Il programma presentato dal prof. Nunzio Famoso

1. RINGRAZIAMENTI
A conclusione del mio primo mandato, tre anni irti di impegni onerosi ma anche esaltanti, sento il bisogno di esprimere un sincero ringraziamento a quanti hanno condiviso con me questa lunga fatica: il Consiglio di Facoltà, che ha sempre operato con grande senso di responsabilità ed equilibrio, la Vicepreside, che ha svolto con passione e dedizione i suoi impegni, soprattutto in campo didattico, il Consiglio di Presidenza, che non mi ha mai fatto mancare proposte e suggerimenti, i Presidenti di area didattica, attivamente partecipi della vita istituzionale, gli studenti, spesso espressione di maturità e dedizione allo studio , il personale tecnico-amministrativo sempre disponibile pur nel quadro d’incertezza in cui si svolge il loro impegno, quanti lavorano e studiano in condizioni difficili nella sede decentrata di Ragusa, e tuttavia tenendo alti i livelli di qualificazione didattica e culturale, i delegati e tra essi, il prof. A. Pioletti, già Preside e Prorettore, della cui amicizia e dei cui consigli ho forse qualche volta abusato, infine quanti, nel tempo del mio breve mandato, hanno dovuto lasciare la Facoltà dopo avervi dedicato le migliori risorse intellettuali. A tutti costoro voglio esprimere anche i sensi  della mia viva gratitudine.
Il mio auspicio è quello di potermi avvalere, in un rinnovato impegno, di tante motivate energie per edificare una più forte ed autorevole Facoltà di lingue e letterature straniere.

2.UN SECONDO MANDATO
Ho sentito il corpo elettorale e ho tratto il convincimento di un sostegno ad un mio secondo mandato. Ho sentito stima e fiducia attorno alla mia persona. Motivi che fondamentalmente mi spingono a candidarmi. In questi cordiali e proficui incontri ho avuto suggerimenti e rilievi ma soprattutto chiarezza di propositi ed intendimenti, segno di un sostegno critico e leale alla mia persona . Il clima di compattezza e di correttezza della Facoltà, a cui tutti noi abbiamo concorso, l’idea di poter portare a termine il mio programma arricchito di nuove riflessioni ed esperienze mi aiuteranno  a rafforzare spirito di servizio ed attività di buon governo.

3. LA CRISI DEL SISTEMA UNIVERSITARIO
Caratteristiche della crisi. L’Università italiana è in crisi. Ho conferma di ciò dal recentissimo Indagine sul declino dell’Università di A. Monti (Cangemi editore). Questa crisi è resa più drammatica da scelte governative non adeguate o sbagliate. Sotto gli occhi di tutti sono le grandi difficoltà in cui si dibattono le Università italiane. Difficoltà vi sono nel momento in cui vengono chiamate a gestire il decentramento amministrativo, l’ampliamento delle sedi universitarie, la crescita e la differenziazione della domanda formativa, gli scorrimenti di carriera, la moltiplicazione dei servizi, l’assoluta carenza di personale e strutture,” il tourbillon burocratico e didattico derivante dalle varie riforme sovrapposte…..” ( M. Pirani , la Repubblica del 2/6/08 ). Gli Atenei italiani , stretti tra modificazioni da apportare agli ordinamenti didattico-scientifici e all’apparato tecnico – amministrativo e l’esigenza di far fronte alle scarse risorse statali e alla lievitazioni dei costi , finiscono per abbassare la qualità ed i livelli della qualificazione scientifica e culturale. Lo stato di degrado e di marasma è grande: alla base la scarsa considerazione che negli ultimi decenni va assumendo la formazione e la ricerca negli indirizzi governativi e nel prevalere di un orientamento privatistico circa la gestione del sistema universitario Siamo in presenza di un  pericoloso logoramento dell’impegno istituzionale che genera un arretramento dei livelli gestionali e formativi raggiunti dalle nostre Università e getta le basi per una progressiva demolizione dell’Università statale. Un arretramento che produce pericolosi scollamenti e crepe nel tessuto connettivo del mondo universitario che in Italia vanta una tradizionale solidità e che è stato alla base del processo di maturazione culturale e perfino dell’unità politica del paese.
Ma ecco in sintesi alcune discrasie che si sono prodotte nel sistema:    
1. il progressivo disimpegno finanziario dello Stato verso l’Università;
2. la crescita di Università private o autonome;
3. la frammentazione dei titoli di studio;
4. la moltiplicazione delle sedi universitarie;
5. il distacco tra le giovani generazioni di studiosi e l’Università;
6. i ritardi ed i limiti agli scorrimenti di carriera;
7. la confusione nella stabilizzazione dei titoli di studio e dei percorsi formativi;
8. la confusione tra centralismo ed  autonomia;
9. la differenziazione territoriale e culturale tra Università ed Università; 10.  la crescita del precariato ai diversi livelli , docente e tecnico – amministrativo;

