‘Musica nuda’ live a Catania

Prima di entrare al teatro Ambasciatori, una domanda che nasce spontanea potrebbe essere: è possibile tenere un intero concerto solo con voce e contrabbasso? La risposta è sì, e lo si capisce subito già dalle prime note che fuoriescono dal contrabbasso di Ferruccio Spinetti e dai primi vocalizzi di Petra Magoni. Se in più si aggiungono anche i simpatici siparietti comici che il duo regala al pubblico, allora la risposta a quella domanda diventa quasi scontata.

I due si incontrano tre anni fa, presentati da amici in comune e iniziano a collaborare quasi per caso. Poi grazie anche alla naturale sintonia sia a livello umano che artistico instauratosi tra i due, iniziano a lavorare al progetto “Musica Nuda”. Ferruccio Spinetti è da sedici anni contrabbassista della Piccola Orchestra Avion Travel, con cui può vantare sette album e concerti in Italia e all’estero. Petra Magoni, invece, ha dovuto fare una lunga gavetta, frutto forse anche di scelte musicali che non hanno mai messo in luce le sue straordinarie capacità.  
 
Nel corso del concerto si alternano fasi serie a fasi in cui i toni sono molto più ironici. Alla prima fase appartengono sicuramente le reinterpretazione di classici come I will survive di Gloria Gaynor, You give me fever di Peggy Lee o Lately di Stevie Wonder. Per non parlare dell’involontario, così hanno  confessato a fine concerto, omaggio ai Beatles di cui hanno interpretato ben tre brani, di cui l’ultimo, Eleanor Rigby, è da brividi. Alla seconda, invece, appartengono i siparietti comici in occasione della canzone Le due corde vocali che Petra dichiara essere stata scritta partendo da un’esperienza personale di Ferruccio. Lo stesso vale per l’ironia con cui i due parlano del festival di Sanremo, momento che culmina con un’esilarante interpretazione di “Non ho l’età” di Gigliola Cinguetti, e per l’esecuzione de Il cammello e il dromedario, successo del Quartetto Cetra che Ferruccio sembra non voler suonare.

Sulla tecnica dei due artisti c’è poco da dire. Il contrabbasso di Ferruccio a tratti sembra cantare, così come la voce di Petra a volte viene modulata dalla cantante come se fosse uno strumento musicale. La forza del duo sta anche in questo contrasto di suoni/voci, uno basso l’altro acuto, nonché nel modo con cui si pongono nei confronti della musica, cioè la semplicità con cui la interpretano. Nessun vocalizzo di Petra e nessun virtuosismo di Ferruccio risultano gratuiti, i pezzi sono ridotti all’osso e ricostruiti ad immagine e somiglianza dei loro interpreti. 
Quello che fa  riflettere è il fatto che Petra Magoni e Ferruccio Spinetti siano molto apprezzati in Francia e meno da noi, così come avviene per Gianmaria Testa che si è esibito qualche mese fa sempre nell’ambito della rassegna Un solo Jazz. La solita storia a cui è meglio non pensarci e continuare a godersi concerti come questo.
 
La prossima settimana, nel corso della puntata speciale di “Un solo Jazz live” su Radio Zammù, sarà possibile ascoltare l’intervista a Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, realizzata subito dopo il concerto.


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