Lezioni di cinema: la parola a Goran Paskaljević

“Hollywood non avrebbe mai finanziato un film come questo e sono sicuro che voi ne siete stati toccati molto di più di quanto un film di Hollywood avrebbe fatto”, afferma davanti al pubblico della seconda lezione di cinema offerta dal Taormina Film Festival 2007 Goran Paskaljevic, il grande regista che si è formato nella rinomata scuola di cinema di Praga sotto Elmar Klos. Il film è il drammatico Midwinter Night’s Dream, “un’opera straordinariamente potente”, come la definisce la produttrice Olivia Stewart moderatrice dell’incontro.

Il cineasta serbo è diretto e schietto quando parla dei difetti dei colleghi della sua interlocutrice: “I produttori non ti lasciano libero, impongono le loro scelte. Ti danno i soldi basandosi sulla sceneggiatura e quindi vogliono che questa sia seducente. Alcuni sono troppo presuntuosi – aggiunge raccontando un aneddoto personale – una volta mi hanno rifiutato un progetto dicendomi che volevano proteggere un buon regista da una cattiva sceneggiatura, ma in seguito ho per fortuna potuto realizzare quel film con la stessa sceneggiatura ed è stato un successo. Per alcuni tipi di film, dunque, quello hollywoodiano è un sistema orribile”. E a chi gli chiede perché rifiuti le attenzioni che le major americane gli dimostrano, risponde ricordando la brutta esperienza con la Metro-Goldwyn-Mayer: “durante quella collaborazione ho sentito che stavo perdendo la mia anima. Sì, con i loro budget si possono fare dei film tecnicamente molto belli ma che perdono qualcosa in realismo. E poi per un regista è importantissimo sentire che il film ti appartiene: la fedeltà a se stessi è fondamentale”. Anche lui, che nel 1992 era stato costretto a lasciare il suo paese a causa del nazionalismo slavo, sottolinea, come Tornatore il giorno prima, l’importanza di lottare per difendere e realizzare le proprie idee: “è dura convincere le persone a fidarsi di te e delle tue scelte. Riuscire a fare un film è difficile, ci sono tanti passaggi complicati e a volte perfino inutili ma obbligatori che possono distruggere il tuo progetto, si deve sempre combattere. Infatti – ammette, proprio come il regista siciliano – le idee sono tante ma quelle concretizzate sono poche: a me dicono che aver fatto 14 film è tanto, ma in realtà ho realizzato solo una minima parte dei film che ho pensato”.

Per realizzare i suoi progetti, Paskaljevic ha fondato la prima casa di produzione cinematografica privata in Serbia: “Gli altri pensavano fossi pazzo. Sono produttore di tutti i miei film perché voglio essere libero – confessa – Sono stato in qualche modo obbligato a farlo per proteggermi come regista”. E ancora: “Ho scelto di far vedere questo film perché ho pensato che ci sarebbero stati molti giovani oggi e a loro volevo ribadire che quando si sente di voler dire qualcosa (e questo è il motivo per cui io faccio il regista) lo si può fare anche con pochi soldi e pochi mezzi”. Midwinter Night’s Dream è costato, infatti, solo 300mila euro e ci sono volute 5-6 settimane per girarlo. Con quest’opera Paskaljevic voleva “incoraggiare i giovani serbi ad essere ottimisti, a pensare che si può realizzare un film anche con poco e comunque riuscire ad  esprimere ciò che si ha da dire”.

Il film è nato dall’idea avuta dal regista dopo la morte del primo ministro serbo per mano dei soldati di Milosevic. “Volevo esprimere la mia visione di una Serbia e di una società che metaforicamente parlando è diventata autistica. Gli autistici vivono nel loro mondo rifiutando quello esterno: così – spiega Paskaljevic – la Serbia vive chiusa in se stessa, senza rapporti con l’esterno e rifiutando il suo passato, non ammettendo i crimini commessi, il che comporta il rischio di poterli ripetere”. Questa visione è presentata nel film attraverso la storia intima e umana di Lazar: un uomo che ritorna dalla prigione per ricominciare a vivere sebbene il ricordo degli orrori della guerra continui a perseguitarlo, che vede nell’incontro con una madre che si prende cura da sola della sua bambina autistica una possibilità di rinascere.
Jovana è la quindicenne autistica che il cineasta serbo ha incontrato per sei mesi: a volte la filmava con una piccola videocamera non professionale e nel film ha inserito alcune di queste riprese. “Penso che la qualità di quelle immagini sia buona, e comunque non è la qualità perfetta che conta. Lavorare con Jovana – confessa – è stata una sfida. Con una persona imprevedibile come lei c’era la possibilità di non poter finire il film. Si doveva inoltre sempre essere pronti all’improvvisazione e gli attori sono stati eccezionali. Hanno creato con lei un rapporto di fiducia e di amicizia senza il quale Jovana non avrebbe potuto stare sul set. È stata una nuova esperienza di vita non solo di lavoro”.

Paskaljevic, che sceglie Days on earth passing by come suo film che lo rappresenta di più perché per lui è “pura poesia, una storia neorealistica molto semplice e commovente”, vuole sempre parlare di persone vere, di storie vere e con Midwinter Night’s Dream lo fa trattando temi come la malattia e la guerra, raccontando il rifiuto e la difficoltà dei ‘sani’ di capire l’autismo, mentre mostra immagini di un paesaggio serbo grigio, freddo e devastato come le vite dei personaggi, accompagnate da nostalgiche musiche tipiche del suo paese. Gli unici spiragli di gioia e speranza si intravedono nei momenti di riunione familiare fatti di balli e canti, ma queste stesse cose richiamano proprio l’incubo vissuto dal protagonista durante la guerra, e infatti la speranza si spegne.

Alla domanda di una spettatrice che gli chiede se la fine del film conferma una visione negativa del futuro del suo paese, Paskalevic risponde: “La Serbia cambierà ma siamo lontani dall’essere ottimisti. Abbiamo bisogno di avvicinarci all’Europa e di uscire dal nostro stato di autismo. Il film – conclude – è come una tragedia greca, non ci può essere speranza né ottimismo. L’ottimismo è a Hollywood, non qui”.

Titolo: Midwinter Night’s Dream (San zimske noći)
Regia: Goran Paskaljević
Soggetto: Goran Paskaljević
Sceneggiatura: Goran Paskaljević, Filip David
Fotografia: Milan Spasić
Montaggio: Petar Putniković
Musica: Zoran Simjanović
Scenografia: Tisana Maric
Costumi: Jelena Andjelkovic
Interpreti: Lazar Ristovski, Jasna Žalica, Jovana Mitić, Danica Ristovski
Produzione: Nova Film, Zepter International, Zillion Film, Wanda Vision
Origine: Repubblica Federale Yugoslavia, 2004
Durata: 95’


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