Un’autonomia universitaria zoppa. Va preso atto di un processo che al momento appare difficilmente arrestabile, salvo un attento bilancio, a livello europeo, degli effetti negativi prodotti. Il modello di Università consegnatoci dalla vecchia normativa va dissolvendosi e con esso il suo impianto originario. Il passaggio da un modello centralistico ad uno autonomistico non è affatto completo, rimanendo residui di centralismo nella direzione del sistema universitario. La speranza è che nella  riorganizzazione federalista il sistema della formazione e della ricerca trovi una più compiuta affermazione autonomista. Oggi, a fronte di scarsi contributi statali e di un accrescimento dei costi, lo Stato abbandona a se stesse le Università, le quali subiscono sempre più i contraccolpi della crisi finanziaria.
Ancor più pesante quanto avviene in campo didattico. Nella riorganizzazione didattica, prevista per legge e che da qui a poco ci vedrà impegnati, si dovranno tenere insieme, nella nuova architettura, le compatibilità stabilite dalla normativa autonomistica vigente, vincoli e compatibilità fissati centralmente, i processi evolutivi delle diverse scienze, organici e scelte delle Facoltà, il quadro di uno sbocco professionale, legato al territorio ed al mercato del lavoro potenziale e in atto, sovrapposizioni nell’ambito della stessa Università e cosi via. Le Università, e per esse le Facoltà, vengono caricate di oneri pesantissimi e di complesse procedure col rischio che venga indebolita e dequalificata l’offerta formativa.

4. IL QUADRO DELL’UNIVERSITA’ A CATANIA
Il patto di maggioranza , sancito dall’area facente capo all’attuale Magnifico Rettore prof. A. Recca e quella dell’allora Prorettore Prof. A. Pioletti, ha determinato, due anni addietro, una transizione di governo da molti ritenuta salutare. Il clima di speranze e di attese si era tradotto in una serie di atti che vanno verso l’ammodernamento dell’Università, la razionalizzazione di strutture e apparati, la trasparenza amministrativa, l’attenzione verso il personale tecnico-amministrativo, l’internazionalizzazione dello studio e della ricerca  , la qualità delle manifestazioni legate ai circuiti culturali , in un quadro di certezza delle regole e di trasparenza delle decisioni. Queste scelte, anche se a volte sono sembrate scollegate da un organico e razionale progetto, hanno segnato un’ inversione di rotta rispetto ad un recente passato, segnato da immobilismo o scarsa valorizzazione per l’autonomia universitaria. E comunque sullo sfondo tre grandi problemi non hanno trovato soluzione : la condizione di crescita del precariato ad ogni livello, che produce processi di dequalificazione e pauperizzazione, l’insufficienza di ambienti e strumenti, che generano uno stato di sofferenza ed a volte di obsolescenza delle strutture didattico-scientifiche, ed infine terapie sbagliate per il decentramento territoriale che soggiace, oggi, a condizioni di indebitamento e arretramento culturale. Non tutto ho condiviso dell’attuale amministrazione, prova ne sia che qualche delibera reca o la mia astensione, o il voto contrario o rilievi, ma sempre in un clima di sostegno all’opera di rinnovamento avviata, che il sottoscritto aveva sposato come quelli che all’area Pioletti facevano riferimento. In particolare non mi ha mai convinto l’assegnazione degli ambienti delle Verginelle alla Facoltà di Scienze della Formazione, deciso in Consiglio di Amministrazione senza che sia stato mai portato in Senato Accademico, non mi ha convinto fino ad oggi la riorganizzazione relativa alle strutture decentrate, la finta ristrutturazione del Dottorato, i parametri del riequilibrio (rapporto docente studente, età della Facoltà, etc.), alcune decisioni relative ai Benedettini viziate da illegittimità , modalità disinvolte nelle relazioni istituzionali ed altro ancora. Tuttavia di fronte ad orientamenti ben indirizzati quanti hanno creduto nel nuovo corso, anteponendo gli interessi generali a quelli particolari e settoriali, restano profondamente delusi. La decisione unilaterale ed immotivata del ritiro della delega al prorettore, Prof. Pioletti, appare discutibile sotto il profilo politico essendo il Prof. Pioletti Prorettore-garante dell’area che ha sottoscritto l’accordo di programma per un nuovo governo dell’Università a Catania. I programmi non sono una variabile indipendente. Paradossalmente una rottura di una tale alleanza avrebbe correttamente dovuto determinare la fine di quel governo dell’Università, mentre il Rettore avrebbe dovuto cercarsi una nuova alleanza  attraverso una chiamata alle urne. Così non è stato. E ciò apre una fase preoccupante e confusa  in cui le intese di governo non sono più chiare come le aveva voluto determinare il corpo elettorale, mentre viene sottratta rappresentanza di governo a chi aveva sottoscritto il patto per conferirlo ad improvvisati alleati.

