la voce dell’ Università di Catania al coro di  proteste che si alza dalla maggioranza delle Università italiane, dal CUN e dalla CRUI.

Evitiamo che il sistema dell’alta formazione venga polverizzato, secondo la logica degli Atenei forti che mangiano i deboli.
Evitiamo insieme che cada l’oblio sulla nostra Università.


Dalla stessa categoria

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

La notizia della morte di Ubaldo Ferrini ha aperto nella mia mente una caterva di finestrelle come pop-up. Finestrelle alle quali non saprei neanche dare un ordine preciso. Ricordi forse anche sbagliati (chiedo ai lettori di correggermi ove sbagliassi), ma di una cosa sono certo: questi pop-up sono uniti da un filo conduttore a cavallo […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]