5. METODI DI GOVERNO E SFIDE
Pacificare la Facoltà attraverso il confronto ed il dialogo. Una linea di coerenza e serietà istituzionale perseguita con lealtà e correttezza esaltando collegialità e trasparenza.

E’ nota la situazione lasciata per scadenza di mandato dal mio predecessore: una Facoltà che pur con pochi anni di vita era riuscita ad affermarsi, per vitalità, dinamismo e scelte culturali nel panorama universitario e cittadino, con una propria identità e ruolo. La stima e la riconoscenza che si deve al prof A. Pioletti derivano dall’ottima presidenza e dagli ottimi risultati raggiunti negli anni. Non a caso egli ha rivestito il ruolo di Prorettore della nostra Università chiamato dal Magnifico Rettore a compiti delicati e difficili. Il disorientamento e la spaccatura seguita all’uscita di scena del nostro primo Preside ed alla necessità del suo avvicendamento sono stati la logica condizione in cui è piombata la Facoltà divisa nella individuazione della migliore figura a cui affidare i compiti della successione. Ho ritenuto che la scelta travagliata compiuta dalla componente elettiva mi caricasse di ulteriori responsabilità che non fossero quelli esclusivi della gestione della Facoltà. In un certo senso di un compito politico. Ed infatti consapevole di questa situazione, ma anche dall’analisi che la sottende, mi sono adoperato in assoluta coerenza e senza risparmiarmi.
Scopo precipuo pertanto è stato quello di ampliare e compattare il consenso attorno al Preside e al suo buon governo, tentando di ridurre l’esito del risultato elettorale che mi consegnava una Facoltà spaccata. in due. Ritengo di aver aperto una stagione di dialogo con tutti, nessuno escluso, senza alcuna discriminazione o ostilità preconcetta, mettendo a disposizione il mio impegno, senza limiti e senza risparmio, per dar conto a tutti e alle diverse domande provenienti dalla Facoltà . La stessa gestione della Facoltà non è stata ad escludendum ma volta alla cogestione nel tentativo di far prevalere il dialogo ed il confronto. Ed infine a far prevalere correttezza, lealtà ed equità nei comportamenti, negli indirizzi e nelle scelte di governo.
A conclusione del mio primo mandato mi ritengo parzialmente soddisfatto degli obiettivi raggiunti. Nell’auspicio di un secondo mandato e che mi venga permesso di lavorare per altri tre anni, garantisco il perseguimento dei compiti che la Facoltà vorrà assegnarmi.   

Le risposte alle sfide della crescita e delle difficoltà finanziarie.
Dall’atto della sua fondazione ad oggi la Facoltà è cresciuta notevolmente. La crescita costante degli studenti che sempre più numerosi si iscrivono ai nostri corsi di studio, l’incremento seppur inadeguato di personale docente e tecnico–amministrativo, le mutazioni che si sono avviate come conseguenza delle modificazioni agli ordinamenti di studio, i problemi che sono venuti dalla ristrettezza degli ambienti messi a disposizione, le inadempienze del Consorzio di Ragusa, i limiti alla crescita degli organici, una domanda culturale sempre più esigente e varia che promana dal mondo e che investe le istituzioni universitarie, l’impetuosa crescita degli oneri e dei costi: tutto ciò ci ha richiamati a sfide e cambiamenti verso i quali ci siamo adeguati in tempo reale ed innalzando la qualità della nostra offerta culturale. Pur nel quadro di difficoltà strutturali e ristrettezze finanziarie abbiamo risposto alle sfide e ai cambiamenti con prontezza e qualità, e ciò è testimoniato dalla grande attrazione che promana dalla nostra Facoltà. E tuttavia se molto è stato fatto molto ancora ci aspetta da fare. Va conservato lo spirito che ci ha caratterizzati, che con apporti collegiali e condivisi  ci ha permesso di mantenere senso di responsabilità e serietà verso un’offerta formativa adeguata ad un mercato del lavoro in rapida mutazione. Ma non trascurando una politica che sia espansiva per attrazione di risorse, crescita civile, qualità didattica ed allargamento e maturazione degli organici docenti e tecnico-amministrativo.

6. BILANCIO E PROSPETTIVE
Quadro finanziario. Si è chiusa la verifica contabile con l’Amministrazione centrale. Com’è noto, la Facoltà godeva d’un contributo finanziario proveniente unicamente da una parte del gettito di tasse e contributi, senza quota di FFO. Per assicurare livelli appena decenti di copertura dell’offerta formativa e per lo sviluppo stesso della facoltà, negli anni l’Ateneo ha anticipato somme, nell’attesa di riconoscere il giusto budget alla facoltà, che ora sono state rateizzate. Per contro e positivamente la Facoltà ha potuto incamerare i fondi arretrati dell’ FFO, che mai le erano stati assegnati, e attende ora il riconoscimento del budget per coprire le spese dei CEL a tempo determinato. Il budget oggi risulta accresciuto in ragione dell’annualità , ormai istituzionalizzata, dell’FFO e dei contributi annuali assegnati dall’Università al riequilibrio. Diversa la situazione decentrata di Ragusa. Anche qui negli anni si è accumulato un debito determinato da inadempienze del Consorzio di cui si è fatto carico in gran parte l’Università. In atto esiste un contenzioso per la restituzione delle somme dovute. Su questo fronte va dispiegata una politica che: a) abbassi tendenzialmente i costi che peraltro tendono sempre più a lievitare, b) incrementi le entrate, c) ricerchi nuove vie per intercettare risorse aggiuntive .

Offerta formativa e didattica. La Facoltà ha provveduto alla revisione di tutti i piani di studio, rendendoli ancor più funzionali all’offerta formativa, tramite la diminuzione del numero degli esami e lo snellimento delle prove di verifica. La revisione ha investito i corsi triennali e magistrali. Si è trattato di una razionalizzazione dei percorsi formativi resi più rispondenti agli sbocchi professionali, riducendo la frammentazione dei crediti senza contrarre la libera scelta dello studente. Questa oggi, non v’è ombra di dubbio, può muoversi su un ventaglio molto ampio. In parallelo si sono svolte attività didattiche aggiuntive di qualità e intercettando risorse. E’ questo il caso del “Master in Comunità sociale e turismo culturale sostenibile” ma anche di altre attività (corsi professionali, corsi di qualificazione etc.) Ma indubbiamente guardiamo al 2010/11, ultima data per rivedere gli ordinamenti didattici cosi come impone la legge, con molta attenzione e preparandoci per tempo. Nell’occasione, ferma restando la premessa dei vincoli e delle compatibilità, ritengo che: a) vada avviato un forte dibattito nell’Università e nella Facoltà che faccia prevalere gli interessi primari dello studio e dello sbocco professionale dei nostri giovani, prima di procedere ai cambiamenti necessari; b) vada salvaguardata l’identità della nostra facoltà senza procedere a stravolgimenti o mutazioni; c) si debba procedere ad un raccordo fra le Facoltà perché la nuova architettura sia il risultato di scelte razionali che evitino spechi e sovrapposizioni; d) la definizioni dei corsi di primo e secondo livello, oltre a scaturire dai limiti impostici, possa derivare dalle autentiche esigenze che promanano dalla società, dal territorio e dai cambiamenti culturali. 

La sede di Ragusa. Il progetto di insediare a Ragusa la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere ha costituito un volano di sviluppo per tutta la provincia e non solo. In breve e grazie all’ottimo impegno di docenti , studenti e personale non docente si è affermata e consolidata una cospicua realtà didattico-scientifica il cui modello di integrazione e di studio ha caratteri di autentica originalità ed eccellenza. Si sono realizzati nuovi corsi, uno sviluppo dell’organico docente e non docente, strutture a supporto dell’impegno di studio e la promozione di attività culturali parallele.  Il territorio, il tessuto urbano e culturale, si è rivitalizzato e valorizzato.
Questi risultati, di per sé eccezionali, sono il frutto di sacrificio, responsabilità e rigore culturale, di un impegno a cui hanno concorso congiuntamente Università, Consorzio e Facoltà. Una coralità di voci ha dato corpo ad una struttura che oggi si qualifica per ottimi livelli raggiunti e per grande potenzialità.
Allo stato dei fatti la sede di Ragusa oggi attraversa una condizione di grave disagio, in gran parte riconducibile alle inadempienze finanziarie del Consorzio e alla sua resistenza a rilanciare un progetto di sviluppo. A nostro modo di vedere essa deve andare avanti ponendosi obiettivi e traguardi che prospettino ulteriori successi. Chiuso il contenzioso dell’indebitamento con una transazione che ne accelera le conclusioni ed è in ogni caso materia in mano all’Amministrazione centrale, tre sono gli obiettivi fondamentali a cui dedicarsi in questi tre anni: 1. la stipula di una nuova convenzione che concordi, sulla base di un bilancio dell’esperienza pregressa, un sistema di regole a garanzia delle istituzioni concordatarie e un progetto di sviluppo tale da prevedere incrementi finanziari scanditi nel tempo; 2. la formazione del polo didattico per un governo integrato con le altre Facoltà insediate a Ragusa che agisca sul territorio; 3.  infine l’unificazione della Facoltà non solo ai fini istituzionali ma perfino ai fini percettivi. Un ambito in cui molto abbiamo fatto  (presenza del Presidente di area in Consiglio di Presidenza, incremento delle deleghe per alcuni colleghi di Ragusa, delega speciale al prof. Pioletti per Ragusa, organico docente unificato, chiamata di concorso per maturazioni scientifiche di Ragusa e su punti organico messi a disposizione per la Facoltà, allargamento delle borse Erasmus agli studenti di Ragusa risorse per assegni di studio, etc), ma è evidente che ancora molto va fatto per annullare la dualità di una Facoltà che non ha motivo di esistere.
Nella specifico si potranno prevedere conferenze di servizio, che facciano da monitoraggio degli impegni assunti e di quelli necessari, Consigli di Facoltà con convocazione a Ragusa; si potrà collaborare con il Consorzio al reperimento di risorse aggiuntive (europee, mediterranee e regionali); si potrà avviare una programmazione circa le prospettive di carriera per i giovani studiosi impegnati nella didattica e nella ricerca e già maturi per avanzamenti di carriera; va chiesto all’ERSU una presenza più efficace ed attenta alle aspettative del territorio (alloggi, mense, trasporti); va rafforzato l’apparato tecnico e amministrativo e dei servizi per rendere più efficace ed efficiente il livello di studio e di impegno lavorativo; va chiarita la situazione che attiene agli spazi e agli ambienti ma anche al personale tecnico-amministrativo spesso causa di contenziosi ed errate interpretazioni; vanno potenziati strutture e laboratori; va garantito l’impegno di lavoro dei docenti precari il cui contratto va immediatamente reso esecutivo sottraendolo ai ritardi dell’Amministrazione centrale, Va, infine, seguito con particolare cura l’insediamento del Centro di formazione linguistica permanente, consapevoli dell’importante ruolo che sempre più potrà assumere in futuro nel particolare contesto ragusano.
Una politica particolare va dispiegata al fine di raccordare Catania e Ragusa, individuando le migliori soluzioni per raggiungere tale importante scopo (manifestazioni ed eventi spalmati sulle due sedi, presentazione comune di progetti di ricerca, una rivista gestita con una redazione di docenti presenti in eguale numero fra le due sedi, nuove deleghe, maggiore presenza della sede di Ragusa negli organi di governo dell’Università, etc.).

Docenti. Pur in un quadro di restrizioni che da qualche tempo toccano la crescita degli organici e gli scorrimenti di carriera, aggravati da parametri di assegnazione dei punti-organico da parte della passata amministrazione, la Facoltà è riuscita nella scommessa di arricchire gli organici e di usufruire di una quota di punti-organico premiale, grazie a parametri che, questa volta, non l’hanno penalizzata. Siamo riusciti a programmare dei concorsi che stiamo portando a termine nella piena soddisfazione della Facoltà. Altro livello, che abbiamo fino ad ora salvaguardato, è stato quello dei docenti precari dove abbiamo operato una discreta tutela del loro impegno professionale pur in regime di precarietà (livello retributivo, missione, alloggi etc.). Ma appare evidente che in questo settore molto va fatto: a) trovare risorse aggiuntive che diano adeguate risposte a chi ha raggiunto una piena maturazione scientifica ed esprime un grande impegno professionale; b) impegnare le istituzioni (ERSU, Consorzio etc.) a costruire gli alloggi per i docenti che insegnano fuori sede; c) incrementare le risorse per contratti di ricerca per i nostri giovani.

Personale tecnico-amministrativo e riorganizzazione degli uffici. Allo scopo di incrementare le retribuzioni senza ulteriore aggravio per la Facoltà e migliorare la condizione lavorativa del personale tecnico-amministrativo si è trasformato il loro inquadramento giuridico da cooperativistico a quello più moderno di Co. Co. Co. Per far fronte alla crescita della Facoltà sono state  aumentate le unità di personale e si è proceduto ad una riorganizzazione degli uffici, funzionale e logistica,  attraverso una loro diversa articolazione. L’ufficio del CGA è stato riorganizzato con l’apporto di due nuove unità, mentre altri uffici e compiti sono sorti. Si è provveduto di volta in volta a trovare fondi aggiuntivi che servissero all’incentivazione lavorativa e a soddisfare le esigenze dei nostri lavoratori. Cosi come a salvaguardare i posti di lavoro. A Ragusa si è proceduto ad una riorganizzazione del personale per volontà del Consorzio. La Facoltà ha dovuto far fronte a oneri derivanti da scadenze di contratto perché non si creassero difficoltà a strutture delicate per la vita della Facoltà (laboratori, biblioteca etc.),  così come si è adoperata a coprire con fondi di Ateneo il costo del personale specializzato per i nostri laboratori. Ma, come recita un accorato documento del personale non docente letto in una seduta di Facoltà, c’è molta sofferenza e preoccupazione tra il nostro personale. Due i motivi di fondo: a) il rapporto di precarietà che ormai si prolunga da tempo senza offrire sbocchi ravvicinati alla loro condizione, b) i livelli retributivi assai bassi che non permettono di far fronte al costo della vita in continua ascesa. E’ stata creata una Commissione di studio che individui e programmi una prospettiva di transizione del nostro personale da uno stato di lavoro a tempo determinato a quello a tempo indeterminato. E’ chiaro che la mia solidarietà e sensibilità verso questi problemi non basta. Prendo, per parte mia, l’impegno ad adoperarmi per rimuovere i due ostacoli che non permettono una qualità della vita e un impegno professionale a livelli accettabili.

Studenti. In questi anni ho avuto e mantenuto un proficuo rapporto con gli studenti. Intendo sia i rappresentanti che gli studenti tutti. E ciò anche quando con voce critica hanno fatto sentire i loro legittimi interessi. Credo che ci sia stato dialogo, partecipazione e spesso condivisione delle scelte operate dalla Facoltà. Molto spesso sono stati, bisogna dargliene merito, protagonisti di iniziative che hanno avuto la piena adesione dei loro colleghi cosi come della Facoltà. Ma nella loro voglia di studiare bene e meglio, spesso sono giustamente esigenti. Chiedono docenti disponibili, chiedono che si evitino le sovrapposizioni delle lezioni, chiedono migliori attrezzature, segnatamente laboratori, chiedono più esami, e potrei continuare. Ho prestato molta attenzione agli studenti, che ritengo il termometro più sensibile della vita della Facoltà. Intendo rafforzare un rapporto docente-discente che pur nel rispetto dei ruoli esalti il dialogo vivo e critico e la garanzia che i diritti elementari degli studenti siano inviolabili. Vorrei fare naturalmente molto di più ma non tutto dipende dal Preside. Sono tuttavia convinto che la realtà di un corpo studentesco vivace e critico, che si alimenti costantemente di impegno  fecondo per lo studio e di comportamenti costruttivi, giovi ad una Facoltà che ha sposato il progetto giovani .
Faccio mia la piattaforma che segue, in pieno accordo con gli studenti rappresentanti:
• Presenza di una rappresentanza studentesca in Consiglio di Presidenza.
• Pubblicazione dei programmi delle singole discipline in tempi certi tali da garantire la presa visione degli studenti ai fine della compilazione dei piani di studio.
• Discussione preventiva del bilancio, i cui capitoli devono risultare di facile lettura, con i rappresentanti degli studenti.
• Apertura di nuove aule ed utilizzo per scopi culturali e didattici del Foyer.
• Ottimizzazione delle risorse afferenti all’aula d’informatica ed al laboratorio linguistico esistente, con ampliamento della possibilità di accesso attraverso l’estensione delle fasce orarie disponibili; creazione di una struttura adeguata alle esigenze di una utenza sempre più numerosa.
• Attivazione del servizio internet wireless.
• Impegno per la creazione di una mensa del polo umanistico.
• Aggiornamento del materiale didattico a disposizione degli studenti nella Biblioteca di Facoltà.
• Fornitura di materiale di cancelleria e di stampa nella sede dei rappresentanti degli studenti di Facoltà sotto il controllo della Presidenza.
• Uso regolamentato degli ambienti della Facoltà per eventi e manifestazioni, che comunque non siano incompatibili con le normali attività didattiche, che devono avere sempre priorità assoluta. 

Locali ed attrezzature. Attraverso una convenzione scritta è stato posto fine al lungo contenzioso con la Facoltà di Lettere, regolato in passato da rapporti personali e consuetudinari, sancendo in un documento scritto diritti e doveri spettanti ad entrambe le Facoltà nella gestione e nell’uso degli ambienti dei Benedettini. In questo documento sottoscritto in presenza del Magnifico Rettore, anch’egli sottoscrittore, viene sancita la piena legittimità della nostra Facoltà all’utilizzo dei Benedettini che appartengono, dopo la legge sull’autonomia, all’Università . Resta inspiegabile la  riemergente pretesa patrimonialista della Facoltà di Lettere, sconfessata dalla norma e dall’accordo, la quale vuole ritagliarsi entro i Benedettini ambienti di uso esclusivo. Prevedo la ripresa di un negoziato che affermi il pieno diritto della Facoltà di Lingue ad usufruire di tutti gli spazi comuni dei Benedettini. Nel frattempo in tempi rapidi è stato approntato l’ambiente in via Gisira che gestito assieme all’Università permette la disponibilità di altre aule aggiuntive ed attrezzate. Quanto ai locali delle Verginelle, nonostante l’opposizione mia e del preside Iachello, l’amministrazione ha inteso consegnarli alla Facoltà di Scienze della Formazione per impellenti necessità didattiche. Se capisco queste trovo difficoltà a capire il motivo, che attiene alla funzionalità e all’omogeneità degli spazi, perché le Verginelle siano state sottratte alle altre due originarie facoltà che sono quasi fisicamente a contatto con le Verginelle e che hanno bisogno urgente di altri spazi. A compensazione di quanto disposto il C. d. A. ha rimborsato i fondi anticipati. Ad ulteriore risarcimento le due Facoltà che hanno perso le Verginelle si sono viste assegnare i locali siti in via Androne, che attualmente ospitano i colleghi di Scienze Biologiche.
Alcuni  locali di Ragusa vanno regolamentati per definirne l’uso ed evitare contenziosi fra istituzioni.
Nel complesso: a) vanno ampliati gli spazi oggi a disposizione e regolamentati quelli in uso alla Facoltà; b) vanno sostituite le attrezzature informatiche per moderne attività didattiche e segnatamente va costruito un moderno laboratorio che possa essere utilizzato per l’insegnamento delle lingue e le attività didattiche varie.  

Attività e progettualità internazionale. La nostra Facoltà partecipa  a corsi istituiti in ambito mediterraneo ed intrattiene con queste più proficui rapporti, mentre crescono le relazioni in ambito europeo e internazionale. Con alcuni paesi mediterranei concorriamo, attraverso l’istituzione di corsi internazionali, al generale processo di emancipazione che ha nella formazione uno dei suoi capisaldi. Si è inoltre di molto allargata la possibilità che i nostri giovani vadano per un lungo periodo a studiare all’estero, perfezionando la lingua ma anche arricchendo il loro bagaglio culturale. Per questo ci siamo fatti carico presso la sede di Ragusa, che non ha ottemperato all’obbligo di sostenere le borse di studio all’estero per l’A.A. 2006/7, di non interrompere una tradizione di qualità coprendo gli oneri del bando. Sono, infatti, aumentate le sedi Socrates e le relative borse per i nostri studenti e docenti. E’ questa la cifra di un accresciuto impegno dei docenti in questa direzione ma anche dell’entusiasmo dei nostri studenti ad intraprender studi che presuppongono periodi di permanenza all’estero. Eppure in questo campo ancora molto va fatto: a) facendo incrementare le risorse dell’Università per l’internazionalizzazione; b) accrescendo le sedi  (spazio del Mediterraneo ed Europa orientale) dove poter studiare con borse di studio; c) spingendo l’ERSU, così come si sta facendo, a investire in questo campo con la nostra diretta e fattiva collaborazione; d) impegnando il consorzio di Ragusa ad incrementare i fondi per le relazioni internazionali; e) avviando progetti di ricerca in ambito europeo ed internazionale che permettono di sviluppare  ricerca e formazione all’estero.

Medialab e Step1. Va valorizzato ma allo stesso tempo guidato l’impegno pratico dello studente che resta ormai fondamentale in una Università che si caratterizza per il dire e il fare. Nell’ambito del  progetto Medialab, con laboratori che spaziano dalla fotografia, alla pubblicità, alla realizzazioni di cortometraggi e che ha dato ottimi risultati, vanno individuati in accordo con le richieste da parte dei ragazzi nuovi laboratori da far svolgere a esperti e tecnici dei vari settori. Sapendo che in questo campo bisogna coniugare il principio della coerenza formativa e curriculare e la libera istanza dello studente. Passi importanti sono stati compiuti nel proiettare la nostra Facoltà su internet, nella rivisitazione del sito web, nel promuovere manifestazioni studentesche autonome. Particolare attenzione è stata posta a Step1, oggi regolamentata da norme approvate dalla Facoltà, che riorganizzano e tutelano in modo più efficace giornale ed editore.

7. IMPEGNO CULTURALE E CIVILE
La Facoltà dovrà guardare al futuro, alle nuove sfide. Non già per ricercare l’effimero o la moda ma la via maestra di un nuovo progetto formativo. Dalle professioni, dai saperi, dalla società e dal territorio promana una nuova domanda di istruzione in cui le lingue e la contestualizzazione di esse assume un ruolo importante e a volte decisivo. Intendo le lingue quale strumento di conoscenza e promozione socio- culturale ma anche come veicolo per dialogare nel mondo globalizzato e multiculturale. Nei nostri percorsi formativi dobbiamo saper cogliere questa grande opportunità perché ci permette di trasmettere un’alta qualità delle nozioni scientifiche e culturali ma allo stesso tempo la diffusione di valori e di un pensiero critico, fortemente ancorati alla migliore tradizione umanistica della cultura italiana. La nuova matrice del docente del futuro sarà dunque il risultato combinato di impegno culturale e civile perché si possa essere all’altezza di dare al Paese professionisti preparati e rigorosi senza rinunciare, però, a formare cittadini responsabili, critici e consapevoli.


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Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]